IRPEF, è possibile azzerarla? Sì, investendo in start up
Quello che in apparenza sembrerebbe un titolo “acchiappa click” non è altro che un semplice ragionamento che qualsiasi persona lungimirante può compiere. Il meccanismo è molto semplice.
L’investimento in start up innovative ha tra i suoi benefici la possibilità di ottenere una detrazione di imposta, calcolata in base ad una specifica percentuale che varia a seconda dei casi.
In cosa consiste la detrazione? La detrazione, a differenza della deduzione, ha il compito di abbattere letteralmente l’importo dell’Irpef dovuto dai contribuenti. Così facendo, è possibile arrivare ad azzerare completamente l’Irpef dovuta e contestualmente detenere una partecipazione di valore in una start up. Ma è così semplice come sembra? Andiamo con ordine.
Perchè è possibile abbattere l’IRPEF investendo in Start up?
Partiamo dal principio. Le Start Up Innovative sono state introdotte dal Legislatore nel 2012 con il D.L. 179/2012. Qual è la caratteristica che le contraddistinguono? Fin dal principio, il presupposto fondamentale che le società di capitali devono possedere per essere etichettate come tali consisteva nello sviluppo, la produzione e/o la realizzazione di prodotti e/o servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico (tralasciamo in questa sede l’elenco degli altri requisiti per ottenere lo status e i benefici delle start up e vi rimandiamo ad un nostro precedente contributo qualora vogliate approfondire).
L’allora Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera introdusse a favore degli investimenti nei confronti di questo tipo di realtà, una prima detrazione fiscale che si assestava al 19%. L’obiettivo dello Stato era palese: incentivare il più possibile gli investimenti nei confronti di tutte le realtà in grado di produrre innovazione.
In altre parole, lo Stato mirava a sostenere il progresso tecnologico dell’Italia attraverso la crescita di realtà imprenditoriali che avrebbero costantemente investito in ricerca, sviluppo, digitalizzazione e tecnologia.
Successivamente l’agevolazione venne aumentata al 30% nel 2017, per poi salire al 40% solo due anni dopo. Infine, con l’art. 38 del D. L. n. 34/2020, è stata affiancata un ulteriore ipotesi alla percentuale di agevolazione prevista dall’originario D.L. 179/2012. In quest’ultimo caso è possibile, infatti, ottenere una detrazione Irpef pari al 50% della somma investita nel capitale sociale di start up innovative.
La fruizione della detrazione Irpef può avvenire nell’anno di imposta in cui viene effettuato l’investimento e fino ai due anni successivi. Inoltre, per poter usufruire della detrazione è necessario che i soci mantengano il loro investimento nella start up per 3 anni consecutivi. In pratica, non devono cedere le quote per tre anni.
Le Start up nell'anno della pandemia
Nell’anno del Covid, le Startup innovative hanno registrato un numero di 2.006 nuove aziende contro le 1701 nel 2019; pariamo di un tasso di crescita complessivo del 18%. Tale crescita si assesta sopra 5 punti alla dinamica complessiva delle nuove registrazioni in tutti gli altri i settori (+13,3%). A livello geografico a primeggiare è la Lombardia con una quota del 29,5 per cento. Seguono Lazio (13,5%), Campania (8%), Veneto (7,3%); poi Emilia-Romagna (7,1%), Piemonte (5,9%) e Puglia (4,6%). Entrando nel merito dell’analisi riportata da ilsole24ore.com quasi una su 5 sono imprese fondate da under-35. La speranza è che nonostante le recenti novità in merito alle modalità di costituzione, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza agevoli il trend positivo manifestato in un anno nefasto come quello della pandemia.
Fatta questa doverosa premessa, procediamo con un esempio numerico per verificare come un investimento in una start up innovativa possa abbattere l’Irpef dovuta dalle persone fisiche.
In un’ottica prudenziale, nel nostro esempio considereremo come percentuale di detrazione quella del 30%. La neo percentuale del 50 possiede, infatti, dei requisiti leggermente differenti che non approfonderemo in questa sede.
Consideriamo, quindi, un contribuente con un reddito imponibile di 30.000 euro. Quest’ultimo dovrebbe pagare un’ Irpef lorda di 7.720 euro che si riduce a 3.600 euro di Irpef netta a seguito delle varie deduzioni e detrazioni. Se il nostro contribuente investisse 12.000 euro nel capitale sociale di una Start Up, beneficerebbe di una detrazione fiscale del 30% sui 12.000 investiti. In parole povere, parliamo di 3.600 euro che andrebbero ad abbattere immediatamente l’Irpef da lui dovuta allo Stato.
Una volta investito nel capitale di una Start up, cosa posso fare?
Una volta effettuato l’investimento, il nostro contribuente si troverebbe proprietario di una partecipazione in una società di capitali, nel nostro caso una start up innovativa. Come abbiamo detto, queste realtà investono costantemente in innovazione e sviluppo, e sono caratterizzate da tassi di crescita spesso a doppia cifra. E’ facilmente intuibile come il valore dell’investimento in questo tipo di realtà possa apportare un ulteriore beneficio economico. Se dopo 3 anni dall’iniziale investimento la propria partecipazione è aumentata di valore, è possibile seguire due vie. La prima, prevede la cessione a terzi della propria quota, realizzando una plusvalenza che, con il Decreto Sostegni bis si prevede sia esente da tassazione. Per poter cedere la propria partecipazione è sufficiente sfruttare le piattaforme ad hoc oppure rivolgersi al nostro studio. I nostri consulenti sapranno mettervi in contatto con potenziali acquirenti ed assistervi fino alla redazione del vero e proprio atto di cessione di quote.
La seconda via praticabile prevede il recesso della società: in questo caso il valore della partecipazione deve per forza di cose essere aggiornato al valore di mercato al momento della manifestazione della volontà di recedere.
Detrazione Irpef per investimenti in Start up: consclusioni
Abbiamo visto come investendo in un Start up innovativa sia possibile abbattere l’Irpef. E in certi casi, in aggiunta al beneficio fiscale iniziale derivante dalla percentuale di detrazione, sussiste altresì un potenziale beneficio fiscale futuro dato dall’esenzione dell’eventuale plusvalenza.
Concludendo, è doveroso rammentare alcuni ultimi aspetti fondamentali.
Primo aspetto: investire nel capitale di una Start up si è rivelato storicamente molto rischioso. Start Up non è sempre sinonimo di alto rendimento, e qualora lo diventasse equivarrebbe ad associare un profilo di rischio al proprio investimento molto alto.
Questa considerazione ci porta inevitabilmente a valutare un secondo aspetto. Non è sufficiente che l’idea imprenditoriale sia innovativa per essere sostenibile. Prima di valutare il profilo tecnologico dell’idea di business, è vitale essere affiancati da un professionista che supporti il potenziale investitore nel valutare l’azienda target sotto i profili qualitativi e quantitativi.
Terzo aspetto cardine: prima di effettuare l’investimento è fondamentale consultare un dottore commercialista per verificare la propria situazione personale e l’effettiva possibilità di beneficiare delle detrazioni Irpef di cui abbiamo parlato. Per questi e altri motivi vi invitiamo a contattare il nostro studio o visitare il nostro sito www.studiobrega.it
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