Istanbul not Constantinople


C'è un po' di confusione sullo stato di salute turco...
Istanbul not Constantinople

La canzone che da il titolo all'articolo è un vecchio divertente brano swing degli anni cinquanta che ricorda il mutare del nome della capitale ottomana. Più divertente delle hit estive italiane, è un pretesto per parlare di Turchia e di come ciò che sembra non è.

Lo scossone di nervi dei mercati di questi giorni non è un crollo serio, ma è la conseguenza di una situazione asiatica seriamemente scossa nella bilancia commerciale. Purtroppo la Turchia ha un serio problema di sbilanciamento del saldo commerciale e allo stesso tempo il populismo di Erdogan congiunto a scelte discutibili di finanza centrale, il mancato rialzo dei tassi di interesse in primo luogo, ha peggiorato le cose.

Ciò premesso, non siamo davanti ad una nuova Argentina, visto che il debito pubblico turco raggiungerebbe un saldo negativo del quaranta percento al massimo se dovessero esserci gravi problemi al suo sistema bancario centrale e periferico. Non so se vi rendete conto delle cifre in ballo in altri paesi, il nostro compreso.

Certo c'è iperinflazione in questo momento, ma non è il meccanismo per diminuire l'impatto dei pagamenti del debito pubblico, bensì una manovra correttiva tardiva per ristabilire l'equilibrio commerciale.

Intanto, titoli di stato turchi con scadenza ad un anno, in valuta statunitense, rendono il quindici percento. 

Stessa cosa dicasi di Cina e Russia...

Per un investitore accorto, i problemi macroeconomici stanno in altri luoghi.

 

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di Andrea Panizzon

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