L’aggressività nei bambini
Una fiaba per aiutarli a comprenderla e a gestirla

L’aggressività nei bambini non è qualcosa di patologico né tantomeno di raro. Non si dovrebbe negarla fingendo che non esista. Occorrerebbe invece legittimarla senza farla coincidere con la totalità del bambino. Ciò che sarebbe utile fare quando i bambini reagiscono oppure si comportano in maniera aggressiva è cercare di contenere l’angoscia che sta dietro alla loro reazione aggressiva.
Porsi oltre ciò che sembra. Naturalmente se l’aggressività è agita fisicamente questa va necessariamente contenuta per evitare che il bambino faccia male a sé o agli altri e per fare in modo che si senta protetto.
Il tumulto psichico che spesso i bambini attraversano, le sfide evolutive che devono quotidianamente affrontare, i cambiamenti che di sovente accadono nelle loro vite (arrivo di un fratellino/sorellina, cambio casa, passaggio scuola, separazione genitori ma anche litigi tra coetanei, rimproveri degli adulti, piccole frustrazioni) contribuiscono spesso a rendere l’aggressività un evento piuttosto frequente. È assolutamente fisiologico e auspicabile che un bambino la possa sentire e non la debba reprimere (segno di un ambiente non facilitante). Tuttavia noi adulti abbiamo il compito di contenerla e di fare si che questa forte sensazione non fagociti il bambino e soprattutto non lo faccia sentire sopraffatto da essa.
Uno strumento molto utile che si utilizza in terapia, ma che consiglio a tutti i genitori, è la fiaba, in questo caso una fiaba che ho scritto, che racconta, nel linguaggio dei bambini, come l’aggressività ci possa fare sentire "squali" e far si che gli altri si allontanino da noi perché impauriti dalle nostre reazioni. Tuttavia il messaggio è che è possibile contenerla e gestirla. E, come deve essere in ogni fiaba, il lieto fine è garantito. Ci sarà sempre qualcuno che non si farà spaventare dalle apparenze, che non si fermerà ad esse, ma che saprà cogliere l’interezza del nostro essere. E anche, ciò che sentiamo noi, è spesso un sentimento che anche gli altri provano.
Potete leggere questa fiaba oppure impararla (essendo breve è adatta anche a bambini di due anni) a memoria e raccontarla ai vostri bambini quando sentite che stanno affrontando questa sfida.
LO SQUALO PIERO
"C’era una volta un signore molto sbadato e distratto che aveva preso una nave sbagliata e si era ritrovato sopra un’isola molto strana, sperduta nel mare, piena di foglie di palma. Le foglie erano davvero tantissime e lui si divertiva tanto a giocarci, un po’ le buttava nel mare e un po’ le teneva per sventolarsi perché sull’isola faceva molto caldo. Dopo tanto tempo che giocava da solo però si era stufato e voleva ritrovare la strada di casa. Fu così che cercò un’altra nave e la trovò. Salì sulla nave ma arrivò una forte tempesta, come spesso accade nella natura, e la nave naufragò. Fortunatamente, in mezzo a quel mare con l’acqua gelida e profonda, spiccava uno scoglio tutto d’oro che brillava e per questo il signore lo raggiunse e vi si aggrappò.
Intorno non c’era nulla e il signore era molto triste e spaventato. A peggiorare la situazione arrivò un grosso squalo dall’aspetto spaventoso che cominciò a girare attorno allo scoglio mostrando i suoi denti aguzzi!
Il signore si spaventò e cominciò a gridare: "Vattene via squalaccio! Che sei cattivo! Mi mostri quei dentoni perché vuoi farmi male!" ma lo squalo restò lì, alzò lo sguardo e, piangendo, parlò al signore: "perché mi mandi via anche tu? Tutti scappano da me perché ho un aspetto spaventoso ma io in realtà sono molto buono! È vero, a volte mostro i denti, ma non voglio fare male a nessuno. Mi sento solo e non ho amici perché tutti hanno paura! Scusa, non volevo spaventarti è solo che pensavo potessimo diventare amici, ma se vuoi vado via".
Il signore ci pensò un attimo, si ricordò di quando anche a lui capitava di essere allontanato e disse: "Mi dispiace per le cose che ti ho detto. Ho sbagliato a giudicarti solo perché sei grosso e hai tanti denti aguzzi. In fondo tutti noi abbiamo dei denti. Io voglio diventare tuo amico e per dimostrartelo ti chiederò di portarmi in salvo a terra."
Lo squalo allora sorrise, con tutti quei denti aguzzi e disse: "D’accordo! Vieni, sali su di me, ti porterò in salvo". Allora il signore gli salì sulla schiena e lo squalo, come promesso, lo portò sull’isola più vicina. Da quel giorno lo squalo e il signore diventarono amici, giocavano tanto e andavano anche a pescare insieme! Lo squalo non era mai stato più felice di così di avere finalmente trovato un amico e così anche il signore!
Arrivò però il tempo di tornare a casa, infatti il signore aveva una famiglia che lo aspettava e che gli mancava molto e così chiese allo squalo di portalo su una nave per tornare a casa ma gli disse: "Tu sei un amico speciale per me! Non ti dimenticherò mai e ti verrò a trovare ogni anno su questa isola". Lo squalo era felicissimo di avere trovato un amico e non solo uno, perché, vedendolo giocare con il signore, altri pesci gli volevano essere amici, perché non avevano più paura di lui! Lo squalo non era cattivo, anzi era molto simpatico! Allora i due amici, un po’ commossi, si salutarono e da quel momento in poi tutti gli anni il signore lo andò a trovare sempre per passare del tempo insieme!"
Porsi oltre ciò che sembra. Naturalmente se l’aggressività è agita fisicamente questa va necessariamente contenuta per evitare che il bambino faccia male a sé o agli altri e per fare in modo che si senta protetto.
Il tumulto psichico che spesso i bambini attraversano, le sfide evolutive che devono quotidianamente affrontare, i cambiamenti che di sovente accadono nelle loro vite (arrivo di un fratellino/sorellina, cambio casa, passaggio scuola, separazione genitori ma anche litigi tra coetanei, rimproveri degli adulti, piccole frustrazioni) contribuiscono spesso a rendere l’aggressività un evento piuttosto frequente. È assolutamente fisiologico e auspicabile che un bambino la possa sentire e non la debba reprimere (segno di un ambiente non facilitante). Tuttavia noi adulti abbiamo il compito di contenerla e di fare si che questa forte sensazione non fagociti il bambino e soprattutto non lo faccia sentire sopraffatto da essa.
Uno strumento molto utile che si utilizza in terapia, ma che consiglio a tutti i genitori, è la fiaba, in questo caso una fiaba che ho scritto, che racconta, nel linguaggio dei bambini, come l’aggressività ci possa fare sentire "squali" e far si che gli altri si allontanino da noi perché impauriti dalle nostre reazioni. Tuttavia il messaggio è che è possibile contenerla e gestirla. E, come deve essere in ogni fiaba, il lieto fine è garantito. Ci sarà sempre qualcuno che non si farà spaventare dalle apparenze, che non si fermerà ad esse, ma che saprà cogliere l’interezza del nostro essere. E anche, ciò che sentiamo noi, è spesso un sentimento che anche gli altri provano.
Potete leggere questa fiaba oppure impararla (essendo breve è adatta anche a bambini di due anni) a memoria e raccontarla ai vostri bambini quando sentite che stanno affrontando questa sfida.
LO SQUALO PIERO
"C’era una volta un signore molto sbadato e distratto che aveva preso una nave sbagliata e si era ritrovato sopra un’isola molto strana, sperduta nel mare, piena di foglie di palma. Le foglie erano davvero tantissime e lui si divertiva tanto a giocarci, un po’ le buttava nel mare e un po’ le teneva per sventolarsi perché sull’isola faceva molto caldo. Dopo tanto tempo che giocava da solo però si era stufato e voleva ritrovare la strada di casa. Fu così che cercò un’altra nave e la trovò. Salì sulla nave ma arrivò una forte tempesta, come spesso accade nella natura, e la nave naufragò. Fortunatamente, in mezzo a quel mare con l’acqua gelida e profonda, spiccava uno scoglio tutto d’oro che brillava e per questo il signore lo raggiunse e vi si aggrappò.
Intorno non c’era nulla e il signore era molto triste e spaventato. A peggiorare la situazione arrivò un grosso squalo dall’aspetto spaventoso che cominciò a girare attorno allo scoglio mostrando i suoi denti aguzzi!
Il signore si spaventò e cominciò a gridare: "Vattene via squalaccio! Che sei cattivo! Mi mostri quei dentoni perché vuoi farmi male!" ma lo squalo restò lì, alzò lo sguardo e, piangendo, parlò al signore: "perché mi mandi via anche tu? Tutti scappano da me perché ho un aspetto spaventoso ma io in realtà sono molto buono! È vero, a volte mostro i denti, ma non voglio fare male a nessuno. Mi sento solo e non ho amici perché tutti hanno paura! Scusa, non volevo spaventarti è solo che pensavo potessimo diventare amici, ma se vuoi vado via".
Il signore ci pensò un attimo, si ricordò di quando anche a lui capitava di essere allontanato e disse: "Mi dispiace per le cose che ti ho detto. Ho sbagliato a giudicarti solo perché sei grosso e hai tanti denti aguzzi. In fondo tutti noi abbiamo dei denti. Io voglio diventare tuo amico e per dimostrartelo ti chiederò di portarmi in salvo a terra."
Lo squalo allora sorrise, con tutti quei denti aguzzi e disse: "D’accordo! Vieni, sali su di me, ti porterò in salvo". Allora il signore gli salì sulla schiena e lo squalo, come promesso, lo portò sull’isola più vicina. Da quel giorno lo squalo e il signore diventarono amici, giocavano tanto e andavano anche a pescare insieme! Lo squalo non era mai stato più felice di così di avere finalmente trovato un amico e così anche il signore!
Arrivò però il tempo di tornare a casa, infatti il signore aveva una famiglia che lo aspettava e che gli mancava molto e così chiese allo squalo di portalo su una nave per tornare a casa ma gli disse: "Tu sei un amico speciale per me! Non ti dimenticherò mai e ti verrò a trovare ogni anno su questa isola". Lo squalo era felicissimo di avere trovato un amico e non solo uno, perché, vedendolo giocare con il signore, altri pesci gli volevano essere amici, perché non avevano più paura di lui! Lo squalo non era cattivo, anzi era molto simpatico! Allora i due amici, un po’ commossi, si salutarono e da quel momento in poi tutti gli anni il signore lo andò a trovare sempre per passare del tempo insieme!"
Articolo del: