L'amico fidato dell'estate: il ventilatore


Chi ha inventato il primo ventilatore? Una delle domande che almeno una volta nella vita vi siete posti e non avete mai avuto l'occasione (o quasi) di avere risposta
L'amico fidato dell'estate: il ventilatore
Oggi abbiamo pensato che, per avvicinare il grande pubblico al vasto tema delle opere di ingegno, alla proprietà intellettuale, alla sua tutela o al perché brevettare o registrare i propri marchi, potremmo parlare di quelle invenzioni che hanno cambiato la vita del vivere quotidiano, migliorato la vita dell'uomo e modificato radicalmente il suo stile di vita.
Per vocazione o per definizione è questo il compito assolto dalle invenzioni, ma sovente tendiamo a dimenticare il percorso che alcune tecnologie disegnano nella nostra storia, e la memoria lascia spazio ad una cieca accettazione dello stato delle cose. Tendiamo cioè a dare per scontato, senza troppi se e ma, godendo di quelle "facilitazioni" che scienziati ed esperti "regalano" al mondo.
Come non domandarsi quindi, proprio nei giorni più caldi della stagione chi è stato il favoloso inventore del ventilatore, che ci allieta e riduce notevolmente la sofferenza dell'afa e le atroci sofferenze del lavorare in ufficio quando fuori ci sono 40°!
Il ventilatore è una macchina operatrice che trasmette energia alla corrente gassosa sotto forma di un aumento di pressione.
Nell'antica Cina Tin Huan intorno al 180 d.C. per allietare i sovrani della dinastia Han pensò a costruire un ventilatore meccanico che, con le sue sette ruote (di 10 metri di diametro) girando vorticosamente e con la fatica dei servi, era in grado di generare una brezza piacevole di aria fresca. L'utilizzo del ventilatore, secondo le fonti, data l'incertezza dei dati a nostra disposizione è possibile che inizialmente fu progettato per scopi di natura produttiva: ossia per separare loglio (pianta erbacea) dal grano.
Il flabello (In latino Flabellum diminuitivo di flabrum ossia "soffio di vento") veniva anche utilizzato per scacciare via gli insetti dal pane e dal vino consacrati durante la Messa e per questo suo scopo venne soprannominato anche ventaglio liturgico. Realizzato con la carta, di stoffa o anche di pergamena, di forma circolare o semicircolare, con un comodo manico centrale e richiudibile su se stesso grazie alle sue pighettine. Il flabello veniva adoperato anche al di fuori delle funzioni liturgiche per "far fresco" a personaggi importanti in molte altre culture dell'antichità (documentati fin dal VI secolo, per tutto il Medioevo e sporadicamente fino al XVI secolo). Non mancarono poi i suoi utilizzi anche per ragioni puramente decorative, realizzati in metallo, smaltati, impreziositi con gemme e disegni vari accompagnavano l'ingresso del celebrante. Così come gli ampi ventagli in piume di struzzo che guidavano il corteo papale. Il punkah risale al 500 a.C, una sorta di ventilatore portatile fatto con foglie di Palmyra. Un'invenzione probabilmente già nota agli Arabi del VIII secolo, e utilizzato in India non prima del XVIII secolo. Il periodo coloniale spinse gli angloindiani dell'India britannica a parlare di "punkawallah" per indicare un ventilatore fissato al soffitto e azionato da un "inserviente". Tuttora il termine : "punkah louvre" viene utilizzato per indicare le bocchette di ventilazione orientabili dei sistemi di aria condizionataAnche all'epoca dei antichi greci (V secolo a.C.) così come anche etruschi e romani e durante il Medioevo il ventaglio veniva impiegato nella società civile e anche nelle manifestazioni religiose o artistiche. In epoca più moderna tuttavia è Omar-Rajeen Jumala nel 1832 a costruire il primo ventilatore meccanico studiato ed elaborato per migliorare le condizioni estreme di vivibilità all'interno delle miniere di carbone e di alcune fabbriche. Ma è a opera di Schuyler Skaats Wheeler che nel 1882 mise a punto il primo ventilatore elettrico per uso domestico fornito per giunta di due pale come quelle che possiamo riconoscere ai giorni nostri.
Dai primi ventagli ai ventilatori, lo sappiamo bene il passo è molto lungo ma vale la pena ricordare che da quanto fu introdotto nella Francia di Caterina De' Medici diventò l'oggetto favorito di Elisabetta I d'Inghilterra e da li a breve, con la frequentazioni delle corti, le rappresentazioni pittoriche divenne un must dell'aristocrazia.
Continuano le sue evoluzioni in forme e modelli più hightech e c'è chi addirittura pensa a progettare indumenti dotati di ventilatore incorporato. Il gruppo Kuchou-fuku il team nipponico di Hiroshi Ichigaya lanciò sul mercato più di 10 anni fa ormai giacche e camicie ad "aria condizionata".

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di Studio Rubino

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