L’ansia da prestazione nella sessualità
L’ansia da prestazione nella sessualità:
conoscerla per superarla
conoscerla per superarla

In un contesto sociale come quello occidentale, in cui viene costantemente richiesta la massima performance in ogni ambito della vita, sempre più uomini (ma anche donne) vivono l’ansia da prestazione nel quotidiano e nell’intimità . La cultura imperante propone la necessità di "essere all'altezza" di aspettative sociali e parametri prestazionali che hanno poco a che fare con l'autentica natura istintiva ed emozionale dell'espressione sessuale e della vita stessa. Le persone attente a ricercare continuamente l’approvazione degli altri, con un forte controllo razionale e un’attivazione ansiosa sono più predisposte a provare ansia da prestazione. Molto spesso nell’uomo quest’ansia nasce dal desiderio di garantirsi il "buon giudizio" della partner, di cui necessita per nutrire la propria autostima. La virilità sessuale rappresenta uno dei più antichi stereotipi per giudicare il valore di un maschio e per questo l'individuo che manifesta ansia da prestazione sessuale iper-investe sulla propria performance per allontanare uno scenario che implicherebbe vissuti di inadeguatezza, vergogna e fallimento. Ad aggravare la situazione spesso si aggiunge l’idealizzazione che porta ad immaginare ogni incontro come una favola e nello sforzo di rendere tutto meraviglioso, si rischia di bloccarsi.
Per esemplificare uno dei possibili esordi di ansia da prestazione si riporta un caso clinico (di cui sono stati modificati i dati per la privacy).
Mario è un uomo quarantenne, separato da qualche anno, molto attento alla cura del fisico affinché sia ben scolpito e attraente; da quando è single si vanta delle sue conquiste femminili suscitando invidia e ammirazione negli amici a cui racconta le sue imprese sessuali; dopo aver conosciuto una donna da cui è subito molto attratto e coinvolto emotivamente, essendo sicuro dei propri mezzi inizia a corteggiarla e a frequentarla con molte aspettative. Trascorre un mese tra cene romantiche e progetti idealizzati per il futuro e il coinvolgimento emotivo e l’idealizzazione del primo incontro intimo aumentano insieme alle aspettative. Finché arriva la tanto attesa serata in cui, creata la giusta atmosfera, la coppia inizia i preliminari. Mario si sente eccitato e nonostante abbia esagerato con l'alcool tutto sembra procedere come sempre; ma dopo qualche decina di secondi, in maniera improvvisa e inaspettata, Mario perde l'erezione ed il suo pene si affloscia. L’uomo appare incredulo, si scusa con la partner dicendogli che non gli era mai successo, prova e riprova nel tentativo di riscattarsi e fargli sentire che è un maschio virile ma, tutti i tentativi falliscono, l'erezione non arriva lasciando Mario nell'angoscia. Da quel momento l’uomo ripensa all'accaduto, prova a rassicurarsi dicendosi che forse aveva bevuto troppo o che forse non c’era passione con la donna che tanto gli piaceva, prova a convincersi che è stato solo un "incidente", giacché non aveva mai avuto alcun problema di erezione semmai la capacità di mantenerla a lungo era una delle qualità più apprezzate dalle partners. Così sparisce dalla vita di quella donna che tanto gli piaceva, vivendo un senso di vergogna e fallimento; organizza subito una serata con una vecchia conquista con la quale c’era sempre stata un’incredibile attrazione sessuale per dimenticare l'episodio e riscattarsi. Inaspettatamente, anche questa volta Mario perde l'erezione dopo pochi colpi sprofondando nella disperazione. Dopo questo secondo episodio, l’uomo è decisamente preoccupato, sente che qualcosa è cambiato: non riesce più a soddisfare sessualmente una donna e ciò gli appare drammatico! Inizia a cercare il riscatto con altre donne ma, anche questi tentativi, falliscono lasciandolo nello sconforto.
Mario è in balia dell'ansia da prestazione sessuale e alla sola idea di fare sesso viene sopraffatto dall'ansia anticipatoria che gli profetizza l'ennesimo fallimento con conseguente umiliazione e riduzione dell'autostima; così inizia ad evitare tutte le occasioni che possono sfociare in opportunità sessuali e ogni tanto si masturba solo per verificare le proprie erezioni. Il sesso è diventato un nemico, Mario appare sempre più depresso considerando che la fonte che alimentava il suo narcisismo gli si è rivoltata contro, probabilmente aveva attribuito alle proprie prestazioni sessuali un significato eccessivo e per questo un’occasionale perdita dell'erezione ha assunto un significato drammatico alimentando i circoli viziosi che mantengono e aggravano l'ansia da prestazione sessuale.
L’esempio riportato è solo uno degli scenari possibili. L'ansia da prestazione sessuale nell'uomo può nascere in seguito alla convinzione, spesso erronea, di non avere un’ erezione adeguata oppure di raggiungere l'orgasmo troppo presto "deludendo" le aspettative della partner, altre volte l'ansia può essere innescata dall'idea che il proprio pene sia troppo piccolo e inadeguato a stimolare il piacere. In molti casi, come nell’esempio riportato, l'ansia da prestazione sessuale si innesca dopo un primo ed inaspettato "incidente", vissuto come un dramma, che può alimentare, se non trattato subito, tutti i circoli viziosi che contribuiscono a cronicizzare il problema.
L’ansia danneggia l’erezione perché trasforma l’uomo in uno spettatore che giudica severamente la propria prestazione sessuale. E non riuscendo a mantenere un’erezione di qualità aumenta ulteriormente l’ansia nei tentativi successivi. L’ansia può essere peggiorata dall’inesperienza o da un iperinvestimento emotivo o dall’incapacità di abbandonarsi per un eccessivo controllo razionale. L’adrenalina blocca l’erezione perché inibisce l’attività della muscolatura liscia dei corpi cavernosi, che in condizioni normali fa sì che essi si riempiano di sangue provocando così l’erezione. In secondo luogo scatena un ipertono muscolare generale, che riduce la percezione delle sensazioni di piacere e mette l’organismo in uno stato d’allarme generale.
Nella realtà l’incontro intimo con una persona può cambiare di volta in volta e non dovrebbe essere un’esperienza memorabile o "da film" ma un momento di ricerca di piacere condiviso piuttosto che una prova da superare. Bisognerebbe godersi il viaggio esplorando il piacere piuttosto che concentrarsi sulla meta come fosse un esame da cui aspettarsi un voto o come un atto "obbligatorio" per compiacere la partner. Spostare l’attenzione dall’erezione e dalla penetrazione e dirigerla verso ogni gesto, carezza, parola e sensazione vissuta durante l’intimità permette di vivere un’esperienza capace di procurare estremo piacere. Si può imparare a riconoscere tutte quelle sensazioni fisiche e psicologiche gradevoli presenti durante l’incontro intimo con la propria partner e smettere di pensare che soltanto una penetrazione può portare sensazioni piacevoli. Si può far diventare l’esperienza prima di tutto un incontro e un rapporto tra due persone e poi un’unione sessuale. Se si rimane concentrati sulla performance si va in direzione opposta alla ricerca di piacere e si innesca l’ansia da prestazione con i suoi circoli viziosi.
L'ansia da prestazione rappresenta la principale causa di problematiche sessuali maschili e con un ruolo significativo anche nei problemi femminili. Nell'uomo l'ansia da prestazione può causare disfunzione erettile, eiaculazione precoce, inibizione dell’orgasmo o calo del desiderio sessuale. Nella donna l'ansia da prestazione concorre nell'origine dell’anorgasmia, dell'anedonia, del vaginismo, della dispareunia e del calo del desiderio e dell’eccitazione.
Per superare l'ansia da prestazione in modo autentico è necessario modificare gli atteggiamenti cognitivi e relazionali verso la sessualità che generano tale predisposizione ansiosa. Le emozioni disfunzionali che hanno sostituito il naturale vissuto spontaneo possono essere superate sviluppando una maggiore competenza nella gestione dell'ansia e nell'orientare la propria risposta psicofisica nella direzione del rilassamento e del coinvolgimento corporeo. Un consulto sessuologico è consigliato dalla prima manifestazione del problema e, in ogni caso, se un iniziale tentativo di risoluzione autonoma risulta inefficace, è bene ricorrere al supporto di un sessuologo per affrontare la situazione in modo corretto e in genere con tempi di risoluzione più rapidi di quanto si possa sperare, anche quando il problema persiste da tempo.
Per esemplificare uno dei possibili esordi di ansia da prestazione si riporta un caso clinico (di cui sono stati modificati i dati per la privacy).
Mario è un uomo quarantenne, separato da qualche anno, molto attento alla cura del fisico affinché sia ben scolpito e attraente; da quando è single si vanta delle sue conquiste femminili suscitando invidia e ammirazione negli amici a cui racconta le sue imprese sessuali; dopo aver conosciuto una donna da cui è subito molto attratto e coinvolto emotivamente, essendo sicuro dei propri mezzi inizia a corteggiarla e a frequentarla con molte aspettative. Trascorre un mese tra cene romantiche e progetti idealizzati per il futuro e il coinvolgimento emotivo e l’idealizzazione del primo incontro intimo aumentano insieme alle aspettative. Finché arriva la tanto attesa serata in cui, creata la giusta atmosfera, la coppia inizia i preliminari. Mario si sente eccitato e nonostante abbia esagerato con l'alcool tutto sembra procedere come sempre; ma dopo qualche decina di secondi, in maniera improvvisa e inaspettata, Mario perde l'erezione ed il suo pene si affloscia. L’uomo appare incredulo, si scusa con la partner dicendogli che non gli era mai successo, prova e riprova nel tentativo di riscattarsi e fargli sentire che è un maschio virile ma, tutti i tentativi falliscono, l'erezione non arriva lasciando Mario nell'angoscia. Da quel momento l’uomo ripensa all'accaduto, prova a rassicurarsi dicendosi che forse aveva bevuto troppo o che forse non c’era passione con la donna che tanto gli piaceva, prova a convincersi che è stato solo un "incidente", giacché non aveva mai avuto alcun problema di erezione semmai la capacità di mantenerla a lungo era una delle qualità più apprezzate dalle partners. Così sparisce dalla vita di quella donna che tanto gli piaceva, vivendo un senso di vergogna e fallimento; organizza subito una serata con una vecchia conquista con la quale c’era sempre stata un’incredibile attrazione sessuale per dimenticare l'episodio e riscattarsi. Inaspettatamente, anche questa volta Mario perde l'erezione dopo pochi colpi sprofondando nella disperazione. Dopo questo secondo episodio, l’uomo è decisamente preoccupato, sente che qualcosa è cambiato: non riesce più a soddisfare sessualmente una donna e ciò gli appare drammatico! Inizia a cercare il riscatto con altre donne ma, anche questi tentativi, falliscono lasciandolo nello sconforto.
Mario è in balia dell'ansia da prestazione sessuale e alla sola idea di fare sesso viene sopraffatto dall'ansia anticipatoria che gli profetizza l'ennesimo fallimento con conseguente umiliazione e riduzione dell'autostima; così inizia ad evitare tutte le occasioni che possono sfociare in opportunità sessuali e ogni tanto si masturba solo per verificare le proprie erezioni. Il sesso è diventato un nemico, Mario appare sempre più depresso considerando che la fonte che alimentava il suo narcisismo gli si è rivoltata contro, probabilmente aveva attribuito alle proprie prestazioni sessuali un significato eccessivo e per questo un’occasionale perdita dell'erezione ha assunto un significato drammatico alimentando i circoli viziosi che mantengono e aggravano l'ansia da prestazione sessuale.
L’esempio riportato è solo uno degli scenari possibili. L'ansia da prestazione sessuale nell'uomo può nascere in seguito alla convinzione, spesso erronea, di non avere un’ erezione adeguata oppure di raggiungere l'orgasmo troppo presto "deludendo" le aspettative della partner, altre volte l'ansia può essere innescata dall'idea che il proprio pene sia troppo piccolo e inadeguato a stimolare il piacere. In molti casi, come nell’esempio riportato, l'ansia da prestazione sessuale si innesca dopo un primo ed inaspettato "incidente", vissuto come un dramma, che può alimentare, se non trattato subito, tutti i circoli viziosi che contribuiscono a cronicizzare il problema.
L’ansia danneggia l’erezione perché trasforma l’uomo in uno spettatore che giudica severamente la propria prestazione sessuale. E non riuscendo a mantenere un’erezione di qualità aumenta ulteriormente l’ansia nei tentativi successivi. L’ansia può essere peggiorata dall’inesperienza o da un iperinvestimento emotivo o dall’incapacità di abbandonarsi per un eccessivo controllo razionale. L’adrenalina blocca l’erezione perché inibisce l’attività della muscolatura liscia dei corpi cavernosi, che in condizioni normali fa sì che essi si riempiano di sangue provocando così l’erezione. In secondo luogo scatena un ipertono muscolare generale, che riduce la percezione delle sensazioni di piacere e mette l’organismo in uno stato d’allarme generale.
Nella realtà l’incontro intimo con una persona può cambiare di volta in volta e non dovrebbe essere un’esperienza memorabile o "da film" ma un momento di ricerca di piacere condiviso piuttosto che una prova da superare. Bisognerebbe godersi il viaggio esplorando il piacere piuttosto che concentrarsi sulla meta come fosse un esame da cui aspettarsi un voto o come un atto "obbligatorio" per compiacere la partner. Spostare l’attenzione dall’erezione e dalla penetrazione e dirigerla verso ogni gesto, carezza, parola e sensazione vissuta durante l’intimità permette di vivere un’esperienza capace di procurare estremo piacere. Si può imparare a riconoscere tutte quelle sensazioni fisiche e psicologiche gradevoli presenti durante l’incontro intimo con la propria partner e smettere di pensare che soltanto una penetrazione può portare sensazioni piacevoli. Si può far diventare l’esperienza prima di tutto un incontro e un rapporto tra due persone e poi un’unione sessuale. Se si rimane concentrati sulla performance si va in direzione opposta alla ricerca di piacere e si innesca l’ansia da prestazione con i suoi circoli viziosi.
L'ansia da prestazione rappresenta la principale causa di problematiche sessuali maschili e con un ruolo significativo anche nei problemi femminili. Nell'uomo l'ansia da prestazione può causare disfunzione erettile, eiaculazione precoce, inibizione dell’orgasmo o calo del desiderio sessuale. Nella donna l'ansia da prestazione concorre nell'origine dell’anorgasmia, dell'anedonia, del vaginismo, della dispareunia e del calo del desiderio e dell’eccitazione.
Per superare l'ansia da prestazione in modo autentico è necessario modificare gli atteggiamenti cognitivi e relazionali verso la sessualità che generano tale predisposizione ansiosa. Le emozioni disfunzionali che hanno sostituito il naturale vissuto spontaneo possono essere superate sviluppando una maggiore competenza nella gestione dell'ansia e nell'orientare la propria risposta psicofisica nella direzione del rilassamento e del coinvolgimento corporeo. Un consulto sessuologico è consigliato dalla prima manifestazione del problema e, in ogni caso, se un iniziale tentativo di risoluzione autonoma risulta inefficace, è bene ricorrere al supporto di un sessuologo per affrontare la situazione in modo corretto e in genere con tempi di risoluzione più rapidi di quanto si possa sperare, anche quando il problema persiste da tempo.
Articolo del: