L’ansia può essere nostra alleata?
L'ansia è uno stato di malessere che fa soffrire ma può anche diventare un trampolino di lancio verso un nuovo modo di vivere la vita

Secondo un’indagine svolta dal Policlinico Gemelli di Roma una persona su cinque rischia di incorrere in un disturbo d’ansia nell’arco della vita, con forti ripercussioni sulla vita lavorativa stimate in un’assenza mensile dal lavoro che può variare fra il 10 e il 40% delle giornate.
Nella grande classe dei disturbi d’ansia rientrano, oltre al disturbo d’ansia generalizzato, anche il disturbo d’ansia da separazione, il panico, il disturbo d’ansia sociale ed anche tutta la grande famiglia delle fobie.
Ma cos’è l’ansia? È un insieme di sintomi più o meno generici, più o meno intensi e più o meno pervasivi che sopraggiungono in maniera apparentemente inaspettata; è proprio la sua natura ambigua e poco chiara che rende l’ansia un disturbo invalidante, poiché chi ne soffre non sa cosa aspettarsi né quando sopraggiungerà la crisi. L’ansia è la paura dell’ignoto, di uno stimolo avvertito come minaccioso ma senza una motivazione concreta. Proprio questo non poter dare un nome a ciò che ci minaccia non fa altro che alimentare ancora di più l’ansia stessa.
L’ansia si presenta dunque con reazioni di apprensione e ipervigilanza verso qualcosa che si percepisce come vicino e pericoloso ma a cui non si riesce a dare un nome e per questo è difficile da riconoscere. Ciò che rende l’ansia difficile da gestire dal soggetto è la sua indefinitezza: se ho paura dei cani e ne vedo uno grande che mi viene incontro con aria minacciosa riconoscerò il pericolo e darò avvio ad una reazione di fuga; se invece sento di essere in pericolo ma non riesco ad associare ad esso un’immagine non riesco neppure ad attivare alcuna reazione difensiva, che sia di attacco o di fuga. È questa la percezione del soggetto ansioso, che dunque sperimenta un senso di impotenza.
In realtà tutto ciò che si origina nella nostra mente ha sempre un’origine ed una causa identificabili a cui si può arrivare con l’aiuto dello psicoterapeuta. A livello psicologico quello che accade è una crisi, un conflitto, un’incrinatura nell’immagine di sé e nel proprio sentire, ciò che l’individuo sente in un dato momento della vita viene percepito come inconciliabile con il sistema valoriale interno, ma è così inconciliabile da diventare inaccettabile ed innescare quella paura dell’ignoto che caratterizza l’ansia. Questo "ignoto" deve diventare "conosciuto", venire alla luce, ed essere assimilato al proprio sistema di valori che a questo punto deve essere modificato e rinnovato.
Dunque l’ansia non è solo un sintomo ma un segnale verso il cambiamento ed un impulso verso il miglioramento di qualche aspetto della nostra vita, una chance di crescita. E sicuramente è qualcosa che si può controllare e superare attraverso un percorso di crescita interiore da cui trarre input positivi di miglioramento di sé.
Nella grande classe dei disturbi d’ansia rientrano, oltre al disturbo d’ansia generalizzato, anche il disturbo d’ansia da separazione, il panico, il disturbo d’ansia sociale ed anche tutta la grande famiglia delle fobie.
Ma cos’è l’ansia? È un insieme di sintomi più o meno generici, più o meno intensi e più o meno pervasivi che sopraggiungono in maniera apparentemente inaspettata; è proprio la sua natura ambigua e poco chiara che rende l’ansia un disturbo invalidante, poiché chi ne soffre non sa cosa aspettarsi né quando sopraggiungerà la crisi. L’ansia è la paura dell’ignoto, di uno stimolo avvertito come minaccioso ma senza una motivazione concreta. Proprio questo non poter dare un nome a ciò che ci minaccia non fa altro che alimentare ancora di più l’ansia stessa.
L’ansia si presenta dunque con reazioni di apprensione e ipervigilanza verso qualcosa che si percepisce come vicino e pericoloso ma a cui non si riesce a dare un nome e per questo è difficile da riconoscere. Ciò che rende l’ansia difficile da gestire dal soggetto è la sua indefinitezza: se ho paura dei cani e ne vedo uno grande che mi viene incontro con aria minacciosa riconoscerò il pericolo e darò avvio ad una reazione di fuga; se invece sento di essere in pericolo ma non riesco ad associare ad esso un’immagine non riesco neppure ad attivare alcuna reazione difensiva, che sia di attacco o di fuga. È questa la percezione del soggetto ansioso, che dunque sperimenta un senso di impotenza.
In realtà tutto ciò che si origina nella nostra mente ha sempre un’origine ed una causa identificabili a cui si può arrivare con l’aiuto dello psicoterapeuta. A livello psicologico quello che accade è una crisi, un conflitto, un’incrinatura nell’immagine di sé e nel proprio sentire, ciò che l’individuo sente in un dato momento della vita viene percepito come inconciliabile con il sistema valoriale interno, ma è così inconciliabile da diventare inaccettabile ed innescare quella paura dell’ignoto che caratterizza l’ansia. Questo "ignoto" deve diventare "conosciuto", venire alla luce, ed essere assimilato al proprio sistema di valori che a questo punto deve essere modificato e rinnovato.
Dunque l’ansia non è solo un sintomo ma un segnale verso il cambiamento ed un impulso verso il miglioramento di qualche aspetto della nostra vita, una chance di crescita. E sicuramente è qualcosa che si può controllare e superare attraverso un percorso di crescita interiore da cui trarre input positivi di miglioramento di sé.
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