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L'assegno di divorzio e le sue prossime evoluzioni


Ecco quali sono le nuove regole di riconoscimento dell’assegno di divorzio al vaglio del Parlamento
L'assegno di divorzio e le sue prossime evoluzioni

La recente sentenza della Corte di Cassazione che ha definito la contesa tra i coniugi Veronica Lario e Silvio Berlusconi ha confermato l’applicazione dell’evoluzione giurisprudenziale recente con riferimento all’erogazione dell’assegno di divorzio.
Il tema risulta piuttosto appassionante, specie quando si pensa alle sostanze economiche e patrimoniali come quelle dei coniugi Berlusconi, ma risulta ancora più di primario interesse per la moltitudini di coniugi che non hanno la fortuna di versare nelle altrettante felici condizioni di vita economica e patrimoniale…

Certamente sentenze come quella sopra ricordata hanno il pregio di evidenziare le lacune che ormai sono evidenti nel sistema: sono sostanzialmente d’accordo con quanto letto in questi giorni sulla necessità per i coniugi di definire assetti economici e patrimoniali pre-matrimonio, a mezzo di accordi prematrimoniali attualmente non ancora consentiti nel nostro sistema:  ciò aiuterebbe di molto a ridurre la possibilità di  contenziosi impegnativi per il tempo dei processi e per la generale economia processuale.

Sempre più spesso si assiste, infatti, a liti di coniugi, spesso mogli, che ritengono di essere nel diritto di dover percepire un assegno divorzile dal momento che hanno investito la propria vita matrimoniale assistendo il marito in tutto e per tutto, curandosi di casa e famiglia e concedendogli la possibilità di un’opportunità di carriera e di successo economico; parimenti sono altrettanti i coniugi, più spesso i mariti, che dopo aver concesso molte disponibilità e fornito  in tanti casi alle proprie mogli abbondanti strumenti e mezzi anche per rendersi autonome e continuare il percorso post matrimonio, non ritengono di dover essere impegnati in via duratura nei confronti di una persona con cui hanno deciso di non condividere più il resto della vita.


Ma quando deve essere corrisposto davvero l’assegno di divorzio?

E’ noto che i criteri elaborati dalla giurisprudenza degli ultimi anni da applicare al fine del riconoscimento dell’assegno di divorzio siano quelli di natura assistenziale, perequativa e contributiva.

L'assegno divorzile, come noto ben diversamente da quello riconosciuto in fase di separazione, è un assegno che l'ex coniuge deve corrispondere all'altro coniuge più bisognoso dopo l'effettivo scioglimento del vincolo matrimoniale tra i due, ovvero quando cessa la vigenza del dovere coniugale di assistenza morale e materiale.

La valutazione sul riconoscimento del diritto a ricevere l'assegno e la quantificazione del suo importo sono stabiliti dal Giudice, considerando:   

a)  la durata del matrimonio

b) le condizioni di vita dei due coniugi,

c) le ragioni che hanno definito la fine del matrimonio,

d) il valore del contributo personale ed economico che ciascun coniuge ha portato all'interno della famiglia e al patrimonio.

 

Le nuove possibili regole per l'assegno divorzile

La sentenza della Cassazione n. 18287/2018 ha già rivisto il calcolo dell'assegno divorzile considerando in particolar modo anche il fattore “durata del matrimonio”.

Proprio in ragione di ciò, è piuttosto rilevante soffermarsi sulle nuove regole all’esame del Parlamento al fine del riconoscimento; nello specifico, potrebbero essere introdotti:

1)  un termine di erogazione dell’assegno divorzile (anche detto “assegno a tempo”);

2) la decadenza dal diritto alla percezione dell’assegno in caso di unione civile, nuove nozze o convivenza stabile dell’ex coniuge;

3) ai fini del calcolo dell’assegno veritiero, obbligo a collaborare per fornire la documentazione completa della situazione reddituale e patrimoniale, con la possibilità di prevedere una sanzione pecuniaria per chi si oppone.

Le nuove regole per l'assegno divorzile mirano a definire precisi limiti affinché la fine del matrimonio non si ponga come causa di arricchimento non dovuto per uno dei due coniugi e/o causa di degrado esistenziale del coniuge economicamente debole.

Pertanto, nel nuovo calcolo dell'assegno divorzile si dovrebbero valutare:

●    le condizioni personali ed economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi in fase di divorzio;

●    il patrimonio e il reddito di entrambi i coniugi;

●    il contributo personale ed economico dato da ciascuno al ménage familiare;

●    l'impegno di cura di figli comuni (minori, disabili o comunque non economicamente indipendenti);

●    il comportamento complessivamente tenuto da ciascuno in ordine al venir meno della comunione spirituale e materiale.

In questo modo il criterio del tenore di vita verrà definitivamente superato.

Attualmente questa è la proposta di modifica dell’assegno divorzile: non ci resta che attendere e verificare se effettivamente questa sarà la riforma che verrà partorita prossimamente dal Legislatore.

 

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L'autore è esperto in Diritto di famiglia
Avvocato Barbara Spinella
Via Andrea Maffei 1 - 20135 Milano
20131 - Milano (MI), Lombardia


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