L’autogoverno con l’aiutino


Tattiche per darsi un po' di disciplina
L’autogoverno con l’aiutino
Non è semplice offrire una direzione alle nostre scelte, alle abitudini, ai desideri. Appare ancora più difficile, oggi, con la diffusione di libertà e benessere. In un mondo di tentazioni che spingono verso la soddisfazione immediata il buon consumatore, allenato dalla pubblicità, non è certo un campione di autocontrollo. Neppure tale capacità gode del prestigio di un tempo. È molto più di moda la tensione alla realizzazione personale che non la repressione di istinti o il rispetto di convenzioni sociali e regole di costume. L’autocontrollo, secondo Danil Akst, consiste nel decidere quali desideri vogliamo seguire e sembra contare più di altri fattori, intelligenza compresa, nel determinare i risultati. Harry Frankfurt offre una visione interessante quando sostiene che l’uomo ha la capacità di "prendersi sul serio". E’ l’unico animale che non accetta di essere come gli capita ma può scegliere tra i desideri quello più conforme alla propria identità: riesce insomma a "volere la volontà". Il tema è ampiamente dibattuto a partire dai filosofi dell’antica Grecia sino ad illustri pensatori attuali. Anche in passato c’era bisogno di alcuni sostegni esterni per porre sotto controllo le tentazioni.
Victor Hugo, per costringersi a scrivere senza buttare via tempo prezioso, ordinava al suo collaboratore di far sparire i vestiti in modo da dover rimanere chiuso in casa per ore. Demostene era arrivato a rasarsi a zero allo stesso fine. Ulisse si fece legare dai marinai per ascoltare il canto delle sirene senza cedere allo stesso.
E’ un buon uso di lungimiranza ed immaginazione quello che consiglia di rendere il contesto a noi più favorevole, evitando di fare la spesa a stomaco vuoto, scrivendo gli obiettivi con accanto una scadenza o rendendo pubblici gli impegni per farli maggiormente vincolanti. Sembra che i contenitori delle pietanze e la varietà delle stesse influiscano sulla quantità che ne buttiamo giù. Ciò vale per i piatti a tavola ed anche per i contenitori di pop corn: più grandi sono, più mangiamo.
Le religioni hanno presente che la volontà è un muscolo da rafforzare con l’esercizio; testimoniano che è saggio creare un ambiente più favorevole all’autodisciplina. Eppure se le abitudini sono un’arte e determinano la qualità della vita, le tecniche e gli stratagemmi appaiono solo parte dell’allenamento. Per prendere il timone, occorre saper distinguere tra bisogno e motivazione e cominciare a chiedersi: "mi identifico con quel desiderio?".
Non basta per essere certi di governare puntualmente la nostra vita, ma è un buon inizio. Soprattutto quando l’autocontrollo non è la prima delle nostre potenzialità.

Riferimenti Bibliografici
Elogio dell’autodisciplina, Daniel Akst, Mondadori, 2011
Prendersi sul serio, Harry Frankfurt, Rizzoli, 2008
La passione di comunicare, Armando Floris, Historica, 2016

Articolo del:


di Armando Floris

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