L’economia reale


C’era una volta l’economia reale…oggi ridotta a servitù della grande oligarchia finanziaria speculativa globale
L’economia reale
Con l’istituzionalizzazione e il ritorno agli inizi degli anni 90 della banca universale (non più soltanto attività commerciale tradizionale, ma anche intermediazione e speculazione finanziaria in proprio) lo scenario, trainato anche dal processo di globalizzazione in corso, è mutato velocemente e totalmente dando luogo a quel fenomeno degenerativo meglio conosciuto come finanziarizzazione dell’economia.

Proprio la sua incontrollata e perniciosa proliferazione ha dato origine nel 2008, con il default di Lehman Brothers (una delle più vecchie e prestigiose banche d’affari al mondo, ma solo la punta di un gigantesco iceberg finanziario in stato fallimentare), ad una delle crisi economiche e sociali più gravi della storia, poi propagatasi in tutto il mondo e di cui l’Europa, ancora, ne sta pagando le disastrose conseguenze.

Si è così perseguito ed affermato un nuovo paradigma sotto il protettivo ombrello di un neoliberismo oramai imperante: non più la finanza al servizio dell’economia reale per la crescita ed il benessere della società tutta, ma l’economia reale, quale fertile terreno di saccheggio, al servizio del grande capitale finanziario autorefernziale, alieno da ogni scrupolo etico e morale, in grado d’instaurare organismi sovranazionali a cui assoggettare stati e governi da rendere via via sempre più inetti e supini.

Le forze in campo.

Già a fine 2013 (Fonte: BRI - Banca dei Regolamenti Internazionali) l’ammontare delle attività finanziarie globali toccavano la stratosferica somma di 993 mila miliardi di dollari contro un PIL mondiale di 75 mila miliardi con un rapporto di oltre 13 a 1.

Ma l’aspetto più inquietante è che di quei 993 mila miliardi di dollari nemmeno un terzo era al servizio dell’economia reale, mentre i restanti due terzi, oltre 700 mila miliardi, erano rappresentati da prodotti "derivati ", ovvero, da finanza speculativa sintetica o di carta, ad elevatissima remunerazione e bassissima tassazione, trattata al di fuori dei mercati regolamentati (OTC-Over The Counter).

In sostanza è ormai uno stato di fatto il dominio finanziario a livello globale di predatrici oligarchie finanziarie che vivendo di vita propria (complici l’assenza di divieti e limiti imposti dalle istituzioni politiche e finanziarie, governi e banche centrali in primis) assorbono risorse dall’economia reale per poi decuplicarle attraverso sofisticate speculazioni d’ingegneria finanziaria che mai, però, vi faranno ritorno per favorire la crescita ed il benessere diffuso di tutte le popolazioni.

Concludendo, molto amaramente, allocare portafogli finanziari in un tale degradato contesto oltre che impresa ardua è sempre più impresa ai limiti del gioco d’azzardo.

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di Nivel Egidio Ruini

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