L'Effetto Greta e lo stato del diritto ambientale in Italia


La nota di accompagnamento al Def riscopre i finanziamenti in favore dell’ambiente, ma la politica ambientale sarà efficace solo se collaborano imprenditori e cittadini
L'Effetto Greta e lo stato del diritto ambientale in Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Effetto Greta sulle politiche ambientali in Italia?

La nota accompagnatoria al documento di economia e finanza (la cd. NaDef) predisposta nei giorni scorsi dal Governo italiano ai fini della Legge di Bilancio, riscopre i finanziamenti in favore dell’ambiente.

Se ne parla come di Green New Deal.

Sarà l’effetto Greta? Sarà che la Germania ha promesso investimenti ingentissimi nei prossimi anni nel settore ambientale? Di certo le risorse finanziarie messe in campo con il Green New Deal non sono sufficienti in alcun modo a favorire in Italia investimenti che abbiano parvenza di significatività nel campo ambientale. Nonostante ciò, il Green New Deal è senz’altro un segnale positivo.

Riteniamo che la politica ambientale debba oggi essere al centro della mission del Governo italiano, indipendentemente dai partiti che lo compongono.

Poiché gli effetti sull’ambiente sono legati a condotte molteplici e quotidiane, il cittadino ha necessità di percepire un messaggio positivo da parte dello Stato e delle Autorità in generale, di vera lotta agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento.

Ai messaggi ed agli annunci occorre, però, che seguano azioni concrete di finanziamento ed investimenti in campo ambientale.

 

 

Lo stato del diritto ambientale in Italia

Il diritto ambientale in Italia, cioè tutte quelle normative che disciplinano materie come i rifiuti, le acque, gli scarichi, l’aria ed in generale tutti i fenomeni di inquinamento, necessita semplicemente di applicazione e controllo.

Le discipline positive in Italia esistono, sono perfino numerose, prevedono precetti e sanzioni. La logica del command and control oggi non è ancora superata, ma certamente azioni dirette a promuovere la cultura ambientale favoriscono un’adesione partecipe del cittadino, dello studente, della casalinga ed inducono a compiere atti quotidiani sostenibili.

Facciamo un esempio. La raccolta differenziata dei rifiuti è nelle mani dei cittadini, i quali però devono conoscere l’esito del loro impegno di separare i rifiuti alla fonte. Devono percepire che le condotte sostenibili sono condivise dall’Autorità amministrativa la quale ha il compito di dare conto delle quantità di prodotto recuperato, riciclato. Possibilmente i cittadini devono anche percepire che il recupero del prodotto/materiale e i minori costi di smaltimento consentono riduzioni nelle imposte sui rifiuti.

Gli imprenditori devono guardare al diritto ambientale e, quindi, ai limiti alle emissioni ed agli obblighi di gestione degli aspetti ambientali come un’opportunità di crescita aziendale nel senso dello sviluppo tecnologico.

 

 

Lo stato della giurisprudenza in materia ambientale e l’azione della P.A.

Molte condotte illecite in materia ambientale sono sanzionate dalla normativa vigente, sia con sanzioni amministrative che con sanzioni penali.

Gli illeciti penali ambientali prevedono generalmente pene minime e pertanto è sempre elevato il rischio che le attività di indagine e la successiva attività processuale sia vanificata dal decorso della prescrizione. Infatti, in Italia accade spesso che molti illeciti penali non siano alla fine sanzionati a causa della lunghezza dei processi.

Anche nella materia urbanistica ed edilizia si assiste impotenti al decorso della prescrizione per varie tipologie di abusi edilizi che, ricordiamolo, comportano sempre danni all’ambiente e sacrificio per il territorio. Spesso gli abusi edilizi e soprattutto la somma degli abusi sono responsabili di enormi danni a persone e cose in conseguenza di eventi atmosferici un tempo straordinari, ma oggi frequenti.

Gli effetti dannosi degli eventi atmosferici eccezionali si moltiplicano a causa dall’incuria dell’uomo nel realizzare opere edili.

La P.A. ha il compito gravoso di controllare lo stato del territorio e reprimere in nuce l’abusivismo.

Al tempo stesso la macchina amministrativa, se troppo lenta nelle istruttorie di richieste di permessi di costruire, favorisce il dilagare dell’abusivismo.

La normativa ambientale prevede spesso sanzioni di natura amministrativa per violazione di precetti ambientali. Tali sanzioni consistono generalmente in pene pecuniarie che appaiono talvolta misure di scarsa efficacia per impedire illeciti ambientali.

 

 

Conclusioni

Come nel famoso apologo di Menenio Agrippa alle classi plebee a Roma che rifiutavano di collaborare coi patrizi, la politica ambientale sarà efficace in Italia solo se tutte le membra del corpo collaboreranno fra loro.

Se la testa (lo Stato) indirizza la politica nazionale verso azioni diffuse e concrete di ecosostenibilità, provvedendo a mettere ingenti risorse per finanziare investimenti, anche le altre membra (i cittadini e le imprese) si muoveranno verso condotte di responsabilità ambientale.

 

 

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di avv. Salvatore Mancuso

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