L'esame di maturità:...è solo un esame!

L’anno scolastico è finito da poco e per gli studenti dell’ultimo anno della secondaria superiore è il tempo degli esami di maturità. Il tempo di ansie, giornate di studio intenso, ma anche di ambizioni, di progetti e aspettative.
L’esame di maturità, anche se non si tratta dell’unico esame di fine corso (pensiamo agli esami di licenza media oppure anche agli esami universitari), viene vissuto con una sua unicità; il nome stesso con cui viene designato non rimanda solo a una prova scolastica, ma a una prova di vita.
Ha, infatti, un valore simbolico perché connota l’ingresso nell’età adulta. E’ una sorta di rito di passaggio.
Per questo attiva emozioni e vissuti particolari (ansia, paura del fallimento) non solo nello studente ma anche in tutta la famiglia, si tratta di emozioni che non sono legate solo all’evento in se (un esame appunto), ma anche alle aspettative, ai significati che vengono attribuiti alla vita adulta e più o meno consapevolmente condivisi.
Tutto questo fa sì che un evento, già di suo stressante ed emotivamente coinvolgente, possa rappresentare un ostacolo difficile da superare, una sorta di spettro con cui ci si deve confrontare, che alimenta emozioni negative e disagi che potrebbero essere difficili da gestire.
L’esame di maturità è sì inteso come un rito di passaggio, ma è soprattutto un esame, una prova che suggella la fine di un percorso scolastico, come potrebbe esserlo il compito in classe di fine quadrimestre. E’ la prova finale è vero, ma è parte di un percorso, per cui contano non solo i giorni precedenti all’esame, ma tutto il cammino scolastico dell’allievo/a.
E’ una prova scolastica e non il verdetto sulle future capacità del giovane di essere un adulto “maturo”, quindi capace di scelte responsabili e coerenti.
La vita adulta si gioca in molte altre “prove” (lavoro, famiglia, difficoltà quotidiane, salute) e il modo in cui si affronteranno, l’esito che avranno dipende da tanti fattori (esperienza di vita, personalità, momento storico ecc.). Questo gli adulti lo sanno bene e dovrebbero pertanto sostenere e tranquillizzare il “candidato/a”.
E’ tipico, spesso, riversare su questi le proprie ansie, le proprie aspettative, ma così facendo il ragazzo/a si sentirà costretto a raggiungere un obiettivo o una motivazione che non gli appartengono, proverà emozioni che non sarà sempre in grado di riconoscere.
E’ fondamentale, invece, stabilire un confine tra i vissuti che circolano in casa, questo permette di creare uno spazio in cui ci sia la possibilità di ascoltare e accogliere le paure, i vissuti del ragazzo/a dando loro la possibilità di una diversa elaborazione. Si crea così anche un clima di sostegno che sicuramente è quello più utile.
In questo modo concediamo sia a noi stessi come adulti e soprattutto ai nostri ragazzi la possibilità di una "diversa prova di maturità".
E’ questa un’altra e importante prova di maturità che da adulti possiamo concederci e soprattutto concedere ai nostri ragazzi.
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