L'immaginario: il benessere a occhi chiusi


Spesso i disturbi psicosomatici si comprendono solo se accettiamo di contattare profonde immagini che orientano il nostro comportamento
L'immaginario: il benessere a occhi chiusi
Di fronte ad un disagio per il quale una persona può rivolgersi ad un Psicologo, talvolta banale, talaltra più specifico ed importante, mi capita sempre più frequentemente di rilevare quanto centrali e significative siano alcune "immagini" che il linguaggio (verbale o non verbale) fa emergere. Ma oggi la Psicologia ne sta scoprendo anche la grande rilevanza "energetica", per così dire, la centralità nell’orientare non solo le risposte, i comportamenti, l’emotività degli individui, ma anche la loro capacità di trovare nel corpo, nelle reazioni fisiologiche anche più profonde una presenza prima insospettata e insospettabile. Se così non fosse non si capirebbero fenomeni come la vergogna, l’imbarazzo ed altri ancora in cui la parola riesce a suscitare una risposta dell’organismo reale, misurabile, "oggettiva". Perché mai, se così non fosse, una battuta infelice o una "gaffe" dovrebbero far arrossare la mia pelle? Per non dire della paura che fa "rizzare i capelli" (cosa che accade realmente...) o "accapponare la pelle". E, d’altra parte, ormai la Psicologia e la Medicina sono sempre più d’accordo nel ritenere profondamente legati l’un l’altro due processi così apparentemente "lontani" come il mondo delle emozioni ed il sistema immunitario, tanto implicato in gran parte delle nostre patologie da "stress".
Ma dove abitano queste immagini, dove possiamo ritrovarle, farne esperienza ed eventualmente poterle modificare? Secondo il mio parere il grande uso che oggi si fa di metodiche di Rilassamento dovrebbe aiutarci proprio in questa ricerca. Se da un lato è importante ritrovare modelli corretti di respirazione e di allentamento delle tensioni muscolari, mi sembra altrettanto vitale, ad occhi chiusi, ricontattare il mondo delle immagini che in questa condizione tornano a presentarsi.Un'oscurità popolata di immagini fantastiche che le favole hanno a lungo testimoniato essere luogo di contatto tra Mente e Corpo. Questo mondo fiabico ci parla ogni giorno quando ci sentiamo "come leoni", oppure quando sentiamo di essere arrivati al "settimo cielo". Già C.G.Jung, forse il più importante Psicanalista dell’epoca successiva a S.Freud, aveva riportato alla luce l’importanza dei simboli che ciascun essere umano ospita in sé, delle immagini sulla cui base vive le proprie emozioni e si racconta. Nei decenni a seguire è stato un fiorire di ricerche che ne hanno corroborato le intuizioni, fino all’evidenza empirica di come alcune situazioni di disagio psicofisico (talvolta anche pesanti) abbiano in alcune di queste immagini il loro nucleo, il loro nocciolo problematico. Così oggi conosciamo la "psicologia del prigioniero" di molte condizioni allergiche, o quella delle condizioni asmatiche, così condizionate da immagini di "abbandono e separazione" negate o rifiutate, mai elaborate. Chiudendo gli occhi, orientando la mente verso una condizione di quiete e tranquillità è possibile riprendere contatto con queste immagini che ci abitano, spesso inconsapevolmente e contro le quali portiamo avanti estenuanti lotte; da una parte le nostre immagini profonde, dall’altra quelle generate da come gli altri ci vorrebbero o ci vedono. Immagini che sgorgano più facilmente se cominciamo a concentrarci sul ritmo del respiro. Come ricorda James Hillman, uno dei più autorevoli prosecutori del lavoro di Jung, è in questi giochi di immagini contrapposte che si svolge la lotta tra "ciò che è" e "ciò che vorremmo che fosse"; quelli che chiama i nostri "epiteti" ( Il Negoziante, L’Amante, L’Artificiere ecc.) sono spesso una parte di noi che porta con sé abilità, capacità, talenti, risorse ed energie che ignoriamo e che ostacoliamo semplicemente per aderire a ciò che altri da noi vorrebbero. Il Rilassamento permette sopattutto questo; incontrare quello "scavezzacollo" , quel "bastian contrario" oppure quel "leone" che ci abitano da sempre e che possono raccontarci cos’è che veramente conta per il nostro benessere. Ad un saggio cinese, una volta, un uomo infelice chiese cosa potesse fare per risolvere la propria condizione. Il saggio rispose "Non è infelicità, è solo che stai guardando dalla parte sbagliata!"

Articolo del:


di Mario Bianchini Psicologo Psicoterapeuta

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse