L’assenza del padre, sia fisica che psicologica, crea notevoli difficoltà nello sviluppo della personalità dei figli. La madre dovrebbe impedirla
All’interno del nucleo familiare la figura materna ha sempre rappresentato un ruolo importante nella cura e crescita dei figli a differenza della figura paterna che in passato ha investito poco sull’educazione dei figli per preoccuparsi più del benessere economico della famiglia. Oggi si assistite invece, alla nascita del cosiddetto "padre partecipante", una figura di padre che si allontana da quella del "padre padrone" per creare con i figli una relazione fondata sull’affettività e sulla condivisione. Una figura che conserva le sue prerogative maschili ma che si dimostra anche disponibile a prendersi cura dei propri figli in modo autonomo e responsabile al fine di costituire insieme alla madre quella base sicura sulla quale i figli possono appoggiarsi. E’ importante che fra genitore-figlio si crei un’atmosfera di sicurezza e fiducia perché, come ha spiegato Bowlby, consente al bambino o all’adolescente di affacciarsi a esplorare in modo sereno l’ambiente extra-familiare, ma anche di sentirsi sicuro di poter ritornare nel suo ambiente "sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato". Se pertanto i padri costituiscono figure determinanti per favorire il processo di separazione dalla madre e l’ingresso nel mondo adulto, le madri sono figure fondamentali per favorire il dialogo e la stima di sé. Ogni genitore ha un proprio ruolo e solo insieme si integrano e si completano. La paternità e la maternità vengono però messe a dura prova dalla separazione coniugale che è un evento doloroso sia per chi lo subisce, che per chi lo impone; la decisione di lasciarsi è spesso accompagnata da trascorsi conflittuali ed allora risulta difficile per la coppia tenere distinte le competenze genitoriali dal fallimento coniugale ed i genitori sembrano dimenticare che i figli hanno diritto di ricevere affetto, educazione e cure. L’evento separazione mette in pericolo un intero sistema di relazioni e di ruoli e risulta complicato ripristinare gli equilibri. In particolare, il padre deve far fronte ad innumerevoli cambiamenti ed alla necessità di creare nuove modalità relazionali con l’ex moglie e con i figli. Se è lui che si allontana da casa si trova "costretto" a rinunciare alla continuità familiare, a subire difficoltà legate sia ad aspetti logistici che di natura conflittuale con l’ex coniuge, mettendo a dura prova le sue competenze, la sua capacità di essere padre, ovvero: il riconoscimento delle proprie funzioni e responsabilità; il sentirsi padre, che si riferisce alla percezione emotiva della paternità; la capacità di mantenere un’interazione o contatto fisico con il proprio figlio. L’assenza del padre, sia fisica che psicologica, crea notevoli difficoltà nello sviluppo della personalità dei figli e quindi per favorire il riconoscimento del ruolo paterno è importante che il padre abbia la possibilità di mantenere una relazione con il figlio e che la madre sia capace di coinvolgere il padre favorendo l’accesso al figlio. Quando la coppia coniugale si separa è auspicabile che i coniugi riescano ad elaborare le ragioni profonde del fallimento della loro intesa poiché solo così è possibile garantire ai figli una relazione "serena" con ambedue i genitori e una linea educativa congiunta. Questo alla luce del principio che il figlio non è un’esclusiva del genitore con cui abitualmente abita e che ai genitori con separazione non è possibile divorziare dai figli.
Dott.ssa Maria Antonietta Canestrino, mediatrice familiare
Qualunque veste assuma la violenza domestica non deve avere ad oggetto sporadici episodi ma deve costituire una modalità quotidiana d’interazione della coppia
Le diverse forme di violenza e la differente gravità della stessa ha indotto gli studiosi a compiere un esame sull'opportunità del ricorso alla Mediazione familiare