L’industria 4.0 e gli effetti sull'organizzazione aziendale

L’industria 4.0 è stata la rivoluzione digitale dell’industria che ha permesso interconnessioni intelligenti e tempestive tra uomo, macchina e dispositivi informatici, consentendo una coordinazione tra sistemi precisa e in tempo reale.
Tale trasformazione industriale porta con sé una grande sfida, ovvero la capacità dell’azienda di adattarsi a tali cambiamenti nel più breve tempo possibile, poiché decidere di rimare in indietro, significa perdere il valore aggiunto conquistato nel tempo con catastrofici cali di efficienza ed efficacia che nel lungo periodo si traducono in perdita di redditività.
Le aziende che decidono di accogliere le opportunità offerte dall’industria 4.0 dovranno ripensare anche ad un modello organizzativo in grado di supportare le nuove tecnologie industriali con alti livelli di produttività che consenta ai lavoratori (operai e impiegati) di operare in un clima positivo e collaborativo.
Durante la seconda rivoluzione industriale il modello organizzativo più utilizzato è stato quello classico Taylorista, applicato per la prima volta nel 1913 da Henry Ford, nell’industria automobilistica; tale modello aveva come scopo principale quello di utilizzare in modo razionale la grande massa di forza lavoro non qualificata all’epoca disponibile, e il principio su cui si basava era quello della “Rigida divisione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale”, tale concezione permetteva senz’altro un controllo puntuale dei tempi di lavoro e delle azioni di ogni collaboratore.
Un'impresa che voglia adottare il modello di Industria 4.0, ha la necessità di mettere al centro dell’attenzione il “Ruolo delle Competenze"; l’avvento delle nuove tecnologie richiede competenze specifiche e nuovi modelli di business, il “fattore HR”, nei modelli organizzativi a geometria variabile, costituirà – a mio giudizio – l’elemento centrale in quanto abilitante all’implementazione di una “Lean Organization”.
Il modello di Organizzazione snella (o Lean Organization) è quello che più si adatta alle esigenze di un’impresa 4.0, un modello contraddistinto da attitudini a:
1) lavorare in team flessibili con competenze interdisciplinari e svincolati da rigide dipendenze gerarchiche (modelli a rete);
2) apprendere e migliorarsi continuamente;
3) favorire la focalizzazione dei team su singoli progetti;
4) monitorare e misurare.
Il sistema ruota attorno a dieci pilastri tecnici e a dieci pilastri manageriali. Un audit esterno valuta il grado di applicazione dello standard raggiunto dallo stabilimento e stabilisce così un punteggio che si traduce in quattro tipi di certificazione: bronzo, argento, oro e world class.
Attualmente il WCM (World Class Manufacturing) rappresenta uno dei migliori standard di produzione a livello mondiale, applicato con successo da tutti gli stabilimenti del Gruppo Fiat.
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