L’infelice cancellazione delle cartelle fino a 5mila euro


Il recente Decreto Sostegni ha previsto la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5mile euro, facciamo degli esempi pratici
L’infelice cancellazione delle cartelle fino a 5mila euro

Come noto, 19 marzo 2021, il Governo ha approvato il c.d. Decreto Legge “Sostegni” attraverso il quale sono state avviate una serie di campagne a sostegno di imprese e famiglie al fine di arginare la crisi economica che sta affrontando il nostro paese. Si tratta di un decreto che nasceva sotto la migliore stella, in un’ottica di rinnovamento e di vicinanza verso il cittadino. Invece il Governo ha ufficializzato una bozza di decreto che risulta più come un compromesso grossolano tra le camaleontiche parti politiche che governano, piuttosto che una soluzione per il cittadino.

Tralasciando il sostegno al reddito ed i finanziamenti a fondo perduto, ciò che preme sottolineare con questa comunicazione è l'intervento che riguarda i debiti derivanti da cartelle esattoriali. In detto campo il governo ha stabilito cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5.000 euro del periodo 2000-2010 per i soggetti con reddito inferiore a 30.000 euro, definizione agevolata degli avvisi bonari su periodi di imposta 2017 e 2018 per i soggetti che hanno subito un calo del volume d’affari del 30% rispetto al 2019, proroga dell’attività di riscossione coattiva fino al 30 aprile 2021.

Ebbene, da una prima analisi siamo di fronte ad un decreto che pone una differenziazione tra cittadini. Vengono individuati soggetti meritevoli e soggetti sacrificabili. In pratica solo chi ha determinati requisiti può richiedere gli sgravi e le rottamazioni previste, mentre gli altri vengono lasciati perire e in balia del loro destino. È evidente la disparità di trattamento e la suddivisione in classi. Ma vediamo nel dettaglio come funziona.

Immaginiamo due imprenditori con ditta individuale. Ditta idraulica di Mario con reddito di 29.900 euro; cartelle esattoriali di varia natura iscritte tra il 2000/2010 per euro 40.000. Ditta meccanica di Gino con reddito di 32.000 euro; cartelle esattoriali di varia natura iscritte tra il 2000/2010 per euro 20.000. Tali cartelle esattoriali riguardano contributi personali, imposte e tasse non corrisposte inferiori cadauna a 5.000 euro. Bene, Gino e Mario in linea di principio hanno un reddito quasi identico, un identico potere di spesa, ma un debito differente. Secondo il decreto Sostegni, però Mario è meritevole del beneficio mentre Gino non è meritevole, perchè è “ricco”. Quindi a Mario verranno annullati d’ufficio 40.000 euro, mentre Gino dovrà pagare 20.000 euro. Non serve un'analisi di un accademico per comprendere che ove il decreto venisse pubblicato con questo testo avremo due categorie di beneficiari e molti imprenditori sostanzialmente meritevoli che però rimarranno con i debiti iscritti per un semplice dato formale. Siamo giunti così all’epilogo di questa veloce analisi del Decreto Legge Sostegni.

L’ultima valutazione riguarda la definizione agevolata degli avvisi bonari su periodi di imposta 2017 e 2018 per i soggetti che hanno subito un calo del volume d’affari del 30% rispetto al 2019. Anche in questo caso siamo di fronte ad una disparità di trattamento tra soggetti diversi. Ma non è chiaro se un simile intervento riguarda solo gli avvisi bonari dell’agenzia delle entrate o anche i contributi previdenziali, nè quali siano le condizioni per accedervi e quali sgravi su sanzioni e interessi sono previsti. L’unica cosa certa ad oggi è che il 30 aprile ripartiranno le notifiche.

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di Dott. Davide Maria De Filippi

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