L'inutile utilità delle previsioni finanziarie
Perchè sono comunque importanti le previsioni economico-finanziarie per l'andamento dei mercati

Per chi come me lavora nel settore finanziario, la fine di un anno e l'inizio di uno nuovo è il periodo in cui noi consulenti finanziari siamo chiamati a misurarci con quello che nel corso dei decenni è diventato un qualcosa di irrinunciabile, ormai insito nella nostra stessa professione fino a diventare un vero proprio mantra, ovvero la lettura, lo studio e la vera e propria analisi delle previsioni economico-finanziarie per l'anno appena iniziato ed oltre.
Già da ottobre, per i più temerari addirittura subito dopo il ritorno dalle ferie estive, è già tempo di iniziare a sfornare report ed outlook via via più dettagliati, niente e nessuno sfugge alla furia predittiva di famosi economisti, gestori, analisti o semplici esperti. Ogni angolo del mondo, anche il più remoto dell'Africa o dell'Asia, viene scandagliato e messo sotto la lente d'ingrandimento delle più prestigiose case di gestione mondiali.
Sulla mia casella di posta si susseguono senza sosta mail con allegati a volte di 30-40 pagine, non di rado difficili da digerire anche per il più volenteroso.
Ora tutto questo si scontra con la celebre affermazione "L'unica funzione che hanno le previsioni economiche è quella di rendere l'astrologia rispettabile" del celebre economista John Kenneth Galbraith. Per quanto paradossale non si può certo negare che tale affermazione poggi su solide basi statistiche. Ed allora perché si continuano a produrre previsioni e noi consulenti siamo, a mio modesto avviso, chiamati a conoscerle e capirle?
Perché le previsioni sono una componente fondamentale per il funzionamento corretto dei mercati. Senza previsioni come sarebbe possibile la creazione di un consenso ad esempio verso una determinata tipologia di investimento?
Sappiamo bene quanto siano complessi i mercati finanziari, a volte sembrano totalmente disconnessi dalla realtà economica mentre in altri periodi ricalcano fedelmente l'andamento dell'economia reale. Ma questo avviene grazie ad un flusso enorme e continuo di informazioni che vengono prodotte, elaborate e quindi decodificate dai principali attori economici e finanziari a livello globale.
Governi, Banche Centrali e le grandi Banche private sono i principali produttori, ma non esclusivi, di questo flusso informativo che determina, almeno in parte, l'andamento dei mercati. E' il continuo incrociarsi di previsioni, e del relativo "sentiment", con i dati economici reali che determina la traiettoria dei mercati in un costante ribilanciamento tra aspettative confermate o meno.
D’altra parte sulle previsioni si basano anche i cosiddetti investitori "contrarian", cioè quelli che scientemente decidono di adottare strategie che vanno deliberatamente contro il consenso diffuso, pertanto in mancanza di quest’ultimo non ci potrebbero essere nemmeno coloro i quali adottano tali strategie, che hanno una importante funzione nell’equilibrare il mercato.
Occorre, quindi, per quanto paradossale possa sembrare, se non depurare del tutto le previsioni del proprio valore predittivo, quanto meno inquadrarle in un ruolo molto più funzionale, oggetto di una puntuale e costante verifica.
Utilizzarle come linee guida, perché comunque la definizione di una strategia rimane il migliore antidoto alle inevitabili incertezze ed oscillazioni dei mercati finanziari.
Per quanto detto ritengo non solo doveroso ma assolutamente fondamentale lo studio delle previsioni economico-finanziarie per la mia professione, perché rappresentano una miniera di informazioni che dobbiamo essere in grado di trasmettere e tradurre ai nostri clienti.
Già da ottobre, per i più temerari addirittura subito dopo il ritorno dalle ferie estive, è già tempo di iniziare a sfornare report ed outlook via via più dettagliati, niente e nessuno sfugge alla furia predittiva di famosi economisti, gestori, analisti o semplici esperti. Ogni angolo del mondo, anche il più remoto dell'Africa o dell'Asia, viene scandagliato e messo sotto la lente d'ingrandimento delle più prestigiose case di gestione mondiali.
Sulla mia casella di posta si susseguono senza sosta mail con allegati a volte di 30-40 pagine, non di rado difficili da digerire anche per il più volenteroso.
Ora tutto questo si scontra con la celebre affermazione "L'unica funzione che hanno le previsioni economiche è quella di rendere l'astrologia rispettabile" del celebre economista John Kenneth Galbraith. Per quanto paradossale non si può certo negare che tale affermazione poggi su solide basi statistiche. Ed allora perché si continuano a produrre previsioni e noi consulenti siamo, a mio modesto avviso, chiamati a conoscerle e capirle?
Perché le previsioni sono una componente fondamentale per il funzionamento corretto dei mercati. Senza previsioni come sarebbe possibile la creazione di un consenso ad esempio verso una determinata tipologia di investimento?
Sappiamo bene quanto siano complessi i mercati finanziari, a volte sembrano totalmente disconnessi dalla realtà economica mentre in altri periodi ricalcano fedelmente l'andamento dell'economia reale. Ma questo avviene grazie ad un flusso enorme e continuo di informazioni che vengono prodotte, elaborate e quindi decodificate dai principali attori economici e finanziari a livello globale.
Governi, Banche Centrali e le grandi Banche private sono i principali produttori, ma non esclusivi, di questo flusso informativo che determina, almeno in parte, l'andamento dei mercati. E' il continuo incrociarsi di previsioni, e del relativo "sentiment", con i dati economici reali che determina la traiettoria dei mercati in un costante ribilanciamento tra aspettative confermate o meno.
D’altra parte sulle previsioni si basano anche i cosiddetti investitori "contrarian", cioè quelli che scientemente decidono di adottare strategie che vanno deliberatamente contro il consenso diffuso, pertanto in mancanza di quest’ultimo non ci potrebbero essere nemmeno coloro i quali adottano tali strategie, che hanno una importante funzione nell’equilibrare il mercato.
Occorre, quindi, per quanto paradossale possa sembrare, se non depurare del tutto le previsioni del proprio valore predittivo, quanto meno inquadrarle in un ruolo molto più funzionale, oggetto di una puntuale e costante verifica.
Utilizzarle come linee guida, perché comunque la definizione di una strategia rimane il migliore antidoto alle inevitabili incertezze ed oscillazioni dei mercati finanziari.
Per quanto detto ritengo non solo doveroso ma assolutamente fondamentale lo studio delle previsioni economico-finanziarie per la mia professione, perché rappresentano una miniera di informazioni che dobbiamo essere in grado di trasmettere e tradurre ai nostri clienti.
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