L'Ira funesta...il tallone d'Achille dell'Iperteso


Come per il figlio di Peleo e Teti, l'ipercontrollo denota una profonda diffidenza per la passività e porta a proverbiali ire ed arrabbiature
L'Ira funesta...il tallone d'Achille dell'Iperteso
UNA CARATTERISTICA ITALIANA
Il killer silenzioso; così spesso la cultura medica tende a definire l'Ipertensione arteriosa. Viene da dire a ragione, poiché secondo i dati dell'Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare, nonostante il miglioramento degli stessi rispetto al passato ancora oggi complessivamente più del 50% degli uomini e più del 40% delle donne sono ipertesi. Ancora, rispetto al passato la scolarizzazione incide meno, forse a testimoniare l'efficacia delle campagne informative svolte ed anche la territorialità non sembra provocare sbalzi decisivi nell'incidenza della malattia ipertensiva. Insomma siamo una popolazione dal sangue caldo, per non dire bollente e pronta a proverbiali scoppi d'ira, tratto caratteristico del profilo dell'Iperteso.
PRONTI A "MENARE LE MANI"?
Il paragone tra il profilo dell'Iperteso e il mitologico eroe della guerra di Troia "che infiniti dolori inflisse agli Achei" non paia esagerato. In questa classica patologia psicosomatica la partita della salute si gioca tra un fluido caldo, vitale, profondo e intimo ed un vaso che lo contiene, lo spinge ma lo può anche, irrigidendosi, ostacolare fino quasi a "strozzarlo". Le arterie, infatti, dotate di una tunica di tessuto muscolare involontario, possono per varie ragioni rendere più difficile il passaggio dell'onda sistolica. Quando questo ostacolo diviene sistematico l'Ipertensione tende a cronicizzarsi. La sintomatologia è varia ma tipica; cefalea occipitale pulsante, epistassi, disturbi visivi, ansia, dispnea (difficoltà respiratoria), tachicardia, palpitazioni, dolore toracico, ronzii, acufeni, vertigini, nausea, vomito, parestesie al capo e agli arti, convulsioni, perdita di coscienza.
Nella vita dell'iperteso, insomma, è come se il continuo e fluente movimento della vita emotiva, profonda rappresentasse una enorme difficoltà, pronto com'è questo soggetto ad allertarsi per mettere questo flusso sotto il feroce controllo della sua volontà. L'arteria, per essere efficiente, ha bisogno di elasticità, flessibilità in modo da poter contemporaneamente contenere il sangue ma lasciandolo fluire. Allorquando diventa rigida è come se volesse dire al sangue "attento, ti controllo non ti allargare troppo". Un tipico comportamento è quello che viene riferito a riguardo della condotta sessuale. L'Iperteso, alla fine di un rapporto sessuale, è quello che si rialza immediatamente, sfuggendo l'intimità e la passività che segue l'orgasmo. Curiosamente, nel film Troy, Achille ci viene presentato proprio in questo modo; pur giacendo con due amanti, non esita che un breve attimo ad adeguarsi al richiamo alla guerra del giovane araldo delle truppe greche.
Così come, pur avendo in piena battaglia rifiutato di continuare a combattere per motivi di orgoglio, improvvisamente riprende la propria guerra personale un attimo dopo aver saputo della morte dell'amato Patroclo. L'Ira funesta del Pelide Achille diviene, allora, leggenda
MODIFICARE LO STILE DI VITA E IL RAPPORTO CON LE EMOZIONI
E' quindi intuitivo comprendere che ben oltre gli stili e le condotte alimentari, la quantità e la qualità dell'attività fisica (in ogni caso fondamentali) qualcosa deve mutare in profondità. L'American Health Association ha studiato e messo a confronto diverse tecniche complementari in grado di affiancarsi e talvolta sostituire la classica prescrizione farmacologica e/o dietetica, scoprendo risultati in qualche misura sorprendenti. A testimonianza della difficoltà di questi soggetti a lasciarsi andare, ad assumere un attegiamento più passivo, "dolce" nei confronti della vita, l'AHA sottolinea la relativa efficacia o inefficacia anche di metodi come le Tecniche di Rilassamento, dello Yoga, della Mindfulness. L'unica metodica apparentemente "risolutiva" sembra essere la Meditazione Trascendentale, con la quale sono stati osservati netti decrementi dei valori della pressione arteriosa, sia immediati che nel tempo. Un risultato né scontato né tantomeno semplice d raggiungere. Ma i dati indicano questo: il soggetto Iperteso ha dunque bisogno di una profonda riconsiderazione del rapporto con la propria vita "intima", in particolare con la proprià "passività".
UN SEMPLICE TEST
Esiste un semplicissimo test comportamentale che molti psicoterapeuti utilizzano per rendere consapevoli le difficoltà emotive al paziente iperteso. Vediamo di cosa si tratta. In piedi, di spalle rispetto ad una persona conosciuta, lasciatevi cadere tra le sue braccia. La difficoltà per il paziente iperteso risulta spesso insormontabile a causa della paura di cadere e di non essere accolto. Quando, invece, quella sensazione di abbandono totale, può essere accolta possiamo essere relativamente sicuri che lo sfigmomanometro del medico ci conforterà invece di preoccuparci.

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di Mario Bianchini Psicologo Psicoterapeuta

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