L'Italia cresce al rallentatore

Mentre Stati Uniti, Giappone e Germania accelerano, la ripresa economica si indebolisce nel nostro Paese con il Pil che nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,2% contro lo 0,3% dei primi tre mesi dell'anno. Si tratta di un rallentamento ‘marginale', come dice l'Ocse, ma che crea problemi ai saldi di finanza pubblica e ostacola la riduzione del debito pubblico, attestato sopra il 130% del Pil.
L'economia italiana va controcorrente e, nonostante la sostanziale tenuta della crescita internazionale, rallenta, rivelandosi l'unico caso tra i Paesi del G7.
Ora l'Ocse certifica, però, che nel gruppo dei grandi di cui ancora il nostro Paese fa parte, tra aprile e giugno tutti hanno mostrato un'accelerazione, addirittura un balzo nel caso di Stati Uniti e Giappone, tranne l'Italia.
Gli Usa hanno raddoppiato il ritmo di crescita, passando dallo 0,5% del primo trimestre all'1% del secondo, il Giappone è passato da una crescita negativa dello 0,2% a +0,5%. In Germania il Pil è salito a +0,5% dal +0,4% di inizio 2018 e nel Regno Unito a +0,4% da +0,2%.
Nella Nota di aggiornamento al Def che il governo pubblicherà entro settembre, il Ministero dell'Economia è già pronto a rivedere al ribasso le stime fatte nel Def di aprile dall'esecutivo Gentiloni, passando da +1,5% a +1,2% nel 2018 e poi a +1/1,1% nel 2019, come annunciato dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria.
Rispetto alla primavera, il vento sembra infatti decisamente cambiato e nuove misure protezionistiche potrebbero ulteriormente danneggiare l'economia italiana, votata, come ha ribadito lo stesso Tria, alle esportazioni.
Il rallentamento complicherà presumibilmente anche i calcoli di finanza pubblica.
Tenere fede all'impegno di riduzione del debito non sarà impresa semplice.
Su quel fronte tuttavia il governo gialloverde non ha al momento dato alcun segnale e, a meno di mosse improvvise, almeno per quest'anno sarà difficile contare su gettito aggiuntivo da destinare alla riduzione del debito.
Restiamo in attesa degli sviluppi.
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