L’Italian Patent Box e gli Incentivi Fiscali
Tra la serie di interventi a sostegno della crescita, rientra un sistema fiscale agevolato noto come “Italian patent box”
Tra la serie di interventi a sostegno della crescita, il Governo ha adottando un sistema fiscale agevolato ─ noto come "Italian patent box" ─ che riguarda i ricavi riconducibili allo sfruttamento di brevetti e di altri titoli di proprietà intellettuale come marchi e disegni.
L’obiettivo sembra quello di agevolare sia i settori industriali ad alto contenuto tecnologico, sia settori come moda, agroalimentare e design, dove l’Italia è un chiaro leader, limitando fenomeni di delocalizzazione di marchi e brevetti in quei Paesi europei dove il patent box è già operativo, e promuovendone il rientro in Italia di quelli già localizzati all’estero.
Ma in cosa consiste il patent box in formula italiana?
Già a partire dall’esercizio 2015, il patent box prevede:
- una detassazione parziale, inizialmente pari al 30% nel 2015 fino al 50% nel 2017, del reddito derivante dall’utilizzo di beni immateriali ai fini IRES e IRAP;
- una detassazione totale ai fini IRES e IRAP delle plusvalenze riconducibili alla cessione dei beni immateriali in caso di reinvestimento di almeno il 90% del corrispettivo nella manutenzione o sviluppo di ulteriori beni immateriali.
Più in particolare, la normativa interessa i seguenti beni immateriali: brevetti, marchi, opere dell’ingegno, disegni, modelli, processi, formule, oltre ad informazioni connesse ad esperienze acquisite in ambito industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili.
A beneficiare di questa normativa sono tutti quei soggetti che svolgono attività di ricerca e sviluppo, titolari di reddito di impresa. Tra questi sono comprese società, imprenditori individuali, stabili organizzazioni di soggetti esteri residenti in quei Paesi dove sono in vigore accordi contro la doppia imposizione e scambio effettivo di informazioni.
L’agevolazione fiscale è subordinata ad un’opzione irrevocabile di durata quinquennale.
L’obiettivo sembra quello di agevolare sia i settori industriali ad alto contenuto tecnologico, sia settori come moda, agroalimentare e design, dove l’Italia è un chiaro leader, limitando fenomeni di delocalizzazione di marchi e brevetti in quei Paesi europei dove il patent box è già operativo, e promuovendone il rientro in Italia di quelli già localizzati all’estero.
Ma in cosa consiste il patent box in formula italiana?
Già a partire dall’esercizio 2015, il patent box prevede:
- una detassazione parziale, inizialmente pari al 30% nel 2015 fino al 50% nel 2017, del reddito derivante dall’utilizzo di beni immateriali ai fini IRES e IRAP;
- una detassazione totale ai fini IRES e IRAP delle plusvalenze riconducibili alla cessione dei beni immateriali in caso di reinvestimento di almeno il 90% del corrispettivo nella manutenzione o sviluppo di ulteriori beni immateriali.
Più in particolare, la normativa interessa i seguenti beni immateriali: brevetti, marchi, opere dell’ingegno, disegni, modelli, processi, formule, oltre ad informazioni connesse ad esperienze acquisite in ambito industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili.
A beneficiare di questa normativa sono tutti quei soggetti che svolgono attività di ricerca e sviluppo, titolari di reddito di impresa. Tra questi sono comprese società, imprenditori individuali, stabili organizzazioni di soggetti esteri residenti in quei Paesi dove sono in vigore accordi contro la doppia imposizione e scambio effettivo di informazioni.
L’agevolazione fiscale è subordinata ad un’opzione irrevocabile di durata quinquennale.
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