L'offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica


La manifestazione del pensiero tra libertà e limiti istituzionali (art 278 C.p.)
L'offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica

L'utilizzo dei social network e la facilità con la quale si possono esprimere le proprie opinioni, possono contribuire ad un assottigliamento della linea di demarcazione tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.

Se è vero come è vero che la libertà di espressione è tutelata dalla nostra Costituzione, è anche vero che essa incontra dei limiti nella tutela della reputazione, del prestigio e del decoro di coloro verso i quali volgiamo le nostre critiche.

Quando l'espressione lesiva è rivolta al Capo dello Stato, la condotta assume una specifica rilevanza penale, configurando l'autonomo delitto di offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica.

Il reato di cui parliamo, disciplinato dall'art. 278 C.p., è un reato perseguibile su autorizzazione del Ministro per la giustizia e prevede una pena detentiva da 1 a 5 anni di reclusione, oltre all'arresto facoltativo in flagranza.

Attenzione, quindi, ad utilizzare i termini appropriati quando si vuole esprimere la propria opinione, evitando con cura parole dispregiative e offensive.

 

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di Marina Cenciotti

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