L' operazione Monte dei Paschi


Banca Monte dei Paschi ha due grandi pregi: Il patrimonio netto è positivo e guadagna dalla gestione caratteristica. Però…
L' operazione Monte dei Paschi
Banca Monte dei Paschi ha due grandi problemi: il primo è che dagli stress test eseguiti dalla BCE è emerso che c’è un ammanco di capitale; il secondo è che la BCE ha chiesto di togliere dal bilancio della banca i crediti deteriorati e di cederli a terzi.

Il piano di J. P. Morgan

Monte dei Paschi fa quindi una cartolarizzazione prendendo i suoi 27 miliardi di EUR di crediti deteriorati (NPL) e li vende tutti a 33 (dato 100 il valore del credito "buono"). In tal modo incassa circa 9 miliardi di EUR così suddivisi:
5,9 miliardi della tranche senior più 1,6 miliardi della tranche mezzanina per cassa1,5 miliardi circa in azioni del veicolo che detiene i crediti deteriorati
Queste azioni verranno consegnate agli attuali azionisti. Il fair value di tali azioni è molto inferiore, circa 437 milioni di EUR. Questa parte è un conferimento in natura che i vecchi azionisti ricevono per lo spin off dei crediti deteriorati. Queste azioni sono praticamente un warrant sulla percentuale di recupero sui crediti deteriorati.

Qual è il vero problema di questi crediti deteriorati?

Il Monte dei Paschi li aveva valutati a bilancio a 38: valutandoli a 33 perde circa 1,7 miliardi. Questi ultimi, sommati al deficit patrimoniale riscontrato dagli stress test condotti dalla BCE, creano un ammanco di 5 miliardi di EUR.
I mezzi propri scendono così da 9 miliardi a 7,3 miliardi per il solo fatto di avere a bilancio questi crediti deteriorati prezzati 38 e svalutati a 33.
Queste perdite a bilancio, in concomitanza con l’inadeguatezza del patrimonio di vigilanza riscontrato durante gli stress test a causa dei troppi impieghi (la banca ha prestato troppi soldi negli anni), causano un deficit di capitale di circa 3,5 miliardi di EUR.
Ecco quindi la decisione di fare un aumento di capitale da 5 miliardi di EUR.
In questo modo la banca ha i suoi sportelli, i suoi dipendenti, i suoi ricavi ma senza crediti deteriorati e si allineerebbe con le principali banche italiane. Anzi, la banca così risanata sarebbe meglio delle altre banche italiane in quanto sarebbe la prima e l’unica senza crediti deteriorati a bilancio.
In questo momento Monte dei Paschi capitalizza in borsa 600 milioni e, come si legge a pagina 3 del comunicato della banca del 14 novembre 2016, i mezzi propri sono 7,3 miliardi.
Di questi 600 milioni di capitalizzazione, 437 milioni sono la trance equity del veicolo che detiene i crediti deteriorati che verranno dati agli attuali azionisti. La capitalizzazione risultante è di 163 milioni.
Chi compra le azioni del Monte dei Paschi senza diritto d’opzione, partecipando di fatto a una IPO, mette 5 miliardi. A questo punto la banca avrà i mezzi propri a 12,3 miliardi (7,3 + 5) e la capitalizzazione andrà a 5,16 miliardi (163 milioni + 5 miliardi).
Un confronto con il mercato
Ora fingiamo che Monte dei Paschi sia UBI Banca.
UBI Banca ha mezzi propri per 8,9 miliardi e capitalizza 2,4 miliardi: ciò significa che la capitalizzazione è il 27% circa (2,4/8,8) dei mezzi propri.
Considerando questo come riferimento, MPS travestita da UBI avrebbe come mezzi propri il 27% di 7,3 miliardi ovvero 1,9 miliardi più i 5 miliardi derivati dall’aumento di capitale: nella intenzioni di J. P. Morgan MPS, dopo l’operazione, capitalizzerebbe 6,9 miliardi di EUR (1,9 + 5).
Se così fosse, e se il mercato valutasse MPS come UBI, la capitalizzazione passerebbe da 5,16 a 6,9 miliardi: 35%! Ricordandoci sempre che dal punto di vista industriale MPS sarebbe meglio di UBI perché priva dei NPL.
Questo è il piano che J. P. Morgan ha presentato ai potenziali investitori, Qatar compreso.
Dal punto di vista industriale, sarebbe un dramma convertire i titoli subordinati in equity se il piano va come tutti vorrebbero che andasse? Secondo noi no.
conitnua ....

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