L'ossessione per il cibo, bulimia e anoressia


I disturbi dell’alimentazione sono tra i più comuni problemi di salute che affliggono gli adolescenti e i giovani dei paesi occidentali
L'ossessione per il cibo, bulimia e anoressia
I disturbi dell’alimentazione sono tra i più comuni problemi di salute che affliggono gli adolescenti e i giovani dei paesi occidentali. Si può definire un fenomeno globalizzato, legato a ciò che comunemente viene definito come modernità e che si allarga in concomitanza al diffondersi dei modelli, degli stili di vita, della cultura del corpo.

Mai come in quest’epoca storica l’immagine del Sé è collegata con le esigenze che la società del nostro tempo ci richiede. Per tale motivo il disturbo del comportamento alimentare, proprio in virtù dei suoi legami con l’identità corporea, è fortemente connesso alla sicurezza del sé e all’ossessiva ricerca dell’apparenza.

Va però sottolineato come l’attenzione estrema all’immagine corporea e il culto della magrezza non siano la causa dei disturbi alimentari. La loro funzione sembra soprattutto quella di suggerire la strada attraverso la quale un malessere profondo, grave, strutturale, si esprime e cerca una sua risoluzione. La base psichica che fonda il disturbo è l’idea onnipotente del controllo del corpo, delle emozioni e dell’anima, che viene poi rafforzata dalla possibilità di farlo realmente. Si va formando così un’idea quasi schizofrenica, di scissione tra mente e corpo dove quest’ultimo risulta essere una macchina da governare e dove il "sentire" viene negato, dove gli organi non sono parti integranti di un tutto ma hanno un loro valore in sé, disgiunto dal resto.

Quali sono i disturbi del comportamento alimentare?
Nell'anoressia nervosa prevalgono la restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alle necessità che porta ad un peso corporeo significativamente basso (inferiore al minimo normale), un’intensa paura di aumentare di peso e alterazioni del modo in cui viene vissuto dall’individuo il peso o la forma del proprio corpo.
Nella bulimia nervosa vi sono ricorrenti episodi di abbuffate unite a condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (vomito, abuso di lassativi o diuretici, intensa attività fisica).
Il disturbo da Binge-eating è caratterizzato da episodi bulimici ricorrenti in assenza di condotte compensatorie estreme di controllo del peso (vomito, uso di lassativi o diuretici, dieta ferrea, attività fisica intensa).

Esiste un terreno comune?
Molti ricercatori si sono orientati verso la creazione di un’unica categoria diagnostica dei disturbi dell’alimentazione. Ciò che appare evidente è come vi sia un terreno unico per tali disturbi. In particolare, l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo che si traduce in un giudizio rivolto a se stessi in termini di controllo di peso e forma, tanto da modulare di conseguenza anche i livelli di autostima. Le espressioni salienti di questa eccessiva attenzione al peso e alla forma si manifestano nella preoccupazione costante per il peso, nel controllo eccessivo delle proprie parti del corpo che porta le persone ad osservarsi ingigantendo i propri difetti oppure ad evitarlo, nel sentirsi grassi, nella ricerca della magrezza, nella paura di aumentare il peso che non trovano appagamento e non si attenuano con la diminuzione del peso corporeo.

Cosa mantine in vita il disturbo?
Esistono evidenze di meccanismi di mantenimento del disturbo stesso, modalità quindi che rinforzano anziché diminuire il comportamento disfunzionale. Tra questi si collocano il perfezionismo clinico che si traduce in una autovalutazione prevalentemente sulla base del perseguimento o raggiungimento di un perfetto controllo dell’alimentazione, del peso e della forma del corpo, una valutazione negativa di sé che deriva dall’incapacità di raggiungere gli obiettivi riguardanti il peso e la forma, le difficoltà interpersonali correlate con le relazioni sociali, familiari, dei pari, del contesto scolastico o lavorativo. Inoltre si è visto come, in molti casi, lo stato emotivo o l’eccessivo stress e frustrazione per situazioni che la persona sta vivendo possano essere concomitanti e scatenare episodi bulimici.

Le domande che spesso ricorrono nella mente di chi osserva il fenomeno dall’esterno evidenziano l’aspetto autodistruttivo e di annientamento totale che la persona mette in atto. Tale comportamento può essere paragonato ad una patologia autoimmune, una battaglia che l’organismo ingaggia contro se stesso.
Occorre necessariamente riportare la persona al centro del suo destino, così da raggiungere il malessere alla sua radice e sconfiggere quella soffferenza che l’imprigiona e l'attanaglia.

Articolo del:


di Dott.ssa Morena Peggi

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse