La carbon footprint: cos'è e perché se ne parla?


La carbon footprint dei prodotti e l'impronta di carbonio delle organizzazioni sono le nuove richiestissime certificazioni ISO del 2015.
La carbon footprint: cos'è e perché se ne parla?
L'anno è appena iniziato e già fioccano i progetti di calcolo degli impatti ambientali dei prodotti e delle impronte di carbonio per aziende, Enti e organizzazioni di tutti i tipi.
Non avete ancora sentito parlare di carbon footprint, impatto ambientale delle aziende o emissioni di CO2 lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti?
Se non è già successo sta per capitarvi!
Perché la carbon footprint (o l'impronta di carbonio in italiano) è un indicatore che sta per diventare famoso come le Calorie degli alimenti e i Giga del traffico internet.

Cos'é dunque la carbon footprint? In linguaggio tecnico è la somma delle emissioni di gas serra (CO2 equivalente) emesse lungo tutto il ciclo di vita di un prodotto dalla culla (materie prime) alla tomba (fine vita del prodotto).
In altre parole é un indicatore che ci dice quanto la produzione di un prodotto, la sua distribuzione, il suo utilizzo ed il suo fine vita impattino sull'ambiente.
Facciamo un esempio: un litro di latte fresco in bottiglia di plastica acquistato al supermercato in Italia ha una carbon footprint pari a circa 1,4 Kg di CO2.
Questo numero é dato dalla somma delle emissioni di CO2 dovute all'allevamento del bestiame, alla produzione del latte, alla produzione della bottiglia di plastica e agli altri imballaggi (ad es. scatole di cartone) con cui il latte viene confezionato, ai mezzi di trasporto, ai consumi energetici e di refrigeranti dei banchi frigo dei supermercati fino allo smaltimento della bottiglia vuota.

Per ottenere questo semplice numero é necessario in realtà un calcolo complesso realizzato solo da esperti del settore (si parla di studi di LCA) ed anche una certificazione (norma ISO 14067) per poterlo comunicare al pubblico.
A cosa serve questo dato?
Ai consumatori serve per acquisire, per la prima volta, informazioni reali in merito alla sostenibilità del prodotto, ben distanti dai tanti claim e slogan sui prodotti "green".
Alle aziende produttrici serve per dare valore agli investimenti già fatti (ad es. impianti fotovoltaici, edifici e macchinari efficienti, riduzione degli sprechi, ...) e per individuare le criticità su cui lavorare per migliorarsi, sia al proprio interno che presso i propri fornitori. Ed ovviamente a farsi riconoscere da quei consumatori consapevoli (un numero in continua crescita) determinati a fare scelte quotidiane volte a contrastare i cambiamenti climatici in atto nel nostro Pianeta. Il 2014 è stato l'anno più caldo di sempre, il 2015 sarà l'anno delle certificazioni ambientali dei prodotti (ISO 14067) e delle organizzazioni (ISO 14064) per la lotta contro i cambiamenti climatici.

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di Ing. Federica Lunghi

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