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La comunicazione nel divorzio


E' mera utopia pensare che quella coppia che non abbia costruito una comunicazione possa poi rispettare gli accordi presi
La comunicazione nel divorzio
A volte la legge non è in grado di dare risposte esaurienti per soddisfare l’interesse comune di una famiglia che è in via di disgregazione. La scelta però di ricorrere al Diritto anche nelle situazioni di conflittualità media o modesta viene spesso considerata inevitabile, non solo perché si è di fatto obbligati per esprimere giuridicamente l’avvenuta separazione, ma anche per l’incapacità della coppia di dirimere mediante regole proprie la propria conflittualità, e di comunicare in maniera efficace per via delle emozioni che si vivono. Fortunatamente la maggioranza delle coppie scelgono di separarsi di comune accordo, ma è anche vero che separazioni e divorzi che si sono conclusi consensualmente sembrano trasformarsi poi in separazioni e divorzi a "senso unico". Quando si giunge ad una separazione consensuale la situazione è meno gravosa, ma non sempre si può dire che essa è il frutto di una reale consensualità. Tale scelta potrebbe essere determinata dalla volontà di escludere in più in fretta possibile l’altro dalla propria vita o dalla necessità di non affrontare una separazione troppo onerosa. E’ mera utopia pensare che quella coppia che non abbia costituito un nuovo canale di comunicazione e che non abbia pensato a quale stile relazionale adottare dopo la separazione possa poi rispettare gli accordi presi. Ed è così che assistiamo a coppie che si separano consensualmente, ma che poi si trovano a distanza di qualche mese a dover ricorrere nuovamente al Tribunale a causa del fallimento di accordi che non vengono rispettati per misure prese e prescritte che non sono state pienamente condivise o che risultano imperfette e insoddisfacenti. E’ praticamente la regola che sia in separazioni giudiziali che consensuali i coniugi anche a posteriori possano incontrare delle difficoltà nel gestire la loro crisi relazionale, perché la loro comunicazione è difettosa o perché a riemergere sono rancori e recriminazioni che si erano sopiti. Quando però si hanno dei figli: non è possibile rifiutarsi di vedere e/o parlare con il proprio ex per una settimana, un mese o un anno; non è consentito cambiare numero di telefono; non è ammesso lasciare la città o cambiare residenza senza dare alcuna comunicazione; non è consentito indugiare nella propria rabbia, nel proprio lutto, finendo per distruggere non solo la propria vita ma anche la tranquillità emotiva dei propri figli. Di fronte dunque all’impennata di richieste di "divorzio breve" e al monito lanciato dal Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia Roberto Calvani sulla necessaria presa di coscienza delle dinamiche e delle tempistiche psicologiche che seguono una separazione, al fine di poter proseguire con la propria vita, possiamo includere la Mediazione familiare tra gli interventi professionali di sostegno alla famiglia, come strumento di facilitazione della ripresa di contatto e di rielaborazione del "lutto da separazione". Per costruire dunque una relazione genitoriale solida bisognerà cambiare le regole della relazione: il rapporto dovrà trasformarsi per diventare non necessariamente più amichevole ma, più formale e distaccato; la comunicazione dovrà essere costruttiva riguardo ai figli prevedendo lo scambio di informazioni e l’aiuto nella risoluzione dei problemi; la responsabilità sull’educazione dovrà essere condivisa e infine ciascuno dovrà credere che l’ex coniuge sia un buon genitore e comprendere che la relazione tra questo e i figli non dovrà interrompersi. Grazie al lavoro svolto dalle associazioni di famiglie separate, dei professionisti che si occupano di famiglia e al coivolgimento dell'l'Aimef (Associazione nazionale mediatori familiari), che ha condotto alla presentazione il primo agosto scorso del DDL sulla riforma dell'affido condiviso, confidiamo nello strumento innovativo della mediazione familiare come strumento che possa rappresentare la risposta efficace al ai tanti bambini che soffrono della conflittualità genitoriale.

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