La conformità negli atti di compravendita


Conformità urbanistica e catastale. Cosa sapere prima del preliminare
La conformità negli atti di compravendita
Questo articolo è rivolto ai privati cittadini che possono trovarsi a portare le vesti di contraente in atti di compravendita immobiliare. Un aspetto che tra i colleghi sarà ben chiaro riguarda la differenza tra conformità urbanistica e conformità catastale degli immobili. La prassi formale che precede la stipula dell'atto di compravendita prevede la nomina, da parte dell'acquirente, di un tecnico incaricato di eseguire degli accertamenti sull'immobile che consistono nel verificare che lo stato dei luoghi sia conforme a quanto depositato in catasto e in Comune. Le verifiche condotte possono far emergere delle difformità che a seconda della loro entità possono provocare spiacevoli ritardi e complicazioni.
Può capitare infatti che queste verifiche vengano condotte successivamente alla stipula di un preliminare di vendita in cui spesso è fissata una data entro la quale la compravendita dovrà essere perfezionata.
La conformità catastale è quella che spesso tra i contraenti viene considerata sufficiente probabilmente perchè tale documentazione è quella solitamente a disposizione e la più facile da reperire e riscontrare rispetto alle pratiche depositate al Comune.
Tuttavia è doveroso specificare che le "storie" urbanistica e catastale di un immobile possono evolvere in maniera indipendente l'una dall'altra.
Desidero condividere con i gentili lettori una personale esperienza in merito.
Un immobile per il quale fu richiesto un condono per un locale accessorio esterno di pertinenza fu acquistato dall'attuale proprietario (che adesso si trova a vendere) prima del rilascio della concessione. A seguito della stipula del preliminare di vendita mi è stato richiesto di predisporre la relazione tecnica per il rogito definitivo. Entrato in possesso della documentazione sono emerse delle difformità; nello specifico lo stato dei luoghi corrispondeva alla situazione catastale ma non a quanto rappresentato negli elaborati del condono. Infatti dalla data della concessione, la "storia" catastale ha subito ulteriori modifiche con una procedura formalmente corretta ma del tutto indipendente dalla "storia" urbanistica. Ciò ha reso necessaria la presentazione di una pratica di sanatoria per regolarizzare il tutto che ha inevitabilmente allungato le tempistiche e provocando uno slittamento della data di stipula.
Termino quindi questo articolo consigliando ai gentili lettori che dovessero trovarsi in una analoga situazione di svolgere le necessarie verifiche avvalendosi del proprio tecnico prima di stipulare un preliminare di vendita in modo da evitare spiacevoli ritardi.

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di Geometra Ban Lorenzo

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