La coppia nel suo divenire
Nascita, crescita, fine o ridefinizione di una relazione sentimentale.
Ogni persona ha la sua storia di vita e ripercorrendola può raccontarsi attraverso la ricostruzione che ne fa la mente, dopo un’accurata selezione dei dati disponibili. Ogni storia è fatta di incontri, dai genitori o figure di riferimento sostitutive, ai pari e ai gruppi di amici o nemici con cui imparare a cooperare o competere, fino all’altro significativo, con cui costruire legami di coppia, relazioni sessuali e storie d’amore. Nel nostro modo di amare non possiamo prescindere dalla nostra storia.
Ogni relazione tra due persone nasce da due sé che s’incontrano, in termini di reciprocità emotiva; ciò vuol dire che ognuno entra in contatto percependo delle cose con l’altro e dell’altro, poiché ognuno di noi ha un continuo dialogo tra un sentimento di unicità e un sentimento dell’altro (M.Lewis). Sono gli aspetti emotivi centrali della persona che entrano in contatto ed è per questo che, nella comunicazione, ognuno legge con la propria lente quello che l’altro dice.
Siamo predisposti alla coppia, in quanto esseri umani, ma non è scontato essere predisposti e star bene in coppia, poiché è in gioco l’individualità: la nostra storia, il significato e il senso di sé.
Il modello di sé e dell’altro, insieme alle variabili di intimità e autonomia, produrranno diversi stili sentimentali. Ci si può aspettare che chi ha un modello di sé e dell’altro positivo e si sente a proprio agio sia con l’intimità che con l’autonomia riuscirà con facilità ad avvicinarsi emotivamente agli altri, trovandosi a proprio agio sia che egli dipenda dagli altri sia che altri dipendano da lui. Chi, invece, ha un modello di sé positivo e dell’altro negativo e si sente a proprio agio con l’autonomia ma non con l’intimità, probabilmente starà bene senza relazioni intime, sentendosi indipendente e autosufficiente, ed eviterà di dipendere dagli altri o che altri dipendano da lui. Chi ha un modello di sé negativo e dell’altro positivo e si sente a proprio agio con l’intimità ma non con l’autonomia, tenderà a ricercare una totale intimità emotiva con gli altri preoccupandosi di essere valutato bene e accettato. E ancora, chi ha un modello negativo di sé e dell’altro e vive con disagio sia l’intimità che l’autonomia, potrebbe essere spaventato dal possibile disagio che comporta la vicinanza emotiva con gli altri e avere difficoltà sia a fidarsi che a dipendere da loro.
Le coppie si costruiscono sui bisogni dell’uno e dell’altro partner che vanno ad ingranarsi tra loro, dando la possibilità ad ognuno di sentire il sé. Così, spesso ci sono coppie dove chi ha bisogno di accudire trova qualcuno che vuol essere accudito, chi ha bisogno d’inseguire trova qualcuno che scappa, chi ha bisogno di controllare trova chi vuol esser controllato e così via. E’ vero anche che ci sono coppie che si scelgono per similitudine e altre per differenza, ma andando a rileggere le loro storie si scoprono, ancora una volta, reciproci bisogni soddisfatti. Si può scegliere una persona per il senso di sicurezza, per la sessualità, per il senso condiviso e per la storia e fatti di vita; queste sono tutte variabili che aiutano a capire perché si sta insieme. Quando( e se) i bisogni dell’uno e/o dell’altro cambiano ciò si ripercuote sull’equilibrio della coppia, perciò una crisi individuale non si può scindere da una crisi di coppia.
Spesso il nucleo che ha creato la relazione è lo stesso che va in crisi ed è solo allora, quando un cambiamento è già in atto, che una coppia si rivolge al terapeuta.
Una psicoterapia di coppia è un lavoro conoscitivo e l’obiettivo non è portare i partner ad una scelta, bensì alla coerenza emotiva della loro scelta. Attraverso la raccolta della storia personale sentimentale, si esplorano i diversi significati portati dai partner, cogliendo il vissuto specifico della persona in quel momento. Ripercorrere la storia di una coppia significa lavorare sui racconti di eventi messi in sequenza da ciascun partner e arricchiti di senso e significato personale. Così si costruisce un racconto condiviso che vede la coppia nel suo divenire, con un suo modo unico di formarsi, mantenersi ed entrare in crisi, fino alla chiusura o ridefinizione del rapporto. Il terapeuta aiuta a capire come mai un tema che per un partner è centrale per l’altro è incomprensibile. E’ importante, sin dall’inizio, far emergere le aspettative della coppia, per definire un progetto condiviso di lavoro. La motivazione ad iniziare un percorso conoscitivo deve essere riconosciuta da entrambi i partner affinché ci si possa orientare verso la comprensione attraverso la cooperazione. Ma la capacità di progettare (la cooperazione) non basta se non c’è la capacità di condividere il senso; questo determina la qualità della coppia, perché permette di stare in equilibrio, altrimenti c’è sofferenza.
La terapia non "guarisce" la coppia e questo è difficile da dire, così come è possibile che porti alla fine della coppia, ma è importante dirlo ed essere chiari nel definire gli obiettivi che insieme si perseguiranno lungo il percorso terapeutico, che è prima di tutto un percorso di conoscenza.
Imparare a comunicare in modo più funzionale, conoscersi meglio e comprendersi, poter gestire i conflitti in modo adeguato, essere capaci di usare le proprie risorse e riconoscere i propri limiti sono tutti traguardi possibili al fine di un benessere personale e relazionale.
Ogni relazione tra due persone nasce da due sé che s’incontrano, in termini di reciprocità emotiva; ciò vuol dire che ognuno entra in contatto percependo delle cose con l’altro e dell’altro, poiché ognuno di noi ha un continuo dialogo tra un sentimento di unicità e un sentimento dell’altro (M.Lewis). Sono gli aspetti emotivi centrali della persona che entrano in contatto ed è per questo che, nella comunicazione, ognuno legge con la propria lente quello che l’altro dice.
Siamo predisposti alla coppia, in quanto esseri umani, ma non è scontato essere predisposti e star bene in coppia, poiché è in gioco l’individualità: la nostra storia, il significato e il senso di sé.
Il modello di sé e dell’altro, insieme alle variabili di intimità e autonomia, produrranno diversi stili sentimentali. Ci si può aspettare che chi ha un modello di sé e dell’altro positivo e si sente a proprio agio sia con l’intimità che con l’autonomia riuscirà con facilità ad avvicinarsi emotivamente agli altri, trovandosi a proprio agio sia che egli dipenda dagli altri sia che altri dipendano da lui. Chi, invece, ha un modello di sé positivo e dell’altro negativo e si sente a proprio agio con l’autonomia ma non con l’intimità, probabilmente starà bene senza relazioni intime, sentendosi indipendente e autosufficiente, ed eviterà di dipendere dagli altri o che altri dipendano da lui. Chi ha un modello di sé negativo e dell’altro positivo e si sente a proprio agio con l’intimità ma non con l’autonomia, tenderà a ricercare una totale intimità emotiva con gli altri preoccupandosi di essere valutato bene e accettato. E ancora, chi ha un modello negativo di sé e dell’altro e vive con disagio sia l’intimità che l’autonomia, potrebbe essere spaventato dal possibile disagio che comporta la vicinanza emotiva con gli altri e avere difficoltà sia a fidarsi che a dipendere da loro.
Le coppie si costruiscono sui bisogni dell’uno e dell’altro partner che vanno ad ingranarsi tra loro, dando la possibilità ad ognuno di sentire il sé. Così, spesso ci sono coppie dove chi ha bisogno di accudire trova qualcuno che vuol essere accudito, chi ha bisogno d’inseguire trova qualcuno che scappa, chi ha bisogno di controllare trova chi vuol esser controllato e così via. E’ vero anche che ci sono coppie che si scelgono per similitudine e altre per differenza, ma andando a rileggere le loro storie si scoprono, ancora una volta, reciproci bisogni soddisfatti. Si può scegliere una persona per il senso di sicurezza, per la sessualità, per il senso condiviso e per la storia e fatti di vita; queste sono tutte variabili che aiutano a capire perché si sta insieme. Quando( e se) i bisogni dell’uno e/o dell’altro cambiano ciò si ripercuote sull’equilibrio della coppia, perciò una crisi individuale non si può scindere da una crisi di coppia.
Spesso il nucleo che ha creato la relazione è lo stesso che va in crisi ed è solo allora, quando un cambiamento è già in atto, che una coppia si rivolge al terapeuta.
Una psicoterapia di coppia è un lavoro conoscitivo e l’obiettivo non è portare i partner ad una scelta, bensì alla coerenza emotiva della loro scelta. Attraverso la raccolta della storia personale sentimentale, si esplorano i diversi significati portati dai partner, cogliendo il vissuto specifico della persona in quel momento. Ripercorrere la storia di una coppia significa lavorare sui racconti di eventi messi in sequenza da ciascun partner e arricchiti di senso e significato personale. Così si costruisce un racconto condiviso che vede la coppia nel suo divenire, con un suo modo unico di formarsi, mantenersi ed entrare in crisi, fino alla chiusura o ridefinizione del rapporto. Il terapeuta aiuta a capire come mai un tema che per un partner è centrale per l’altro è incomprensibile. E’ importante, sin dall’inizio, far emergere le aspettative della coppia, per definire un progetto condiviso di lavoro. La motivazione ad iniziare un percorso conoscitivo deve essere riconosciuta da entrambi i partner affinché ci si possa orientare verso la comprensione attraverso la cooperazione. Ma la capacità di progettare (la cooperazione) non basta se non c’è la capacità di condividere il senso; questo determina la qualità della coppia, perché permette di stare in equilibrio, altrimenti c’è sofferenza.
La terapia non "guarisce" la coppia e questo è difficile da dire, così come è possibile che porti alla fine della coppia, ma è importante dirlo ed essere chiari nel definire gli obiettivi che insieme si perseguiranno lungo il percorso terapeutico, che è prima di tutto un percorso di conoscenza.
Imparare a comunicare in modo più funzionale, conoscersi meglio e comprendersi, poter gestire i conflitti in modo adeguato, essere capaci di usare le proprie risorse e riconoscere i propri limiti sono tutti traguardi possibili al fine di un benessere personale e relazionale.
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