La corretta progettazione agronomica del giardino


Fruibilità, sicurezza e minori costi in futuro
La corretta progettazione agronomica del giardino
E’ purtroppo frequente osservare, soprattutto nelle progettazioni risalenti alle epoche d’oro dell’edilizia italiana, giardini condominiali o privati concepiti senza alcun criterio progettuale in termini di vivibilità, facilità di gestione, sicurezza fitostatica con alberi a maturità...; tutto ciò, inoltre, con discutibilissimi risultati in termini di valenze ornamentali e/o paesaggistiche.
Oggi gli agronomi sono non di rado chiamati a tentare di correggere i risultati di errati lavori effettuati in passato, trovandosi di fronte a situazioni talora irrisolvibili, che implicano necessità di abbattimenti o applicazione di costose cure colturali.
Tra gli errori che più frequentemente si rinvengono, si possono citare i seguenti:
· Non idonea valutazione degli spazi disponibili, con piantumazioni a sesti troppo ravvicinati;
· Scelta di specie non adeguate per clima, esposizione, natura e profondità del suolo, comportamento a maturità (ad esempio fruttificazioni non gradite, o emissione di odori, piante allergeniche etc);
· Alberi di prima grandezza collocati molto adiacenti ad edifici, o a competere con altri di minore grandezza, che finiscono per soccombere;
· Scarso apporto di cure colturali, o utilizzo di operatori non professionali con conseguenti risultati molto negativi negli anni;
Con i costi da sopportare oggigiorno, ed i cambiamenti climatici incipienti, pochi possono permettersi di sostenere gli interventi manutentivi ed i danni causati da una progettazione inappropriata, che non tenga conto delle esigenze fisiologiche, spaziali, edafiche degli elementi arboreo/arbustivi che si vuole collocare; nuovi fattori limitanti, come ad esempio la carenza di acqua disponibile per usi irrigui, dovranno assolutamente essere considerati sin nelle fasi progettuali, rendendo indispensabile un approccio agronomico, e non meramente architettonico, sin dalle prime fasi progettuali.
L’adozione del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, in recepimento della direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, limita oltremodo in maniera drastica, e correttamente, la possibilità di utilizzo di fitofarmaci (agrofarmaci) in ambito urbano, sì da impedire ulteriormente di poter rimediare a carenze progettuali con l’applicazione di cure colturali che utilizzino all’uopo prodotti di natura chimica.
Sempre più nitidamente emerge l’importanza del ruolo dell’agronomo e dell’agronomo paesaggistica nella progettazione e nella direzione dei lavori di allestimento dei giardini, privati, condominiali, pubblici.
Ciò non solo per ottenere uno studio consono e appropriato agli spazi, alla natura dei suoli, al clima, alle nostre esigenze in termini di risultati attesi e gestibilità futura, ma anche e soprattutto per progettare uno spazio verde equilibrato ed armonico, capace di richiedere un limitato apporto di cure colturali in futuro, e di non esporci, ad esempio, a rischi di natura fitostatica, causa la presenza "opprimente" di un albero di decine di metri di altezza a pochi metri dalle nostre abitazioni, come purtroppo capita frequentemente di osservare.
Il cosiddetto "ecobonus verde" previsto dalla Legge Finanziaria 2018, costituisce oggi un sicuro incentivo per una scelta di orientamento professionale sin dalle fasi progettuali e di riqualificazione delle aree verdi urbane e periurbane private.

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di Dottore Agronomo Davide Baridon

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