La cura è possibile? I primi passi


Il benessere psicologico è una necessità di tutti. Star bene è possibile se la responsabilità è condivisa
La cura è possibile? I primi passi
All’interno della nostra società i malesseri rischiano sempre più spesso di essere inglobati nelle famiglie e nelle istituzioni, senza la possibilità di comprenderli. Ciò ha comportato un declino verso la patologia, dove o si resta inermi di fronte alle difficoltà, o si presume di avere la verità assoluta che permette ogni soluzione. In realtà il problema sta alla base.

Salute e malattia non vanno concepite come due "entità" separate e lontane, bensì come due facce della stessa medaglia. Ad esempio il malato psichico in una famiglia, il cosiddetto paziente designato, è la parte visibile di ciò che c’è dietro, portatore dei sintomi di tutti i componenti della famiglia che sembrano sani ma non lo sono. Allo stesso modo, all’interno dell’istituzione scolastica, ogni classe va concepita come un sistema "familiare" e in ogni sistema ci sono dinamiche tra i membri, dove gli insegnanti sono i genitori e gli alunni i figli.

Presa questa considerazione in modo semplicistico non farebbe un piega. Purtroppo nella scuola, cosi come nelle famiglie, nei contesti di lavoro, nei condominii, in ogni luogo in cui è presente un sistema, i confini dei ruoli si perdono e si arriva a pensare che oggi tutto è possibile. Posso rispondere male al professore senza essere punito, posso trattare alla pari un alunno così come il preside, posso parlare con la vicina come se fosse mia sorella e un minuto dopo trattarla come un’estranea. Questi comportamenti sono segni precursori di malattia. Oggi si crede che si possa fare tutto senza preoccuparsi delle conseguenze.

In parte questa cultura liberista ha portato allo sconfinamento delle definizioni e a un peggioramento dello stato di salute generale. Ognuno è chiuso nel suo mondo credendo sia l’unico giusto. Ovviamente andare avanti per questa strada non permetterà più di fermarci e vivere con serenità le circostanze della vita soprattutto perché più difficili. Credo che cambiare rotta si può, ma è necessaria l’umiltà di accettare i propri limiti, accettare i limiti dell’altro e credere che l’incontro nonostante le differenze sia possibile. In fondo anche l’individuo va compreso come un sistema complesso al cui interno ci sono pensieri, fantasie, emozioni, corpo che si relazionano parte a parte con un altro individuo-sistema con i propri pensieri, le proprie fantasie, le proprie emozioni, il proprio corpo. Si può conquistare la via per il benessere...al bivio ognuno ha la sua responsabilità. Buona scelta.

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di Dott.ssa Mariacristina Squitieri

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