La "disruption": l'innovazione che cambia il mondo


Letteralmente un cambiamento dirompente che entra nella nostra quotidianità in modo graduale ma muta irreversibilmente le nostre abitudini
La "disruption": l'innovazione che cambia il mondo

 

Se dovessi pensare al mio strumento di lavoro, il mio orologio, la mia macchina fotografica, il mio navigatore, la mia agenda, credo potrei riassumerli nello strumento che ho in mano: il mio cellulare. Quando ha sostituito tutto ciò...effettivamente non riesco a ricordarlo con esattezza, come non riesco a ricordare il momento in cui sono divenuti obsoleti i vecchi apparati.

 

 

Ecco l'impatto della "disruption": cambiamenti repentini e inaspettati che portano a nuovi modi di operare, acquistare, vivere, differenti dal passato. La diffusione su vasta scala comporta a poco a poco migliori prestazioni e nel contempo prezzi più accessibili.

Molto spesso riguarda l'innovazione e la tecnologia, ma non solo: la stanzialità dell'uomo, l'avvento della scrittura, l'inserimento delle donne nel mondo del lavoro, gli acquisti online, tutto ciò è "disruption". L'impatto di questi diversi approcci a tutti gli aspetti della vita è imprevedibile e si riconosce solo dopo che ha diffuso valore.

 

 

Perchè è importante? Tutto ciò che è divenuto tradizione è partito da una rottura dirompente, da qualcuno che ha osato fare ciò che nessuno sognava; l'innovazione è rivoluzionaria in quanto non definitiva ma sempre in evoluzione. 

Anche il concetto stesso di proprietà stesso sta gradualmente andando verso una disruption, per abbattere i costi fissi e il deterioramento del bene.

Anche se il Covid-19 ha bloccato l'economia e ci ha intimorito, ha innescato un processo di rimodellamento di settori e aziende. Abbiamo rivoluzionato il nostro lavoro, la nostra socializzazione, i nostri acquisti, il tempo libero. Il luogo di lavoro si fonde sempre più con gli ambienti virtuali, non esistono barriere perchè la pandemia tocca qualsiasi realtà sociale e territoriale.

 

 

Occorre però concentrare energia di rinnovamento ove si vede davvero un futuro, senza dissiparla, nè dimenticare il passato e la tradizione che ci rappresenta, perchè non sono mondi distinti. Del resto, senza la "ginga", non avremmo avuto Pelè.

Il rischio è la drastica riduzione dell'occupazione a favore dell'intelligenza artificiale e la spersonalizzazione dei servizi.

La sfida è riuscire a partire dai nostri retaggi culturali per scoccare le nostre frecce verso il futuro, perchè il cambiamento è un'opportunità da cogliere sempre.

 

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di Cristina Cagnoni - Consulente finanziario

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