Una civiltà, la nostra, definita tecnologicamente avanzata ma poco più che primitiva sul piano dell’uso degli strumenti della comunicazione
La famiglia, quale nucleo fondamentale della società, sta subendo profondi cambiamenti che le fanno assumere una forma sempre più estesa fino a ricomprendervi le cosiddette famiglie "allargate": famiglie con almeno un genitore separato con uno o più figli nati da una precedente unione e con figli nati dalla nuova unione. La famiglia è anche sottoposta a sempre più pressanti sfide che mettono a dura prova la sua capacità di tenuta. Problemi economici, che rendono difficile arrivare a fine mese, disorganizzazione nella suddivisione dei compiti famigliari, ingestibilità dei figli perché colmi d’affetto ma carenti di regole, invadenza delle rispettive famiglie d’origine a causa del difficile svincolo da esse, il tutto amplificato da una forte carenza di dialogo e di comprensione, che fa sentire soli anche a chi sta in famiglia. Carenza di dialogo nella coppia e fra genitori e figli. Una recente indagine ha evidenziato come il colloquio in famiglia sia stato sostituito dalla televisione, dai social network, e dal cellulare, strumenti che imporrebbero una filosofia di comunicazione virtuale che impedirebbe il giusto discernimento tra bisogni reali e quelli indotti da una società consumistica. Conseguenza di ciò una riduzione del tempo da dedicare alla propria famiglia e un aumento delle crisi di coppia, della disarmonia e delle tensioni in famiglia. Una carenza di dialogo causata dalla ripetitività della vita quotidiana ma anche dall’assenza della capacità di ascoltare. In famiglia si parla ma non ci si ascolta, a causa di un "analfabetismo relazionale". Impariamo a parlare a leggere e a scrivere ma non sappiamo ascoltare il nostro interiore e l’altro in quanto diverso da noi. Acquisiamo competenze ma poi nei rapporti interpersonali non dimostriamo doti comunicativo-relazionali, questo a causa di una civiltà, la nostra, definita tecnologicamente avanzata ma poco più che primitiva sul piano dell’uso degli strumenti della comunicazione. Nel X Congresso Mondiale sulla Mediazione, tenutosi a Genova nel settembre 2014 già si discusse dell’utilizzo della Mediazione familiare come strumento di armonizzazione delle relazioni familiari. Si disse, nella Famiglia esistono tre tipi di rapporto: quello coniugale, genitori-figli e fra fratelli e la Mediazione familiare sarà lo strumento in grado di gestire qualsiasi conflitto sorto all’interno di uno di questi rapporti, al fine di ristabilirne l’armonia e prevenire la degenerazione dei conflitti. Questo significa che la Mediazione familiare può essere utilizzata sia per facilitare la coppia nel raggiungimento di un accordo, in seguito a separazione o divorzio, sia con finalità educativa, al fine di far riconoscere alla coppia coniugale o genitoriale il conflitto e gli elementi che pregiudicano la relazione, prevenendo le devastanti conseguenze che, dal trascurare questi elementi, potrebbero sorgere all’interno di una dinamica familiare.Le persone in crisi purtroppo si rivelano quando ormai la conflittualità è piuttosto elevata quando cioè è più difficile ricostruire una relazione che tuteli nel migliore dei modi i propri figli, per cui attraverso la Mediazione è possibile essere rieducati a nuove forme di dialogo che diano l’importanza al rispetto, al riconoscimento e alla necessità di comprensione reciproca, in modo tale che i conflitti possano essere affrontati preventivamente non solo riguardo a eventuali separazioni ma anche ad eventuali forme di violenza domestica.
Qualunque veste assuma la violenza domestica non deve avere ad oggetto sporadici episodi ma deve costituire una modalità quotidiana d’interazione della coppia
Le diverse forme di violenza e la differente gravità della stessa ha indotto gli studiosi a compiere un esame sull'opportunità del ricorso alla Mediazione familiare