La lotta di potere nelle relazioni di coppia (1^ parte)
Il tema relativo ai problemi di comunicazione che possono insorgere nelle relazioni con gli altri è affrontato da Paul Watzlawick nella sua opera: “Pragmatica della Comunicazione Umana”.
Le relazioni amicali, professionali, tra genitori-figli e quelle di coppia possono rivelare una comunicazione di tipo simmetrico o complementare.
In particolare, in quelle di tipo complementare, l’interlocutore tende a porsi in una posizione opposta, diversa da quella dell’altro, sia dal punto di vista gerarchico (rapporto madre-figlio; medico-paziente; datore di lavoro-impiegato; insegnante-allievo) che dal punto di vista del ruolo che entrambe le parti si riconoscono, come può accadere nei rapporti di coppia.
In tali relazioni, infatti, un interlocutore tende a porsi in una posizione di superiorità (one-up), posizione che permette di esercitare il potere e, dunque dirigere, mentre l’altro tende a porsi in una posizione di sottomissione (one-down), ossia di obbedienza al potere. Tale relazione non è detto che sia sbagliata e, dunque, negativa perché potrebbe non essere percepita come tale da colui che sta nella posizione di sottomissione. Potrebbero esserci, infatti, coppie che funzionano bene, che hanno una relazione in equilibrio, pur mantenendo una posizione di comando e di sottomissione. Chi è in posizione di sottomissione potrebbe essere contento di dipendere perché così elimina il suo senso d’insicurezza.
Quando, però, il dominio alimenta il senso d’insicurezza e frustrazione di chi sta nella posizione inferiore, allora potremmo dire che la relazione è diventata patologica. Solo dunque quando le posizioni s’irrigidiscono, quando cioè vi è un rifiuto o una disconferma nella relazione che genera forme patologiche d’interazione, la relazione complementare va considerata negativa.
Un tipico esempio è quello dei matrimoni autoritari ove il marito acquisisce il ruolo dominante imponendosi sulla moglie che si sottomette perché non riesce a reagire alle continue aggressioni verbali. La moglie, per anni, rinuncia ai propri interessi personali, si sacrifica per non deludere il marito e i figli, non fa discussioni ed evita i litigi, perché ritiene che sia meglio sopportare piuttosto che rovinare la relazione con una separazione, ma poi si oppone al dominio del marito, esplodendo come una bomba ad orologeria, perché non accetta più il ruolo che si sono imposti.
Entrambi agiscono dentro una logica del “io vinco e tu perdi”, una logica che fa ritenere il conflitto una lotta di potere, una battaglia che non può concludersi se non con qualcuno che vincerà e qualcun’altro che perderà. Questo è in definitiva il vero dilemma della risoluzione del conflitto!
Bibliografia:
• Paul Watzlawick, J.H.Beavin, D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione Umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Casa editrice Astrolabio
• Michele de Beni. Comunicare per amare. Il dialogo nella vita di coppia, Ed. Città nuova.
• Maddalena Palumbo. Coppie soddisfatte, Sovera Editore.
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