La mediazione dei conflitti di coppia

Un modo di fare Mediazione familiare, e che ne costituisce il compimento evolutivo della stessa, è rappresentato dalla Mediazione dei conflitti di coppia, un percorso utilizzato da chi aderisce alla scuola di pensiero che sostiene l’applicabilità della Mediazione Familiare all’intero universo familiare o a tutte le possibili “criticità familiari”. Sempre più spesso si avverte la necessità di poter impiegare il processo di mediazione, i suoi principi, le sue tecniche e i suoi scopi, anche al di fuori del percorso delineato per accompagnare la coppia nelle varie fasi della separazione o del divorzio. La Mediazione dei conflitti di coppia si presta allora a divenire lo spazio in cui è possibile prendersi cura della relazione non solo al fine di ricomporre la crisi, ma soprattutto per prevenirne gli effetti. Quanto al Mediatore, a lui non interessa giudicare o escogitare strategie, affinché le coppie non si separino o stiano insieme più a lungo possibile, ma aprire un dialogo: affinchè i protagonisti possano ritrovare una comunicazione più trasparente e sincera possibile, perché interrotta o esasperata e un ascolto dei propri sentimenti e bisogni perché celati, promuovere una modifica dei comportamenti.
Senza evadere dai paradigmi propri della Mediazione familiare: la presenza di un conflitto da gestire, l’individuazione del problema, la difficoltà di comunicazione, la relazione, la riorganizzazione, la ricerca di una soluzione concordata, viene messa in luce la realtà facendo leva sulle tecniche di negoziazione ragionata, ossia sul self-empowerment e sul problem solving ( tecniche definite del potenziamento e della responsabilizzazione).
Quanto agli obiettivi sui quali è possibile confrontarsi, questi possono essere sia pragmatici che relazionali: può trattarsi di un disaccordo di tipo finanziario, di una gestione di beni o di una disorganizzazione famigliare, come pure problemi relazionali derivanti: dal fatto di sentirsi trascurati, dal vivere delle incomprensioni, dei silenzi, dal venir meno di aspetti di genitorialità, da incongruenze educative con i figli, da disaccordi dovuti a suoceri invadenti…
Se dunque la coppia si fida del Mediatore e del lavoro del Mediatore, comprende quali sono i propri obiettivi degni di considerazione e li vede raggiunti, acquisisce la consapevolezza di avere la capacità di cambiare le cose perché realizza di avere delle abilità o risorse, allora quella coppia potrà dire di aver sviluppato quella fiducia, quel sostegno e quella complicità che era perduta.
In conclusione, la coppia, non necessariamente deve passare da percorsi terapeutici per risolvere dei problemi o delle difficoltà che rientrano nella normalità quotidiana, ma se delle problematiche necessitano di un ascolto o di un sostegno e vengono trascurate è meglio rivolgersi ad un Mediatore che finire col compromettere il benessere di tutta la famiglia!
Articolo del: