La mediazione: un valido contributo per risolvere le liti
La mediazione può offrire un valido contributo ad individuare una soluzione equa ed armonica per tutti
IL CORAGGIO DI CAMBIARE ANCHE SUL LAVORO
"Se vuoi stare al vertice devi saper cambiare" (Steve Jobs)
Oggigiorno sentiamo parlare sempre più spesso e attraverso tutti i più svariati mezzi - i cosiddetti media - della crisi che sta attanagliando il periodo in cui stiamo vivendo.
Chi non è più giovane, ha vissuto negli ultimi cinquant’anni una straordinaria accelerazione dei cambiamenti sociali: se gli anni ’60 hanno visto la rinascita quantitativa e qualitativa del nostro Paese, nei decenni seguenti siamo tutti stati spettatori e - nel contempo - attori, della trasformazione dei fondamenti della nostra società.
Il tutto è avvenuto talmente in fretta che quando i nostri ragazzi osservano le immagini o gli oggetti di quell’epoca, assumono l’atteggiamento di chi studia la storia. Ma nel frattempo, come si diceva poc’anzi, è intervenuta una crisi economica e globalizzata che ha finito per contagiare anche gli aspetti della vita quotidiana: si sono persi i valori e con essi i punti di riferimento, per cui può risultare perfino difficile dare un senso e un ... "prezzo" alla vita.
In ogni situazione di crisi, di qualunque tipo, emerge la violenza fisica e psicologica: essa è il sinonimo di disfunzione alla quale non è facile far fronte. Il cittadino si mette allora sulle difensive e assume questo atteggiamento anche in famiglia. Sì perché l’individuo cerca il suo posto, il suo ruolo e soprattutto la sua dignità.
Ma non è con la violenza che si risponde alla violenza subita, altrimenti si alimenta una vera guerra da cui si esce certamente con ulteriori danni.
Si tratta dunque di elaborare un nuovo modello di regolazione sociale. Infatti, la politica che ha subito l’influenza della crisi generalizzata, non è più in grado di farsi carico delle istanze dei suoi consociati e di conseguenza le persone devono organizzarsi in modo diverso e soprattutto attivo.
Rispetto a tutto ciò la mediazione può offrire un valido contributo: adottata in Italia solo per tentare di contenere i tempi della giustizia e l’intasamento dei tribunali, contribuisce automaticamente al rinnovamento delle strutture sociali, specie della famiglia e di quanto ruota attorno ad essa (successioni, condominio, etc).
Il motivo principale per il quale mi permetto di sostenere che sia un valido apporto, è da ricercarsi nel frangente che durante e subito dopo la lite, le parti si trovano in una situazione bloccata, nell’incapacità di far avanzare il conflitto o, ancor meglio, di scioglierlo; una delle prime funzioni della mediazione è proprio quello di facilitare il passaggio da una esperienza statica ad una esperienza dinamica della disputa; il mediatore deve allora saper attivare nei contendenti il desiderio del cambiamento, sedando i punti di contesa e sviluppando i punti accomodanti, favorendo altresì una fase di riflessione in cui ciascuno ritorni su se stesso e possa indagare dentro di sé quali siano le ragioni irrinunciabili e quali possano essere quelle possibiliste.
A mio parere, questo è il nodo cruciale a cui è davvero difficile pervenire in tempi brevi senza l’intervento di un terzo neutrale alle parti, teso solo ad individuare una soluzione equa ed armonica per tutti; stando ciascuno nello studio del proprio legale, si difendono certamente i propri diritti, ma l’appianamento della contesa dipenderà esclusivamente da un Giudice che, nella fretta dell’udienza, si farà convincere per lo più dalle capacità oratorie di uno degli avvocati senza perdere troppo tempo nella disanima dei documenti perché i procedimenti sul suo tavolo sono tanti e i tempi ristrettissimi.
Un ruolo fondamentale in tutto questo scenario, lo hanno gli Avvocati che possono convincere - previa valutazione caso per caso - se esistano i presupposti per la mediazione. E non è assolutamente vero che così si perde il cliente! Ormai questi sono in grado di assumere informazioni da più parti e - per le ragioni economiche sopra esposte - saranno i primi ad essere riconoscenti e ricordarsi in futuro di quel professionista che gli ha fatto recuperare tempo, soldi e serenità.
"Se vuoi stare al vertice devi saper cambiare" (Steve Jobs)
Oggigiorno sentiamo parlare sempre più spesso e attraverso tutti i più svariati mezzi - i cosiddetti media - della crisi che sta attanagliando il periodo in cui stiamo vivendo.
Chi non è più giovane, ha vissuto negli ultimi cinquant’anni una straordinaria accelerazione dei cambiamenti sociali: se gli anni ’60 hanno visto la rinascita quantitativa e qualitativa del nostro Paese, nei decenni seguenti siamo tutti stati spettatori e - nel contempo - attori, della trasformazione dei fondamenti della nostra società.
Il tutto è avvenuto talmente in fretta che quando i nostri ragazzi osservano le immagini o gli oggetti di quell’epoca, assumono l’atteggiamento di chi studia la storia. Ma nel frattempo, come si diceva poc’anzi, è intervenuta una crisi economica e globalizzata che ha finito per contagiare anche gli aspetti della vita quotidiana: si sono persi i valori e con essi i punti di riferimento, per cui può risultare perfino difficile dare un senso e un ... "prezzo" alla vita.
In ogni situazione di crisi, di qualunque tipo, emerge la violenza fisica e psicologica: essa è il sinonimo di disfunzione alla quale non è facile far fronte. Il cittadino si mette allora sulle difensive e assume questo atteggiamento anche in famiglia. Sì perché l’individuo cerca il suo posto, il suo ruolo e soprattutto la sua dignità.
Ma non è con la violenza che si risponde alla violenza subita, altrimenti si alimenta una vera guerra da cui si esce certamente con ulteriori danni.
Si tratta dunque di elaborare un nuovo modello di regolazione sociale. Infatti, la politica che ha subito l’influenza della crisi generalizzata, non è più in grado di farsi carico delle istanze dei suoi consociati e di conseguenza le persone devono organizzarsi in modo diverso e soprattutto attivo.
Rispetto a tutto ciò la mediazione può offrire un valido contributo: adottata in Italia solo per tentare di contenere i tempi della giustizia e l’intasamento dei tribunali, contribuisce automaticamente al rinnovamento delle strutture sociali, specie della famiglia e di quanto ruota attorno ad essa (successioni, condominio, etc).
Il motivo principale per il quale mi permetto di sostenere che sia un valido apporto, è da ricercarsi nel frangente che durante e subito dopo la lite, le parti si trovano in una situazione bloccata, nell’incapacità di far avanzare il conflitto o, ancor meglio, di scioglierlo; una delle prime funzioni della mediazione è proprio quello di facilitare il passaggio da una esperienza statica ad una esperienza dinamica della disputa; il mediatore deve allora saper attivare nei contendenti il desiderio del cambiamento, sedando i punti di contesa e sviluppando i punti accomodanti, favorendo altresì una fase di riflessione in cui ciascuno ritorni su se stesso e possa indagare dentro di sé quali siano le ragioni irrinunciabili e quali possano essere quelle possibiliste.
A mio parere, questo è il nodo cruciale a cui è davvero difficile pervenire in tempi brevi senza l’intervento di un terzo neutrale alle parti, teso solo ad individuare una soluzione equa ed armonica per tutti; stando ciascuno nello studio del proprio legale, si difendono certamente i propri diritti, ma l’appianamento della contesa dipenderà esclusivamente da un Giudice che, nella fretta dell’udienza, si farà convincere per lo più dalle capacità oratorie di uno degli avvocati senza perdere troppo tempo nella disanima dei documenti perché i procedimenti sul suo tavolo sono tanti e i tempi ristrettissimi.
Un ruolo fondamentale in tutto questo scenario, lo hanno gli Avvocati che possono convincere - previa valutazione caso per caso - se esistano i presupposti per la mediazione. E non è assolutamente vero che così si perde il cliente! Ormai questi sono in grado di assumere informazioni da più parti e - per le ragioni economiche sopra esposte - saranno i primi ad essere riconoscenti e ricordarsi in futuro di quel professionista che gli ha fatto recuperare tempo, soldi e serenità.
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