La progettazione del verde, o meglio paesaggistica


Qualsiasi intervento del “verde” o sul paesaggio deve contribuire al raggiungimento della “qualità.
La progettazione del verde, o meglio paesaggistica

La progettazione del "verde", o meglio paesaggistica, deve necessariamente essere rapportata alle componenti urbanistiche e al loro attuale significato, in quanto qualsiasi intervento sul "verde" / paesaggio deve contribuire al raggiungimento della "qualità urbana". E’, infatti, necessario che la progettazione del "verde" sia considerata come una componente urbana, con uguale dignità delle altre componenti urbanistiche, dal momento che svolge una funzione strettamente legata alle esigenze della popolazione, dell’ambiente, del paesaggio. E’, quindi, indispensabile giungere a una "cultura del progetto" anche per il paesaggio.
Progettare un giardino, un parco, un’area verde, un impianto sportivo, un giardino pensile, una scarpata, una barriera antirumore, una zona umida, un recupero di un’area degradata, un consolidamento di un pendio, un recupero di una cava, un intervento di rinaturalizzazione o di forestazione, in sostanza un paesaggio, significa basarsi sui presupposti sopra esposti: cultura e qualità.
Il processo progettuale contempla una serie di fasi variabili a seconda della complessità del sito o delle problematiche ad esso collegate. In linea generale non possono mancare: l’analisi del sito, le necessità dell’utenza e la valutazione delle peculiarità/criticità del luogo; il tutto per confluire in una soluzione progettuale motivata da scelte ben precise (sia di tipo analitico che creativo).
Innanzitutto si deve anteporre una seria lettura e una interpretazione attenta del sito e del suo contesto; lo studio deve svilupparsi a partire dall’analisi del luogo, dei fattori climatici, dei fattori pedologici, dei fattori fitosanitari, delle funzioni del verde, dei rapporti intrinseci del verde e dei legami con l’edificio realizzato o da realizzare, del contesto, dei rapporti con l’immediato intorno.
Conoscere perfettamente solo i principali elementi fisici del sito non è una condizione sufficiente per giungere a una buona progettazione paesaggistica; occorre conoscere le modifiche antropiche e naturali che hanno modificato il paesaggio nel tempo e i motivi che lo hanno determinato l’attuale assetto e utilizzo del territorio.
Nel processo progettuale è necessario, inoltre, analizzare le caratteristiche dell’utenza, cioè considerare in dettaglio chi userà e frequenterà il sito, come e per cosa. Una volta che il professionista ha raccolto tutte queste informazioni o in sintonia con l’acquisizione delle stesse, il percorso progettuale si evolve e inizia la fase basata sull’individuazione degli scopi principali cui è destinata l’area da progettare e ai modi per meglio realizzarli. Occorre, infine, ottimizzare le risorse esistenti minimizzando i costi.
Si può pertanto affermare che nel professionista prende progressivamente corpo l’idea della progettazione paesaggistica attraverso la sua creatività: infatti egli immagina gli scorci, le prospettive, i dettagli con le piante nelle diverse epoche vegetative e negli anni,
ne valuta la crescita, lo sviluppo, il portamento, le esigenze, la forma e il colore, e si entusiasma quando capisce che un’idea o un’intuizione può diventare veramente un elemento caratterizzante di ciò che vuole realizzare.
Ogni giardino o parco ha un’anima e quest’anima la si scopre pensando, visitando, costruendo il giardino o il parco e intervenendo anche durante la sua realizzazione.
La realtà, purtroppo, non è sempre così: le realizzazioni sono spesso prive di progettazione accurata o frutto di casualità senza un’apparente scelta logica oppure le piante utilizzate sono di mediocre qualità (a volte già sofferenti o mal cresciute) o mantenute e gestite non correttamente. Da qui la necessità di scegliere un professionista esperto del settore paesaggistico e una ditta (di giardinaggio o vivaista) competente e affidabile.
Progettare e realizzare "verde", o meglio paesaggio, significa impegno professionale scaturito da un’approfondita preparazione di base, dall’analisi dei fattori sopra esposti e dalla relativa attività di sintesi che ne segue, e significa altresì affrontare con compiutezza e professionalità l’argomento.
La produzione di un’esauriente documentazione, infatti, non si deve configurare come un semplice completamento degli elaborati grafici necessari all’ottenimento di un consenso formale, ma deve mirare a perseguire un risultato progettuale e una realizzazione di "qualità".
<<Occorre impegno, responsabilità ed obbligo morale per poter sempre meglio passare dal “gioco dei cerchietti” a realizzazioni di porzioni di paesaggio efficaci e ben calibrati”. (Alessandro Chiusoli: La scienza del paesaggio, Clueb, 1999; Da un progetto, un giardino, Giardino fiorito, 1982)

 

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di Andrea Di Paolo - Dottore Agronomo

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