La “re-generation” degli studi legali
Innovazione, think tank e istanze digitali. Il cliente sempre al centro

Negli ultimi tempi il mondo forense è attraversato da forti correnti di cambiamento, legate non solo a rivendicazioni di tipo normativo e deontologico, ma ad nuovo modo di concepire il "business of law".
Complice la crisi economica e sociale, il classico modello di law firm - con precisi limiti fisici ed organizzativi - si sta rivelando sempre più obsoleto, per lo meno per i professionisti più accorti ed ambiziosi, che non si accontentano più di conservare il vecchio e caro portafoglio clienti! Oramai il mercato pullula di avvocati e il rischio è quello di un generale livellamento verso il basso dello standard operativo, a scapito del cliente e dell’immagine stessa della professione.
Serve quindi una "re-generation" dello Studio legale, attenta alle esigenze di oggi, ma capace di creare nuovi sbocchi per il mercato legale del domani. Il trend positivo, già sviluppato da alcuni precursori, segue strategie diverse, ma ci sono alcuni snodi fondamentali impossibili da trascurare:
a) innovazione organizzativa - per una ristrutturazione efficace si parte dalle fondamenta, per questo il vecchio Studio legale artigianale, composto da avvocato, segretaria ed eventuale praticante si rivela una struttura troppo rigida per affrontare le nuove sfide del mercato. Da un lato si moltiplicano quindi le associazioni professionali, che puntano a creare team di avvocati con specializzazioni diverse, per offrire un servizio concorrenziale e completo: il cliente, non avrà più bisogno di rivolgersi ad altri Studi, ma avrà il suo law firm di riferimento, in grado di offrirgli una consulenza "cucita su misura". Dall’altro lato, la stessa dimensione territoriale - limitata ad una sola città o regione - non offre sufficienti opportunità di crescita: per superare i confini, la scelta si indirizza verso il network di Studi legali, che crea una rete sull’intero territorio nazionale, potenziando al massimo la sinergia del team.
Dalle fondamenta si passa poi all’architettura dello Studio: molti professionisti stanno gradualmente abbandonando il classico modello di governance verticale, sostituendolo con un approccio organizzativo orizzontale. La spinta propulsiva non si esaurisce nelle direttive di un solo professionista, ma punta a valorizzare l’apporto creativo del singolo e in particolare dei giovani avvocati, figli dell’era digitale, che spesso riescono a proporre soluzioni innovative mai sperimentate prima. L’obiettivo è creare il giusto spirito di squadra, trasformando lo Studio legale in una sorta di incubatore aziendale. Per fare ciò, si guarda spesso all’esperienza anglosassone o statunitense e si realizzano eventi extra-lavorativi, in cui si potenziano le attitudini del singolo, in un clima informale che stimola la collaborazione.
La gestione viene affidata ad un "think tank": quando lo Studio legale diventa una macchina complessa, le problematiche da affrontare impongono il ricorso a varie figure di esperti, come l’addetto al marketing e soprattutto al web marketing, il graphic designer, il responsabile knowledge management, l’office manager ecc. Per un risultato ottimale, servono risorse trasversali!
b) digitalizzazione - oggi l’obiettivo forse più ambizioso è la conversione al digitale, che spesso collide con una vecchia mentalità ancora diffusa: citando il Financial Times, potremmo dire che molti avvocati "wanted to do things the way they had always been done" (https://www.ft.com/content/c00f6598-83f3-11e6-8897-2359a58ac7a5). Gradualmente però, la tecnologia si sta facendo strada anche negli Studi legali, da un lato per una sorta di imposizione dall’alto - grazie al processo telematico - e dall’altro su impulso delle moderne esigenze di celerità, che rischiano di soccombere se affidate solo ai supporti cartacei! Allora molti professionisti si affidano a software gestionali (in continua evoluzione), ad app, sistemi di archiviazione/conservazione digitale e ad una miriade di altri strumenti, con enormi potenzialità e, a volte, qualche difficoltà di gestione.
c) approccio al cliente - nuove strategie si impongono anche nei rapporti con i clienti, i quali manifestano aspettative ed esigenze diverse rispetto al passato. La sfida da vincere è quella di una consulenza rapida, sintetica e immediatamente comprensibile dal cliente! Il tutto nel segno della trasparenza, perché il cliente si senta prima di tutto ascoltato e poi validamente consigliato.
In definitiva, una "legal innovation" indispensabile, che potrebbe dare rinnovata forza e prestigio all’avvocatura italiana.
Complice la crisi economica e sociale, il classico modello di law firm - con precisi limiti fisici ed organizzativi - si sta rivelando sempre più obsoleto, per lo meno per i professionisti più accorti ed ambiziosi, che non si accontentano più di conservare il vecchio e caro portafoglio clienti! Oramai il mercato pullula di avvocati e il rischio è quello di un generale livellamento verso il basso dello standard operativo, a scapito del cliente e dell’immagine stessa della professione.
Serve quindi una "re-generation" dello Studio legale, attenta alle esigenze di oggi, ma capace di creare nuovi sbocchi per il mercato legale del domani. Il trend positivo, già sviluppato da alcuni precursori, segue strategie diverse, ma ci sono alcuni snodi fondamentali impossibili da trascurare:
a) innovazione organizzativa - per una ristrutturazione efficace si parte dalle fondamenta, per questo il vecchio Studio legale artigianale, composto da avvocato, segretaria ed eventuale praticante si rivela una struttura troppo rigida per affrontare le nuove sfide del mercato. Da un lato si moltiplicano quindi le associazioni professionali, che puntano a creare team di avvocati con specializzazioni diverse, per offrire un servizio concorrenziale e completo: il cliente, non avrà più bisogno di rivolgersi ad altri Studi, ma avrà il suo law firm di riferimento, in grado di offrirgli una consulenza "cucita su misura". Dall’altro lato, la stessa dimensione territoriale - limitata ad una sola città o regione - non offre sufficienti opportunità di crescita: per superare i confini, la scelta si indirizza verso il network di Studi legali, che crea una rete sull’intero territorio nazionale, potenziando al massimo la sinergia del team.
Dalle fondamenta si passa poi all’architettura dello Studio: molti professionisti stanno gradualmente abbandonando il classico modello di governance verticale, sostituendolo con un approccio organizzativo orizzontale. La spinta propulsiva non si esaurisce nelle direttive di un solo professionista, ma punta a valorizzare l’apporto creativo del singolo e in particolare dei giovani avvocati, figli dell’era digitale, che spesso riescono a proporre soluzioni innovative mai sperimentate prima. L’obiettivo è creare il giusto spirito di squadra, trasformando lo Studio legale in una sorta di incubatore aziendale. Per fare ciò, si guarda spesso all’esperienza anglosassone o statunitense e si realizzano eventi extra-lavorativi, in cui si potenziano le attitudini del singolo, in un clima informale che stimola la collaborazione.
La gestione viene affidata ad un "think tank": quando lo Studio legale diventa una macchina complessa, le problematiche da affrontare impongono il ricorso a varie figure di esperti, come l’addetto al marketing e soprattutto al web marketing, il graphic designer, il responsabile knowledge management, l’office manager ecc. Per un risultato ottimale, servono risorse trasversali!
b) digitalizzazione - oggi l’obiettivo forse più ambizioso è la conversione al digitale, che spesso collide con una vecchia mentalità ancora diffusa: citando il Financial Times, potremmo dire che molti avvocati "wanted to do things the way they had always been done" (https://www.ft.com/content/c00f6598-83f3-11e6-8897-2359a58ac7a5). Gradualmente però, la tecnologia si sta facendo strada anche negli Studi legali, da un lato per una sorta di imposizione dall’alto - grazie al processo telematico - e dall’altro su impulso delle moderne esigenze di celerità, che rischiano di soccombere se affidate solo ai supporti cartacei! Allora molti professionisti si affidano a software gestionali (in continua evoluzione), ad app, sistemi di archiviazione/conservazione digitale e ad una miriade di altri strumenti, con enormi potenzialità e, a volte, qualche difficoltà di gestione.
c) approccio al cliente - nuove strategie si impongono anche nei rapporti con i clienti, i quali manifestano aspettative ed esigenze diverse rispetto al passato. La sfida da vincere è quella di una consulenza rapida, sintetica e immediatamente comprensibile dal cliente! Il tutto nel segno della trasparenza, perché il cliente si senta prima di tutto ascoltato e poi validamente consigliato.
In definitiva, una "legal innovation" indispensabile, che potrebbe dare rinnovata forza e prestigio all’avvocatura italiana.
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