La Rete tra professionisti


L'utilizzo del contratto di rete quale naturale forma di integrazione tra professionisti
La Rete tra professionisti
La Legge 81/2017 sul lavoro autonomo (in vigore dal 14 giugno scorso) ha introdotto una importante novità per i professionisti italiani. Ll’art. 12, c. 3, prevede la possibilità per tutti i professionisti di creare reti, di partecipare alle reti di imprese miste (art. 3 DL. 5/2009).
Le incertezze giuridiche poste dalla normativa sulle STP avevano di fatto scoraggiato l'utilizzo di tale strumento.
Il contratto di Rete, nella formula Rete-contratto o Rete-soggetto permetterà finalmente ai professionisti di trovare uno strumento semplice e dal costo irrisorio per poter finalmente aggregarsi e superare l'individualismo che affligge e caratterizza molti studi professionali.
In particolare è molto interessante la Rete-soggetto in quanto essa assumendo soggettività giuridica può diventare automono centro di imputazioni di diritti e doveri pur non essendo una società e garantendo comunque autonomia ad ogni singolo appartenente alla Rete stessa.
La Rete così costituita ben potrà assumere incarichi, partecipare a bandi di gara, e poi assolverli attraverso i professionisti in Rete.
Le modalità di azione della Rete saranno definite all'interno del programma di Rete attraverso il quale gli appartenenti potranno regolamentare in piena autonomia i propri rapporti sia in termini di impegni lavorativi che di ripartizione dei proventi dell'attività svolta.
L'utilizzo del contratto di Rete tra professionisti sembra essere quasi il naturale status di ciò che nei fatti accade oggi nella prassi e di dove la tecnologia sta spingendo sempre più i rapporti tra professionisti, clienti e pubblica amministrazione. Oggi molti professionisti agiscono attraverso le collaborazioni stabili, e per costoro sicuramente il contratto di rete potrebbe apparire superfluo.
L'aspetto che deve essere messo in evidenza è il salto di qualità che il contratto di Rete permette di fare alle collaborazioni stabili che attualmente mancano di una aspetto fondamentale che offre la Rete: la forza nella comunicazione ai terzi e le efficienze di una organizzazione strutturale.
La Rete permette di presentarsi ai clienti o ai terzi in genere come un tutt'uno, con un unico nome, un solo logo e una grafica distintiva ed unitaria. Da questo punto di vista la forza nell'utilizzo del contratto di Rete come strumento di marketing non va assolutamente sottovalutata: essa ha sicuramente un impatto nettamente non paragonabile alla mera stabile collaborazione.
Oggi la tecnologia ha imposto una profonda rivisitazione dell'organizzazione degli studi professionali e come forse poche altre professioni i dottori commercialisti ne sono stati investiti in pieno. Il grande sviluppo del CLOUD negli ultimi anni ha cambiato profondamente le opportunità a disposizione ed il modo stesso di esercitare la professione di dottore commercialista.
E' condizione ormai imprescindibile per stare al passo con i tempi avere una struttura in grado di:
- condividere le risorse con i clienti;
- integrare diverse professionalità;
- garantire l'accesso alle informazioni indipendentemente dal supporto che viene utilizzato (pc, tablet, smartphone etc,);
- permettere il lavoro in team su documenti e progetti condivisi;
Operare attraverso una Rete con un'organizzazione strutturata del lavoro e delle risorse, focalizzata anche nell'adozione di soluzioni cloud, può sicuramente:
- facilitare l'apertura di un nuovo studio;
- trasferire Know how e formazione;
- trasferire le migliori pratiche e soluzioni di successo tra professionisti;
- operare integrazioni verticali ed orizzontali di servizi;
- ridurre i costi di investimento e di gestione corrente interni;
- permettere di accrescere la clientela;
- aumentare il potere contrattuale e la propria autonomia rispetto ai terzi (software house, case editrici etc).
La Rete pertanto può rappresentare finalmente quello strumento naturale che permetterà di mettere a frutto le grandi capacità dei singoli in un contesto di libera integrazione e condivisione affinché ne vengano esaltate le caratteristiche senza che l'organizzazione rappresenti una zavorra per le individualità.

Articolo del:


di Pasquale Di Crosta

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