Le "carezze interne" ai tempi del Coronavirus


La carezza interna come fonte di consapevolezza del proprio sè per affrontare la maggiore solitudine, paura o ansia dettate dal momento particolare che stiamo vivendo
Le "carezze interne" ai tempi del Coronavirus

Mi piace cominciare il mio articolo con una frase di Antoine de Saint'Exupery "l'essenziale è invisibile all'occhio e non si vede che con il cuore".

I ritmi di vita, le impostazioni di una struttura societaria sempre più estranea ai bisogni del singolo, la forte contrazione del tempo libero causata dalle necessità produttive, un nuovo consumismo basato sulla rapida trasformazione dei desideri impongono nuove modalità di essere, di sentire, di relazionarsi. La tecnologia e le esigenze di produzione hanno estraniato l'uomo dai suo veri bisogni, dal proprio Sè, dall'intimità e dal riconoscimento.
Occorre cercare d'individuare, gestire, e modulare le proprie emozioni. Allenarsi quindi a sentire, percepire, capire se stessi e gli altri, cercando di porre cura nelle relazioni umane per creare un mondo più attento alle sfumature, ai dettagli, alle pause, agli sguardi, ai silenzi...

La motivazione che mi ha spinta a pubblicare questo mio scritto è lo smarrimento, la paura, l'ansia che moltissime persone mostrano in questi ultimi giorni a causa della crisi epidemica che il nostro paese sta attraversando e intendo, dunque, soffermarmi in termini psicologici su un concetto probabilmente poco diffuso "le Carezze".

La carezza fu definita da Berne una “unità di riconoscimento” essenziale alla sopravvivenza dell’individuo.
Con il termine carezza ci si riferisce dal punto di vista del processo a una qualsiasi azione che comporta il riconoscimento di una persona, soddisfacendone così la fame di carezze; dal punto di vista del contenuto esso è specificatamente quel messaggio teso a sottolineare la okness o la non okness dell’altra persona.
Quando il bambino è molto piccolo, le carezze di cui ha bisogno sono carezze fisiche, con il progredire dello sviluppo psicosomatico il bisogno di carezze viene affiancato dalla fame di riconoscimento che sarà soddisfatto da carezze simboliche.
Quando la persona è colpita dall'Alzheimer, le carezze di cui ha bisogno sono carezze fisiche, perchè riconosce maggiormente il canale sensoriale "il tatto".

Una carezza può essere Interna o Esterna
Le carezze interne (intrapsichiche) sono quelle che le persone si danno con un dialogo interno (ad es. si incoraggiano da sole, oppure riusano carezze ricevute in passato soprattutto quando si trovano in carenza di carezze esterne). E' a tal proposito che intendo soffermarmi in questo momento particolare per tutti noi costretti ad attenerci alle disposizioni emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in relazione alla diffusione in Italia del Covid-19. Dunque, per carezze interne non si intende carezze fisiche (accarezzare, abbracciare una persona), bensì prendere consapevolezza del Sè interiore, accarezzarsi da soli incoraggiandosi e ripensando a quei momenti passati privi di carezza, ma che attraverso una propria strategia si è riusciti ad affrontare la vita. Ecco, è ciò che serve proprio oggi dove le carezze sono private nel nostro nuovo modo di relazionarci.

Per quanto riguarda le carezze esterne (interpersonali) è bene chiarire la responsabilità delle persone coinvolte: chi invia la carezza ha la responsabilità dei messaggi espliciti ed impliciti che invia. Chi riceve le carezze ha la responsabilità di accettarle o respingerle, e pertanto di quale stato d’animo proverà.

Conoscere la propria strutturazione del tempo è molto importante per ricavare informazioni sulla gestione delle carezze e sul copione che abbiamo.

Il modo con cui ognuno di noi struttura il proprio tempo, dipende dalla posizione esistenziale della persona (dal modo in cui si sente in sintonia con se stesso e con gli altri) e dipende inoltre dal tipo di carezze che sta cercando, (la strutturazione del tempo sarà diversa se si cercano carezze sessuali oppure se si cercano riconoscimenti intellettuali), ed ancora dipende dal copione della persona (se una persona ha un copione ad esempio basato sulla decisione di non avvicinarsi agli altri, passerà il suo tempo in solitudine o facendo attività e rituali in solitudine oppure farà giochi che avranno il risultato finale di allontanarlo dagli altri).

Isolamento
Berne lo descrive come forma di allontanamento dagli altri sia attraverso la dimensione mentale sia fisica.

Con l’isolamento, NON C’E INVESTIMENTO AFFETTIVO E QUINDI IL LIVELLO EMOTIVO DELLE CAREZZE E’ MINIMO, BISOGNA AFFIDARSI COMPLETAMENTE A SE STESSI COME FONTE DI CAREZZE.
A mio avviso potrebbe essere una modalità per fortificarsi o per incrementare fiducia e stima nel proprio Sè, acquisendo anche maggiore autonomia. Il tutto si potrebbe pensare di applicarlo in questo momento dove carezze e vicinanza intima sono vietate. Ma pensandoci potremmo concentrarci ulteriormente sullo sguardo, sulla gestualità, dell'altro attivando la carezza interna.

Le carezze possono essere classificate secondo:
o Il modo in cui vengono espresse;
o Positive recano messaggio "Tu sei Ok", negative recano messaggio "Tu non sei Ok" (utilizzando le espressioni di Berne);
o Costruttive producono un aumento del senso di okness del ricevente, improduttive non producono alcuna crescita nel ricevente, distruttive producono un aumento del senso di non okness del ricevente.

I primi due parametri della classificazione sono determinati da chi da le carezze, il terzo è determinato da chi le riceve.
Lo stile con sui una persona chiede carezze dipende dalla sua posizione esistenziale. Se la sua posizione è ottimale le chiederà in modo diretto e rifiuterà le carezze per lui negative. Se la sua posizione non è ottimale userà la manipolazione per ottenerle e nel fare ciò si espone ad ottenere carezze negative.

Concludo col dire: "Tu che mi stai leggendo, io dico, puoi farcela a dare maggiore valore a te stesso e a vivere senza la necessità della carezza fisica esterna poiché la carezza interna (che puoi dedicare a te stesso) è molto importante. Tu puoi se vuoi accarezzarti da solo e godere di tutti i riconoscimenti che meriti. Potrai utilizzare nuovamente la carezza esterna, ma avrai maturato una responsabilità differente e quella carezza esterna avrà un sapore più reale".

Resto a disposizione per colloqui individuali e anche online per supportare chiunque in questo momento si trovi a vivere maggiore solitudine, paura o ansia dettate dal momento particolare che stiamo vivendo.

Articolo del:


di Dott.ssa Aurelia Gagliano

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