Le frodi informatiche: phishing e dealer


La diffusione delle tecnologie informatiche e telematiche degli ultimi anni rendono spesso il pc unostrumento di attività illecita
Le frodi informatiche: phishing e dealer

Computer: strumento di attività illecita

La diffusione delle tecnologie informatiche e telematiche degli ultimi anni rendono spesso il pc strumento di attività illecita. Di conseguenza, il legislatore è dovuto intervenire, anche sul piano penale, attraverso l’introduzione di nuove fattispecie criminose definite reati informatici. Per rendere più agevole la comprensione dei provvedimenti normativi previsti dalla legislazione italiana, appare conveniente distinguerli in 4 gruppi:

  1. frodi informatiche;

  2. falsificazioni;

  3. integrità dei dati e dei sistemi informatici;

  4. riservatezza dei dati e delle comunicazioni informatiche.

La frode informatica

Quest’oggi affrontiamo la categoria più diffusa: la frode informatica paragonabile al reato di truffa ma in campo informatico che consiste nell’alterazione di sistemi telematici volta ad appropriarsi di informazioni personali, come password e altre credenziali d’accesso, e con l’obiettivo di trarne vantaggio, a discapito del soggetto che ha subito il trafugamento dei dati.

Dal punto di vista giuridico, è un crimine disciplinato dall’art. 640 ter del Codice Penale punito con una multa tra € 51,00 e € 1.032,00 e con una reclusione da sei mesi a tre anni.  Le più comuni frodi informatiche sono perpetrate attraverso la diffusione dei dealer ed il phishing.

Con dealer si fa riferimento a programmi informatici che bloccano il servizio offerto dall’operatore telefonico con cui la vittima della frode ha l’abbonamento e che fanno sì che il computer o lo smartphone effettuino il collegamento a servizi a pagamento, creando così un danno economico per la vittima ed un vantaggio economico per chi si è reso protagonista della frode.

Il phishing è, invece, considerato una forma di adescamento: il malintenzionato inganna la vittima, mostrandogli ad esempio un sito web con la stessa grafica del sito di cui si vogliono ottenere le credenziali, oppure inviando delle mail fasulle allo scopo di sottrarre informazioni sensibili. Il phishing viene utilizzato ad esempio per sottrarre le credenziali di accesso ai servizi bancari online, oppure per ottenere le password dei profili sui social networks.

Conoscere queste tipologie di frodi informatiche è il sistema migliore per non cadere vittima di queste truffe online. Prima di inserire le credenziali e di condividere informazioni sensibili è consigliabile accertarsi che chi sta chiedendo queste informazioni sia davvero chi afferma di essere. Spesso è sufficiente un rapido controllo del sito web o una lettura più attenta del messaggio di posta elettronica ricevuto per rendersi conto della frode e starne alla larga.

Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra taluna delle circostanze di cui al secondo comma o un'altra circostanza aggravante. 

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di Costantino Puocci

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