Le Neuroscienze salgono in Pedana
L' Effetto Mirror nella Scherma: ricadute operative nel campo dello sport e della psicologia sportiva
Le ricadute operative nel campo dello sport e della psicologia sportiva degli studi sui Neuroni Specchio sono un tema ancora poco indagato. Con la Dottoressa Stefania Ortensi abbiamo dato uno sguardo al Mondo della Scherma, indagando l'effetto mirror in pedana.
Forse non tutti sanno che le neuroscienze possono aiutarci a comprendere alcune tra le principali dinamiche che regolano i comportamenti agonistici dell’atleta. In particolare la psicologia dello sport fa leva sull’esistenza di una particolare classe di neuroni presenti nel cervello umano, chiamati "Neuroni Specchio", nell’utilizzo di alcune delle principali tecniche di preparazione mentale, come l’allenamento ideomotorio.
Questi particolari tipi di neuroni scoperti dapprima nella corteccia motoria delle scimmie, poi nel cervello umano, si attivano sia quando si compie un’azione sia quando la si osserva mentre è compiuta da altri.
I neuroni dell’osservatore "rispecchiano" letteralmente ciò che avviene nella mente del soggetto osservato, come se fosse l’osservatore stesso a compiere l’azione. Vera e propria replica dentro al nostro cervello di quello che fa l’altro, gli stessi neuroni che si attivano quando si compie un azione, si attivano anche quando osserviamo la stessa azione fatta da altri.
IL MECCANISMO MIRROR
La scoperta dei Neuroni Specchio, avvenuta a metà degli anni ’90 da parte del neuroscienziato Prof. Giacomo Rizzolatti, vincitore per questo del Brain Prize - l’Oscar della Scienza, e della sua equipe del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, spiega alcune dinamiche alla base del comportamento sociale e quindi anche di quello agonistico.
Attraverso il funzionamento di questi particolari neuroni capiamo, infatti, cosa fa l’altro, sfruttando le stesse risorse che agiamo quando lo facciamo noi.
Il Meccanismo Mirror ci consente di comprendere il significato delle azioni altrui, codificarle, imitarle, capire le intenzioni che ne stanno alla base, ma anche, come nel caso del comportamento agonistico, contrastarle, ottimizzando le nostre azioni di risposta.
I NEURONI SPECCHIO E LA SCHERMA
Lo sport e in particolare le discipline di confronto diretto, come la scherma, si inseriscono perfettamente in questa cornice.
Si pensi alla complessità del dialogo schermistico. In fondo, altro non è che un comportamento sociale di due atleti che, seguendo precise regole e agendo determinati atti motori, cercano di raggiungere un chiaro obiettivo, la stoccata.
Grazie all’ "Effetto Mirror", lo schermidore può osservare e prevedere le azioni dell’avversario. Non solo.
Sfruttando la Teoria della Mente, cioè la capacità di anticipare pensieri e comportamenti altrui, può preparare attacchi con ‘finte’ e ‘inviti’, cogliere elementi predittivi per comprendere la strategia dell’avversario, individuare un processo ed il risultato conseguente.
Quindi i Neuroni Specchio giocano un ruolo chiave anche nell’agire di seconda intenzione, ovvero nell’attivare un’azione mirata ad ottenere dall’avversario una reazione offensiva da riutilizzare per portare a termine il colpo preventivato.
Una sorta di trappola tesa al fine di provocare una reazione dell’avversario per poter contrapporre l’azione contraria. Ma non è tutto.
L’APPRENDIMENTO ESPERIENZIALE
L’Effetto Mirror e la sollecitazione dei Neuroni Specchio sono alla base anche dell’apprendimento esperienziale, rappresentando un prezioso aiuto per il maestro di scherma nel perfezionamento tecnico e tattico del giovane atleta.
Se, come abbiamo detto, l’osservazione del comportamento di un soggetto comporta per chi osserva la messa in funzione degli stessi neuroni dell’osservato, possiamo dedurre che nel processo di apprendimento per imitazione, i neuroni dello schermidore neofita "rispecchieranno" fedelmente ciò che sta avvenendo nella mente dello schermidore preso a modello, facilitando l’apprendimento del gesto motorio.
Visto le molteplici applicazioni dell’Effetto Mirror nello sport e il ruolo che i Neuroni Specchio rivestono in particolare nella scherma, imparare a tener conto di questa variabile lavorando sulla consapevolezza dei meccanismi che regolano le risposte "specchio" diventerebbe un prezioso alleato per tecnici ed atleti che vogliono ottenere risultati eccellenti.
Testo a cura della Dott.ssa Stefania Ortensi, Psicologa dello Sport
Forse non tutti sanno che le neuroscienze possono aiutarci a comprendere alcune tra le principali dinamiche che regolano i comportamenti agonistici dell’atleta. In particolare la psicologia dello sport fa leva sull’esistenza di una particolare classe di neuroni presenti nel cervello umano, chiamati "Neuroni Specchio", nell’utilizzo di alcune delle principali tecniche di preparazione mentale, come l’allenamento ideomotorio.
Questi particolari tipi di neuroni scoperti dapprima nella corteccia motoria delle scimmie, poi nel cervello umano, si attivano sia quando si compie un’azione sia quando la si osserva mentre è compiuta da altri.
I neuroni dell’osservatore "rispecchiano" letteralmente ciò che avviene nella mente del soggetto osservato, come se fosse l’osservatore stesso a compiere l’azione. Vera e propria replica dentro al nostro cervello di quello che fa l’altro, gli stessi neuroni che si attivano quando si compie un azione, si attivano anche quando osserviamo la stessa azione fatta da altri.
IL MECCANISMO MIRROR
La scoperta dei Neuroni Specchio, avvenuta a metà degli anni ’90 da parte del neuroscienziato Prof. Giacomo Rizzolatti, vincitore per questo del Brain Prize - l’Oscar della Scienza, e della sua equipe del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, spiega alcune dinamiche alla base del comportamento sociale e quindi anche di quello agonistico.
Attraverso il funzionamento di questi particolari neuroni capiamo, infatti, cosa fa l’altro, sfruttando le stesse risorse che agiamo quando lo facciamo noi.
Il Meccanismo Mirror ci consente di comprendere il significato delle azioni altrui, codificarle, imitarle, capire le intenzioni che ne stanno alla base, ma anche, come nel caso del comportamento agonistico, contrastarle, ottimizzando le nostre azioni di risposta.
I NEURONI SPECCHIO E LA SCHERMA
Lo sport e in particolare le discipline di confronto diretto, come la scherma, si inseriscono perfettamente in questa cornice.
Si pensi alla complessità del dialogo schermistico. In fondo, altro non è che un comportamento sociale di due atleti che, seguendo precise regole e agendo determinati atti motori, cercano di raggiungere un chiaro obiettivo, la stoccata.
Grazie all’ "Effetto Mirror", lo schermidore può osservare e prevedere le azioni dell’avversario. Non solo.
Sfruttando la Teoria della Mente, cioè la capacità di anticipare pensieri e comportamenti altrui, può preparare attacchi con ‘finte’ e ‘inviti’, cogliere elementi predittivi per comprendere la strategia dell’avversario, individuare un processo ed il risultato conseguente.
Quindi i Neuroni Specchio giocano un ruolo chiave anche nell’agire di seconda intenzione, ovvero nell’attivare un’azione mirata ad ottenere dall’avversario una reazione offensiva da riutilizzare per portare a termine il colpo preventivato.
Una sorta di trappola tesa al fine di provocare una reazione dell’avversario per poter contrapporre l’azione contraria. Ma non è tutto.
L’APPRENDIMENTO ESPERIENZIALE
L’Effetto Mirror e la sollecitazione dei Neuroni Specchio sono alla base anche dell’apprendimento esperienziale, rappresentando un prezioso aiuto per il maestro di scherma nel perfezionamento tecnico e tattico del giovane atleta.
Se, come abbiamo detto, l’osservazione del comportamento di un soggetto comporta per chi osserva la messa in funzione degli stessi neuroni dell’osservato, possiamo dedurre che nel processo di apprendimento per imitazione, i neuroni dello schermidore neofita "rispecchieranno" fedelmente ciò che sta avvenendo nella mente dello schermidore preso a modello, facilitando l’apprendimento del gesto motorio.
Visto le molteplici applicazioni dell’Effetto Mirror nello sport e il ruolo che i Neuroni Specchio rivestono in particolare nella scherma, imparare a tener conto di questa variabile lavorando sulla consapevolezza dei meccanismi che regolano le risposte "specchio" diventerebbe un prezioso alleato per tecnici ed atleti che vogliono ottenere risultati eccellenti.
Testo a cura della Dott.ssa Stefania Ortensi, Psicologa dello Sport
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