Licenziare via WhatsApp. Fantasia?


Una interessante sentenza che apre nuovi scenari sulle comunicazioni del licenziamento
Licenziare via WhatsApp. Fantasia?
Il Tribunale di Catania, con ordinanza 27 giugno 2017, ha stabilito che un licenziamento comunicato via WhatsApp è valido a tutti gli effetti di legge.

A prima vista la decisione può sembrare assurda ma l'ordinanza sembra ben motivata con richiami a recenti decisioni della Suprema Corte di Cassazione (peraltro su temi simili ma comunque diversi) secondo cui "in tema di forma scritta del licenziamento prescritta a pena di inefficacia, non sussiste per il datore di lavoro l’onere di adoperare formule sacramentali, potendo la volontà di licenziare essere comunicata al lavoratore anche in forma indiretta purchè chiara" (Cass. 13 agosto 2007 n° 17652) ed anche alla giurisprudenza di merito (cfr. Corte Appello Firenze 5 luglio 2016 che ha riconosciuto legittimo il licenziamento comunicato tramite SMS in virtù della analogia del messaggio al telegramma, da sempre ritenuto strumento valido per una comunicazione formale).

La questione è davvero interessante e apre scenari nuovi e problematici in un momento "critico" nel rapporto di lavoro: quando, per esempio, il messaggio si ritiene giunto a destinazione? E come riuscire a provare il ricevimento dello stesso? Ed è lecito equiparare un messaggio whatsapp, che non ha alcun riconoscimento giuridico ad un telegramma che, invece, ha una sua validità formale ex lege (cfr. art. 2705 cod. civ.)? E, infine, perché non licenziare allora anche via Facebook?

Lo Studio Legale Malatesta è a disposizione per approfondire simili problematiche.

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di avv. Stefano Malatesta

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