Liquidità ferma sul conto corrente, come gestirla al meglio


Cosa si intende per liquidità? Quali strategie adottare per gestirla al meglio?
Liquidità ferma sul conto corrente, come gestirla al meglio

Cosa si intende per liquidità?

L'argomento liquidità è parte fondamentale del sistema economico italiano ed europeo.

A livello di terminologia finanziaria la liquidità è la disponibilità di mezzi di pagamento in contanti a brevissimo termine.

In genere, la liquidità in Italia e dal risparmiatore medio viene investita soprattutto in titoli di Stato o in altre forme a basso rischio. Basti pensare che è forse l'asset preferito dai risparmiatori europei, ma soprattutto italiani.

Si stima che in Europa ci siano 10 mila miliardi di depositi bancari liquidi, quindi soldi disponibili in qualsiasi momento.

E’ irrefrenabile la scelta di parcheggiare i risparmi senza investirli. Addirittura aumentano le vendite delle obbligazioni e dei BTP, strumento preferito dal risparmiatore italiano medio. Oltre a non essere investita, la liquidità non viene neanche spesa a causa della recessione passata e incertezza per il futuro. 

Questi dati sono forniti dall’ABI, associazione bancaria italiana. Ed è proprio questa la ragione per cui questo tipo di risparmio è così largamente diffuso.

Dopo la crisi finanziaria del 2008/2009 la paura ha giocato un ruolo fondamentale, il rischio recessione ha fatto in modo che le persone tenessero somme prontamente prelevabili in caso di immediata necessità in vista di una nuova possibile recessione.

Questo è quello che si intende per liquidità, ovvero soldi fermi sotto forma di depositi bancari a rendimento zero e sottoposti a svalutazione dovuta all'inflazione, ovvero il continuo aumento dei prezzi dei beni di consumo.

Un secondo motivo, oltre alla crisi del 2008/2009 per cui i risparmiatori tendono a mantenere tutta questa liquidità sul conto corrente, è la percezione della volatilità, alto rischio, di un possibile investimento in mercati finanziari e i relativi costi per la transazione. Inoltre, la paura per il futuro il contesto di incertezza economica e l’erronea percezione di estrema rischiosità degli strumenti di investimento fanno sì che la liquidità rimanga ferma sul conto corrente.

Ma la domanda è: ha senso mantenere tutta questa liquidità bloccata e non cogliere le opportunità che può offrire il mercato? La risposta alla domanda è no, in quanto se vi rivolgete ad un consulente finanziario sarà in grado di affrontare questo argomento insieme a voi e a trovare le soluzioni migliori da adottare in base al vostro profilo, che va dall’età anagrafica alla percezione di rischio in base agli strumenti proposti dal consulente.

In questo periodo diverse banche, tra cui una delle principali sul mercato, vorrebbero applicare possibili tassi negativi sui depositi bancari liquidi. Questo perché anche la banca ha dei costi di mantenimento della liquidità presso la BCE, il che si traduce in possibili perdite per la banca sui depositi liquidi dei correntisti. A causa, infatti, del contesto economico e dei continui tagli dei tassi sui depositi fino ad arrivare a negativi, l'ultimo dei quali effettuato da Mario Draghi arrivato a -0,5, ha fatto in modo che le banche si trovino in difficoltà a mantenere i loro depositi presso l'istituto centrale. Questo al fine di dare una visione generale sulla liquidità dai due punti di vista: del risparmiatore e della banca.

 

Come gestire la liquidità?

Ora passiamo al secondo punto: perché è importante gestirla al meglio questa liquidità.

La grossa esposizione alla liquidità espone a rischi come l’inflazione.  Il risparmiatore non si accorge l’impatto del rialzo dei prezzi anche perché negli ultimi anni l’aumento del costo della vita è decisamente più contenuto rispetto a 20 o 30 anni fa. Ma l’inflazione continua a lavorare in silenzio e nel 2018 è stata in media poco sopra l’1%, inferiore alla media dell’area euro.

Questo non impedisce che, in assenza di rendimenti, l’inflazione di fatto abbia «bruciato» almeno 10 miliardi di euro (visto che alcuni depositi sono remunerati). Un costo implicito che impone comunque di valutare strategie alternative, almeno per una parte della liquidità non necessaria, moderando e adattando i rischi.

L’obiettivo è quello di rivolgersi a un consulente preparato che vi saprà consigliare gli asset migliori per le vostre esigenze e che possano evitare perdite durante la vita dell’investimento, per poter essere ritirati in qualsiasi momento.

Un esempio sono i fondi comuni di investimento tradizionali differenti da quelli di liquidità. Invece, ci sono fondi, ancora poco diffusi in Italia, che vanno a ottimizzare la gestione della liquidità a livello globale in base alle differenti curve dei rendimenti, e i ritorni sono positivi.

Tornando agli svantaggi di tenere la liquidità ferma, il conto corrente è lo strumento meno efficiente per parcheggiare i soldi; infatti, 10 mila euro lasciati fermi nelle banche per 5 anni possono arrivare a perdere fino al 18% del loro valore, come già accennato in precedenza, a causa della tassa occulta dell’inflazione che fa perdere potere d’acquisto, ma anche di tutte le spese di gestione o del conto corrente o l’imposta di bollo statale. In sostanza, 10 mila euro parcheggiati sul conto corrente dopo 5 anni diventano 8161 euro. Invece, per quanto riguarda il potere di acquisto, l’inflazione si calcola al 2% annuo.

L’obiettivo con gli strumenti di investimento, al fine di combattere l’aumento dei prezzi dei beni di consumo (0,8%), è quello di battere questo 0,8% annuo e non sottovalutarlo sulla liquidità ferma sul conto corrente.

Infine, quali strategie adottare? Sempre, come già accennato in precedenza nell’articolo, se non ne avete già uno, potete rivolgervi a un consulente finanziario che vi guiderà nelle verso le soluzioni migliori da adottare, mediando con le vostre paure e incertezze per il futuro. Innanzitutto partendo dalla vostra percezione di rischio e tolleranza alla volatilità dei mercati e successivamente vi proporrà soluzioni adeguate al vostro profilo. Esempi possono essere fondi comuni di investimento, ovvero contenitori al cui interno si trovano titoli, azioni obbligazioni, gestiti da un gestore che imposta una strategia. Obbligazioni classiche titoli di Stato a basso rischio e bassa volatilità, oppure polizze assicurative che valgono come investimento. Tutto sta nel trovare la giusta soluzione e nel comprendere il valore aggiunto che si può avere investendo nei mercati finanziari.

 

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di Dott. Andrea Florio

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