La Mediazione può aiutare a sviluppare la resilienza, cioè la capacità di resistere alle circostanze difficili della vita e di reagire positivamente
Il conflitto appartiene alla natura umana. Nella vita si sperimentano tanti conflitti sia con noi stessi che nel mondo che ci circonda, dal lavoro, alla famiglia, alle relazioni sociali. Ma cosa si intende veramente per conflitto? Il conflitto è uno scontro fra persone che hanno delle divergenze e che a causa di ciò non riescono a trovare un accordo. Quando ci si trova di fronte ad un problema, spesso si pensa di avere una sola via d’uscita, e piuttosto che affrontare la situazione si preferisce stare dentro il conflitto e provare sofferenza e dolore chissà per quanto tempo, prima di vedere un nostro bisogno soddisfatto. La situazione precipita poi in un un'escalation conflittuale, quando a causa di un’insufficiente o di un’ errata modalità di comunicazione accompagnata da una mancanza di regole capaci di dare ordine e di raccogliere un confronto corretto e costruttivo, si finisce per utilizzare lo stesso registro, la medesima comunicazione inefficace contro l’altra persona coinvolta. I fenomeni di cattiva convivenza nelle famiglie, le separazioni in aumento, il crescere di fenomeni di bullismo e di aggressività nelle scuole, le cattive relazioni sociali, sono tutte situazioni che ci invitano a pensare che nuovi strumenti dovranno aiutarci a trovare delle soluzioni. La Mediazione familiare, scolastica e civile rappresentano dunque dei validi strumenti per gestire le situazioni difficili. Nel caso però in cui fosse intervenuta una separazione coniugale, lo strumento utile per gestire il conflitto ma anche la semplice riorganizzazione della vita familiare è la Mediazione familiare. Le persone coinvolte in una separazione coniugale si trovano a dover affrontare una delle esperienze più difficili da gestire nel corso della vita: sono solitamente in una situazione di frustrazione e di debolezza, a causa delle emozioni che provano, hanno l’impressione di avere perso il controllo degli eventi. Possono scegliere di delegare tutto all’avvocato e poi gestire le proprie vite sulla base di accordi scelti da altri, oppure affrontare la situazione affidandosi ad un Mediatore familiare, il quale aiuterà loro a dare sfogo alle emozioni, a resistere alla "tempesta", a prendere delle decisioni importanti. Molti litiganti quando vengono in mediazione sono molto confusi in merito ai propri bisogni, sanno quello che non vogliono più ma non sanno prefigurarsi una soluzione per il futuro. Il Mediatore allora, che è un professionista "sensibilizzato" dalla sua formazione, e dalla propria esperienza professionale, a sostenere e a stimolare nelle persone la capacità di risoluzione dei problemi, può davvero fare tanto per sviluppare in esse la resilienza, cioè la capacità di resistere alle circostanze difficili della vita e di reagire positivamente utilizzando la forza interiore propria degli esseri umani. La resilienza che è un concetto introdotto nelle scienze sociali può dunque entrare nello spazio di mediazione ed essere incoraggiata rafforzando la consapevolezza che ciò che sta accadendo non sarà per sempre e chepotrà invece essere superato grazie alle risorse che si possiedono.
Dott.ssa Maria Antonietta Canestrino, Mediatrice familiare e sociale.
Qualunque veste assuma la violenza domestica non deve avere ad oggetto sporadici episodi ma deve costituire una modalità quotidiana d’interazione della coppia
Le diverse forme di violenza e la differente gravità della stessa ha indotto gli studiosi a compiere un esame sull'opportunità del ricorso alla Mediazione familiare