Locazioni non ad uso abitativo


Sono necessari interventi inerenti le locazioni di immobili ad uso diverso da quello abitativo
Locazioni non ad uso abitativo
Il mercato immobiliare, e soprattutto le sue dinamiche di offerta e domanda, stanno evidenziando sempre di più una certa insofferenza di proprietari e inquilini rispetto alla camicia di forza imposta dalla legge 392/78 per locazioni aventi ad oggetto un uso diverso da quello abitativo e dalla legge 431/98 per quanto concerne le abitazioni. In questi anni ci sono stati davvero pochi interventi da parte del legislatore, soprattutto per quanto riguarda le locazioni di immobili ad uso diverso da quello abitativo situati in grandi complessi commerciali. Piccoli passi, lievi modifiche e compiuti con fatica che vanno incontro alle esigenze del mercato attuale caratterizzato dalla rotazione delle attività commerciali secondo gli andamenti della domanda dei consumatori, a fronte invece di una normativa nata proprio per proteggere la continuità di esercizio.
Un'altra questione importante riguarda l'entità dei canoni che, complice la più generale crisi economica, tende in molti casi al ribasso, rispetto ai valori realizzabili qualche anno fa e di questo è necessario tenere conto ai fini fiscali e delle relative rendite assegnate che dunque periodicamente debbono essere verificate e aggiornate. Orbene se l'investimento di un immobile per usi commerciali era in precedenza una fonte sicura di reddito, oggi non è più assolutamente così e i conti volgono facilmente al rosso, non solo in presenza di periodi di mancata loicazione ma anche e soprattutto in caso di morosità del conduttore e per quanto concerne l'aspetto tributario, in ordine alle imposte da versare. Ragionamenti analoghi possono essere fatti anche per le abitazioni, dove l'introduzione dell'IMU ha determinato una forte crescita della propensione all'affitto piuttosto che all'inutilizzo del bene immobile, da qui l'impatto con la normativa per le locazioni caratterizzata dal regime dei contratti liberi, e dei contratti concordati nei quali la regolamentazione della durata e del canone assumono un ruolo decisivo. Dunque un mercato che in pochi anni è cambiato e cambierà ancora, e nel quale oggi il livello dei canoni concordati è sempre più vicino a quelli dei canoni liberi o addirittura rischia di essere superiore, e allora a questo punto si potrebbe immaginare una circostanza nella quale a fronte del pagamento dei tributi da parte del locatore, in caso di inadempienza del conduttore, sarebbe possibile riottenere in tempi brevissimi la rstituzione dell'immobiloe soprattutto nel caso in cui vi sia una situazione di morosità.

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di Studio legale TOMASSI

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