MIFID II - Cosa cambia e come è percepita


Che cosa cambia veramente con la MIFID II per gli investitori?
Come impatta sull’operatività dei Consulenti e come viene da questi percepita?
MIFID II - Cosa cambia e come è percepita
Dal 3 gennaio 2018 ha trovato definitiva applicazione in Italia il DL 3 agosto 2017 di recepimento della Direttiva 2014/65/UE (MIFID II) e di adeguamento della normativa nazionale al Regolamento (UE) n.600/2014 (MIFIR). Tale Direttiva sostituisce la precedente MIFID I per rispondere alle esigenze di un mercato finanziario sempre più complesso ed ha l’obiettivo di uniformare il mercato unico dei servizi finanziari in Europa, rafforzando al contempo la fiducia, la trasparenza e la protezione degli investitori.

Fin qui la normativa di riferimento e gli obiettivi dichiarati ma, in realtà, cosa ne sanno gli investitori? E come la valutano i Consulenti Finanziari che la devono praticamente applicare?

Per quanto posso affermare, sia in base alla mia esperienza diretta che alla condivisione con numerosi colleghi, posso tranquillamente affermare che la conoscenza da parte degli investitori lascia alquanto a desiderare, per non dire che sia quasi inesistente. Eppure si tratta di modifiche di rilievo che hanno l’obiettivo di tutelare in misura ancora maggiore chi deve valutare come e dove investire i propri risparmi. Con le nuove modifiche ogni cliente potrà conoscere esattamente il costo della consulenza e dei singoli prodotti finanziari, non soltanto in termini percentuali ma soprattutto in termini numerici, facilmente comparabili. Potrà così essere più agevole valutare la coerenza di tali costi con il livello del sevizio fornito. In tal modo aumenta notevolmente il livello di trasparenza e di chiarezza anche delle rendicontazioni periodiche inviate alla clientela. Viene inoltre rafforzato il controllo sulla conformità e sull’adeguatezza delle operazioni finanziarie in consulenza, dato che non si potrà più concludere una di queste operazioni di investimento se non sarà stata riscontrata la sua adeguatezza in termini di beneficio generato, soprattutto per quanto attiene ai costi e all’impatto sulla diversificazione del portafoglio.

Questa scarsa conoscenza potrebbe essere in parte attribuita anche al fatto che chi doveva informare non l’abbia fatto adeguatamente, più o meno volontariamente, per non dover affrontare da subito problematiche relazionali o carenze nella struttura organizzativa o della qualità e completezza del servizio fornito.

Per quanto riguarda invece il mondo della consulenza finanziaria sembra che l’attenzione maggiore si sia concentrata sull’impatto che tali nuove modalità di comunicazione dei costi e le eventuali limitazioni all’operatività (che la maggior rigidità dei controlli di adeguatezza comporta) avranno in termini di margini di redditività e di relazione con la clientela. Poca attenzione è stata invece posta alle opportunità che tali innovazioni offrono a chi è professionalmente preparato e sa far comprendere la qualità ed il valore della consulenza che è in grado di fornire. Personalmente vedo molto più gli aspetti positivi della nuova normativa e ritengo che, se applicata in maniera appropriata e soprattutto se sarà effettuata, da parte delle Autorità competenti, una adeguata attività di controllo e monitoraggio, sarà molto più semplice, per i potenziali investitori finanziari, selezionare i Consulenti in base alla loro professionalità.

Vedremo nel prossimo futuro quali saranno gli effetti reali; da parte mia posso solo invitare gli investitori ad informarsi su tali novità e di valutare con attenzione se chi pretende di svolgere attività di consulenza finanziaria lo fa in modo adeguato e professionale.

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di Dott. Giovanni Ventura

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