Migliorare l'efficienza energetica di casa


Interventi che permettono di migliorare l'efficientamento energetico della casa
Migliorare l'efficienza energetica di casa
Con l’entrata in vigore della legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (definita Legge finanziaria del 2007), si è sempre più sentito parlare di agevolazioni fiscali per interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.
Ad oggi è possibile portare in detrazione dalla dichiarazione IRPEF il 65% del costo complessivo dell’intervento in 10 anni; un’iniziativa incentivante per chi decidesse di intraprendere questa strada.
ENEA, l’ente che si occupa di "erogare" questo tipo di detrazioni, mette a disposizione sul proprio portale una serie di Vademucum che riportano tutti i requisiti di carattere tecnico e amministrativo per ogni intervento detraibile.
Tuttavia alcuni di questi interventi, per quanto efficienti possano rivelarsi, risultano piuttosto invasivi per l’edificio.
Al di fuori delle consulenze di carattere tecnico, questi interventi migliorativi o raccomandazioni, possono inoltre essere rinvenibili nell’apposita sezione dell’Attestato di Prestazione Energetica ove l’immobile ne sia dotato. Succede però spesso che per sopperire all’obbligatorietà di indicare questi interventi, si tenda a fornire delle raccomandazioni operativamente poco credibili.
Per restringere il campo possiamo dire che la media degli edifici in Italia presenta la maggior parte delle proprie carenze in questi elementi:
- Generatori obsoleti, con involucri non coibentati e con bassi rendimenti.
- Infissi con poca tenuta all’aria e spesso senza taglio termico (per telai in alluminio) e senza doppi vetri
- Coperture con masse termiche molto ridotte. Basti pensare che negli edifici più datati si trovano spesso solai di copertura con orditura in legno e composti esclusivamente da tavelloni in laterizio e tegole.
Partendo dal presupposto che è molto complicato eliminare completamente i ponti termici (punti dell’involucro dove viene disperso maggior calore a causa di disomogeneità geometriche e/o materiche), è possibile intervenire su queste componenti:
INTERVENTI SUL GENERATORE DI CALORE:
E’ senza dubbio uno degli interventi più comuni effettuati. Spesso non sono necessarie opere murarie poiché nuovi generatori a condensazione (con efficienze sopra il 100% in quanto sono dispositivi che sfruttano il calore dei fumi della combustione per scaldare l’acqua dell’impianto) possono essere installati nello stesso punto della vecchia caldaia. Per poter usufruire delle agevolazioni per questo intervento è fatto comunque obbligo, ove sia tecnicamente possibile, di installare valvole termostatiche a bassa inerzia termica su tutti i radiatori. Inoltre pure i costi dovuti per la dismissione del vecchio generatore rientrano tra le opere agevolabili.
INTERVENTI SUGLI INFISSI:
Meno ricorrenti ma comunque molto utili per ridurre le dispersioni.
Nell’ambito della certificazione energetica viene spesso indicata una soluzione troppo standardizzata consistente nella la sostituzione completa dell’infisso.
Tuttavia se il telaio risulta in buono stato e consente l’installazione di un doppio vetro è possibile conservarlo e eventualmente risanarlo per ridurre eventuali infiltrazioni di aria e risparmiare così una notevole quantità di denaro. Spesso nei fabbricati costruiti negli anni 60-70 si possono trovare gli originari infissi in legno. E’ consigliabile cercare di mantenere questa tipologia in quanto rimane senza dubbio uno dei materiali maggiormente isolanti non solo dal freddo ma anche dal caldo estivo grazie alla sua massa.
Rimanendo sempre nell’ambito degli infissi occorre prestare grande attenzione ai cassonetti degli avvolgibili. Questi elementi, spesso costruiti in metallo sono un vero e proprio "portone aperto" per il flusso di calore sia in inverno che in estate. Un corretto isolamento dello stesso, magari utilizzando materiale derivato dal legno, permette di ridurre la sua trasmittanza da 6 a 0,67 W/mqK con una spesa esigua e anch’essa agevolabile se eseguita ad integrazione di un intervento completo sull’infisso.
Altre opere agevolabili, contestuali agli infissi, riguardano anche gli scuri, le persiane e gli avvolgibili.
SI RICORDA CHE AL FINE DI OTTENERE IL DIRITTO ALL’AGEVOLAZIONE, L’INTERVENTO DOVRA’ GARANTIRE UNA TRASMITTANZA FINALE DELL’INFISSO INFERIORE AL VALORE LIMITE STABILITO DALLA NORMATIVA
INTERVENTI SULLE COPERTURE:
Eseguire una manutenzione straordinaria di una intera copertura, oltre ad essere molto invasivo è anche molto oneroso.
Qualora l’immobile sia dotato di un sottotetto praticabile, potrebbe essere consigliata l’applicazione di un materiale isolante.
Questa soluzione, pur non eliminando i ponti termici, genera dei benefici notevoli. L’utilizzo di polistirene (che rimane il materiale ancora oggi più impiegato per i cappotti di pareti e coperture) svolge una buona funzione contro il freddo invernale, ma è sconsigliato da un punto di vista estivo a causa della sua bassa densità. Per questo tipo di intervento è consigliabile utilizzare pannelli in fibra di legno ad alta densità che oltre ad isolare molto bene anch’essi dal freddo, isolano notevolmente anche dal caldo smorzandone l’effetto. Per un comfort ideale sarebbe opportuno scegliere materiali con uno sfasamento di almeno 8 ore (indica il tempo che il materiale impiega a rilasciare il calore accumulato).
Come detto, questo intervento comporta grandi vantaggi ed è allo stesso tempo operativamente molto semplice da eseguire.
Nel caso in cui il sottotetto non sia praticabile, qualora l’altezza dei locali lo permetta, è possibile realizzare una controsoffittatura per applicare il materiale dall’interno. In questo caso (problematica legata per analogia anche ai cappotti interni sulle murature esterne o verso ambienti non riscaldati) occorre prestare molta attenzione ai fenomeni di condensa interstiziale prevedendo una idonea barriera o freno vapore sulla faccia del pannello isolante rivolta verso l’ambiente riscaldato. Questo fenomeno può verificarsi, in caso di cappotti eseguiti all’interno, a causa del vapore acqueo che assorbito e rilasciato dall’isolante entra in contatto con la struttura molto più fredda creando condensa che in alcuni casi può portare a marcescenza del materiale.

Articolo del:


di Geom. Lorenzo Bani

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