MILLENIALS e Sharing Economy

Reduce dall’aver partecipato a tavole rotonde nell’ambito di “Consulentia 2019”, quello che mi sono portata a casa è come cambia la scelta degli investimenti da una generazione all’altra.
La nuova generazione, quella dei MILLENIALS, ovvero coloro che sono nati tra i primi anni ‘80 e la fine degli anni ‘90, si contrappone alle precedenti (Baby boom ‘50/’65 e Generazione X ‘65/’80) in tutto e per tutto.
I MILLENIALS sembrano preferire l’accesso al possesso, l’emozione alla proprietà. Per loro acquistare oggetti non ha lo stesso valore che aveva per i genitori o per i nonni. Basti pensare solo alla musica, a quanto era importante per i nonni spendere quelle 10 mila lire di allora per acquistare un disco in vinile di un unico autore, mentre oggi con 9,95 euro si può fare un abbonamento mensile a Spotify e scaricare tutta la musica che si vuole.
Eclatante ed esemplificativo a questo proposito è il video diffuso sui social che mostra un bambino a cui viene messa in mano una musicassetta: oggetto sconosciuto, lui la guarda stupito e alla fine la mette all’orecchio pensando sia un cellulare!
Anche l’automobile, che per la generazioni dei nonni (Silver Age) era uno status symbol, un obiettivo da raggiungere, per i MILLENIALS non ha valore, e per spostarsi preferiscono l’uso del “car sharing”, Bla Bla Car, Car2go o Enjoy, per citarne solo alcuni.
Siamo, dunque, nell’epoca della Sharing Economy, in cui la Disruption (la cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”) ha attuato un vero e proprio stravolgimento di paradigma che ha portato a cambiare l’intero modello di business, e i MILLENIALS ne sono la rappresentazione.
E’ una generazione altamente digitalizzata e correlata ai social che si muove con le App. Sicuramente più informati su tutto, ma anche più confusi dato l’enorme afflusso e frammentazione di notizie che ricevono quotidianamente dal web, risultano un’utenza media con minori capacità di discernimento, col rischio di essere una tipologia di cliente disinformato.
Ma essendo i risparmiatori di domani, coloro che beneficeranno del passaggio di ricchezze dalla Silver Age, la loro importanza non deve essere sottovalutata e si apre, quindi, una nuova sfida: come approcciarsi a loro? Come affrontare questo cambio di generazione, guardando a loro come a nuove opportunità di investimento?
Il ruolo del consulente sarà determinante nella scelta degli investimenti.
Tenendo conto innanzitutto del fatto che i MILLENIALS sono molto sensibili e attenti al tema della sostenibilità, gli asset manager per prima cosa dovranno ricercare e individuare i nuovi trend di consumo e indirizzare gli investimenti su quelle aziende che si dimostreranno a loro allineate e sensibilizzate (un esempio: aziende “carbon free”, ovvero quelle aziende che non usano carbone nei processi industriali).
Centrale diventa l’analisi ESG (Environmental Social Governance) e la scelta di macrotrend globali, legati ai cambiamenti in atto sulla Terra. Si può, quindi, puntare sui settori che si occupano di efficienza energetica e di alimentazione, di gestione delle Smart Cities e di tutela dell’ambiente.
Ma spazio anche a chi investe sulla tecnologia, vedi l’industria automobilistica che ha prodotto i nuovi mezzi elettrici e ibridi, o la robotica che ha rivoluzionato il campo della medicina, o ancora il settore delle stampanti 3D.
Grande importanza la riveste, inoltre, il settore previdenziale.
Rispetto alle generazioni precedenti, i MILLENIALS avranno maggiori difficoltà nel trovare soluzioni alle proprie esigenze previdenziali e, quindi, allineando gli investimenti alle loro necessità, l’industria del risparmio gestito avrà il potenziale per puntare ad una programmazione della loro previdenza pensionistica futura.
Infine, nei portafogli da dedicare a questa nuova generazione, non dovranno mancare gli investimenti programmati in fondi a tema solidale, data l’importanza che sta acquisendo il sistema di gestione delle persone anziane e il loro miglioramento.
Concludendo, voglio sottolineare anche l’importanza di un linguaggio nuovo di approccio al cliente, che dovrà essere stimolato e invogliato facendo leva su nuove esperienze ed emozioni, e dell’educazione finanziaria fondamentale per “addestrarlo” al binomio tempo/pazienza, finalizzato al raggiungimento dei migliori vantaggi negli investimenti.
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