Minimalismo: perché farne una scelta di vita per essere felici?


Viviamo in una società frenetica, sempre alla ricerca di qualcosa, dove devi essere al massimo in ogni occasione. E tu? Tu rischi di perderti un po’, non credi?
Minimalismo: perché farne una scelta di vita per essere felici?

Ecco i 3 passi per diventare minimalisti

1- Da dove partiamo? Partiamo da noi

Viviamo in una società sempre alla ricerca di qualcosa, frenetica, dove devi essere al top in ogni occasione. E tu? Tu rischi di perderti un po’, trascinato dagli eventi. I giorni passano e ti sembra di non vivere. Mai pensato a qualcosa del genere?

ALT, ferma il mondo, voglio scendere! (Mafalda) 

Non si può scendere, ma qualcosa si può e si deve fare; riparti da te! Rifocalizzati, ricentrati, ritrova te stesso! Come? Ponendoti domande del tipo: chi sono, in cosa credo, cosa voglio dalla vita, sto facendo il lavoro che mi realizza e soddisfa? Sono appagato? Quale è il mio perché? Comincia a piccoli passi, uno dopo l’altro e riprenditi la vita. Facciamo un po’ di ordine dentro noi stessi! Arriviamo al nocciolo!

2- Cosa vuol dire essere consapevoli

Mi piace ricercare l’etimologia delle parole e la parola Consapevole deriva da CON e SAPERE, che non è semplicemente un essere informati, ma è un profondo sapere che da forma alla vita

Se sei consapevole non subisci, ma affronti e rielabori!

Rendiamoci più consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo. Smettiamo di concentrarci su ciò che è fuori di noi e prendiamo tempo per guardarci dentro. Evitiamo la scusa di non avere tempo!  Non dobbiamo essere severi con noi stessi, ma cerchiamo di essere onesti e oggettivi. Intanto dobbiamo sapere che la nostra mente non è propensa ai cambiamenti. Quindi non ascoltiamo la vocina che ci dice di non fare nulla!

Cerchiamo di analizzare come stiamo veramente, quali sono le cose che ci fanno stare bene. Cosa ci stressa? Siamo scesi a compromessi? Quali e quanto grandi?

Eliminiamo cose o relazioni che non funzionano e che non portano valore. Le relazioni si scelgono e in una relazione occorre essere in due. Facciamo lo sforzo di analizzare le nostre relazioni: ci stiamo bene? Stiamo inseguendo quella persona? C’è dimostrazione di interesse dall’altra parte? Se così non è, smettiamo di farci del male. Lo stesso per i beni materiali, per quello che compriamo!

Un punto di partenza concreto? Fare ordine, partiamo dalla scrivania, appunti, foglietti e quant’altro. O anche dall’armadio: quale migliore occasione per eliminare vestiti che non usiamo più e che mentalmente ci tengono vincolati a qualche cosa che “occupa” spazio!
Avere una buona consapevolezza di sé implica avere una buona autostima. Come siete messi?

3- Ordine, parliamo di quello mentale 

Secondo la World Health Organization la salute mentale è uno stato di benessere mentale e psicologico, meglio ancora la definizione di stato di benessere emozionale e psicologico. Il tutto, quindi, ci fa andare oltre il concetto di Assenza di Malattia.

Possiamo dire che il benessere mentale è caratterizzato da:

  • abilità cognitive ed emotive;

  • abilità sociali e relazionali;

  • capacità di fronteggiare lo stress.

Partiamo dalle prime abilità. Riguardano le capacità di fronteggiare e risolvere i problemi, di rimanere in contatto con le nostre emozioni (sentito parlare di Intelligenza Emotiva?). Noi abbiamo bisogno di Relazioni, fondamentali per la nostra salute mentale. In fondo siamo animali sociali

Le seconde sono le abilità sociali, ossia il saper creare e gestire relazioni sane e reciproche.
Infine la gestione dello stress che, di per sé è positivo perché è considerato come una spinta all’adattamento, quindi ci aiuta a fronteggiare una situazione avversa.

Cosa centra allora il minimalismo con la possibile scelta di vita?

Perché occorre eliminare il superfluo e dare spazio a ciò che conta di più. Semplice? No, perché per fare questo occorre mettersi davanti allo specchio, fare i conti con se stessi, una sorta di revisione della vita e modificarne lo stile. Ecco cosa centra! Ad esempio, pensiamo alla vita di oggi che chiede compromessi elevati all’attenzione e alla concentrazione. Viene richiesto il multitasking che non è fattibile per il nostro cervello. Riduce l’efficacia, ci stanchiamo di più per produrre di meno. Quindi, essere più consapevoli del nostro tempo, di come lo trascorriamo, di come scegliamo le priorità diventa importante.

Parliamo di competenze emotive: occorre imparare a selezionare le “cose” (situazioni, persone) che ci rendono felici. La felicità è una scelta! Quando acquistiamo qualcosa, chiediamoci se ci porta del valore o se è acquisto compulsivo dovuto a qualche stimolo pubblicitario o altro. La felicità non dipende da quanto possediamo. Riempiamo i nostri vuoti e i nostri bisogni con valore, non la casa di sopramobili!

Stress, abbiamo detto che è positivo se inteso come energia per il cambiamento e l’adattamento. Siamo in fondo, in equilibrio precario! Scontro tra sistemi, ma poi ci assestiamo di nuovo. Se però diventa troppo, lo stress fa male. Quindi che fare? Ad esempio definire le priorità e minimizzare gli obiettivi. Lavorare sulla nostra organizzazione quotidiana!

La perfezione si ottiene non quando non c’è nient’altro da aggiungere, bensì quando non c’è più nulla da togliere” A. De Saint Expery.

La semplicità è l’ultima sofisticazione” L. Da Vinci.

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di Alessandra Vassilli (formatrice professionista)

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