Miti e ragioni nella gestione dei conflitti
Alcune indicazioni verso una soluzione

Alcuni miti nella tradizione culturale occidentale ci insegnano che "è bene non litigare", che "dobbiamo andare tutti d’accordo", oppure "nel mondo ci sono due tipi di persone: i vincenti e i perdenti" impariamo di conseguenza ad evitare i conflitti, o ad essere accondiscendenti oppure ricercare una vittoria schiacciando la controparte.
Il conflitto non è sinonimo di guerra, scontro, litigio, dibattito, non richiede vincitori né vinti.
Semplicemente è un processo dinamico che avviene fra due o più persone quando si afferma la propria volontà attraverso azioni o idee che si contrappongono le une alle altre, oppure quando i valori di riferimento sono discordanti.
Il conflitto è naturale e positivo nelle relazioni, può costituire un’opportunità perché in tale situazione è possibile far emergere i bisogni personali, fare chiarezza e attraverso il confronto si può sviluppare la coesione e l’integrazione del team.
La positività di un relazione interpersonale non dipende dalla frequenza dei conflitti, piuttosto dal numero di conflitti non risolti e dai metodi usati per cercare di risolverli.
Tuttavia il linguaggio che utilizziamo e l’immagine mentale che ci creiamo del conflitto influiscono sul tipo di atteggiamento che adottiamo per affrontare la situazione. (es "schiacciare l’avversario", "affrontare il nemico", "fare a pezzi.." piuttosto che "ci incontriamo per trovare un accordo" ecc).
Confliggere o gestire un conflitto implica alcune importanti competenze relazionali, quali ad esempio: la capacità di analisi, la capacità di ascolto e la flessibilità nel comprendere i punti di vista altrui e di abbandonare le proprie posizioni, l’empatia, generare modalità di problem solving riconoscendo che l’altro o insieme agli altri si può individuare una soluzione migliore prima ignorata dalle parti, utilizzare particolari tecniche comunicative centrate sul problema e sulla soluzione.
Nel conflitto occorre essere consapevoli dove rivolgere e gestire la propria aggressività: se è rivolta verso se stessi, e si esprime con comportamenti di chiusura, frustrazione, evitamento, o verso gli altri attraverso comportamenti di minimizzazione, ridicolizzazione o aggressività verbale o fisica.
Una valida guida per la gestione del conflitto può essere costituita da 5 regole:
- Distanziamento critico e il riconoscimento del conflitto
- Prendere tempo per riflettere, raccogliere informazioni e calmare i propri stati emotivi
- Comunicare, riconoscendo il punto di vista dell’altro ed esprimendo messaggi in prima persona
- Concentrarsi sulla soluzione del problema e non sui principi
- Negoziare per trovare una soluzione innovativa.
Il conflitto non è sinonimo di guerra, scontro, litigio, dibattito, non richiede vincitori né vinti.
Semplicemente è un processo dinamico che avviene fra due o più persone quando si afferma la propria volontà attraverso azioni o idee che si contrappongono le une alle altre, oppure quando i valori di riferimento sono discordanti.
Il conflitto è naturale e positivo nelle relazioni, può costituire un’opportunità perché in tale situazione è possibile far emergere i bisogni personali, fare chiarezza e attraverso il confronto si può sviluppare la coesione e l’integrazione del team.
La positività di un relazione interpersonale non dipende dalla frequenza dei conflitti, piuttosto dal numero di conflitti non risolti e dai metodi usati per cercare di risolverli.
Tuttavia il linguaggio che utilizziamo e l’immagine mentale che ci creiamo del conflitto influiscono sul tipo di atteggiamento che adottiamo per affrontare la situazione. (es "schiacciare l’avversario", "affrontare il nemico", "fare a pezzi.." piuttosto che "ci incontriamo per trovare un accordo" ecc).
Confliggere o gestire un conflitto implica alcune importanti competenze relazionali, quali ad esempio: la capacità di analisi, la capacità di ascolto e la flessibilità nel comprendere i punti di vista altrui e di abbandonare le proprie posizioni, l’empatia, generare modalità di problem solving riconoscendo che l’altro o insieme agli altri si può individuare una soluzione migliore prima ignorata dalle parti, utilizzare particolari tecniche comunicative centrate sul problema e sulla soluzione.
Nel conflitto occorre essere consapevoli dove rivolgere e gestire la propria aggressività: se è rivolta verso se stessi, e si esprime con comportamenti di chiusura, frustrazione, evitamento, o verso gli altri attraverso comportamenti di minimizzazione, ridicolizzazione o aggressività verbale o fisica.
Una valida guida per la gestione del conflitto può essere costituita da 5 regole:
- Distanziamento critico e il riconoscimento del conflitto
- Prendere tempo per riflettere, raccogliere informazioni e calmare i propri stati emotivi
- Comunicare, riconoscendo il punto di vista dell’altro ed esprimendo messaggi in prima persona
- Concentrarsi sulla soluzione del problema e non sui principi
- Negoziare per trovare una soluzione innovativa.
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