Modelli organizzativi e 231 nella sicurezza
Il modello 231 e l`impatto sulla organizzazione e sulle responsabilità dei singoli o dell`azienda anche in applicazione dell`art 30 Dlg 81/08

L’art. 30 del D.Lgs. 81/08 introduce nell’ambito aziendale ulteriori obblighi per il datore di lavoro o le figure giuridicamente coinvolte nella gestione aziendale ai fini della creazione di un proprio modello organizzativo per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.
Il D.Lgs. 231/01 ha istituito la responsabilità amministrativa per reati commessi da amministratori, dirigenti e dipendenti, nell'interesse o a vantaggio dell’azienda. La legge 123/07 ha introdotto nella serie dei reati di cui al D.Lgs. 231/01, anche i reati di omicidio colposo, lesioni gravi o gravissime in violazione delle norme antinfortunistiche.
L’entrata in vigore del Dlvo 81/08 ha arricchito con l’art 30 le responsabilità, le nuove ipotesi di reato, coinvolgono soggetti che prima si ritenevano in parte estranee alle ipotesi di reato di matrice dolosa.
L’inserimento di questa norma ha determinato la necessità di procedere ad una analisi del sistema organizzativo societario in relazione alle conseguenze che può subire la Società nel caso si realizzino determinati reati da parte di soggetti come datore di lavoro o dirigenti o dipendenti aziendali.
Il D.lgs. 231/01 prevede all’art. 6 una forma di esonero dalla responsabilità della persona giuridica se si dimostra di avere adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire la realizzazione dei reati contemplati dalla legge.
Con ciò si vuole garantire un sistema di protocolli (o procedure) che consente di verificare, non solo la stesura del DVR ma anche la sua effettiva applicazione aziendale e un suo costante aggiornamento, la vigilanza sulla sua attuazione e applicazione secondo i dettami normativi.
Pertanto i controlli, le procedure, le istruzioni, l’addestramento, la formazione ecc facenti parte del modello organizzativo sono determinanti per dimostrare la volontà della Società di prevenire le fattispecie di reato ex ante, con a quella matrice colposa.
Con ciò ci si rende immediatamente conto di come quanto previsto dall’art.30, contenga gli elementi fondanti della stesura corretta del DVR redatto ai sensi dagli artt. 15 e ss. del D.lgs. 81/08.
Pertanto il modello non può essere qualcosa di preconfezionato o acquistato in forma standardizzata ma calato nella realtà aziendale, ovvero un modello dinamico, capace porre in evidenzia come le procedure adottate non sono state efficacemente attuate e che possono essere migliorate così come ogni qual volta un’innovazione tecnologica, una modifica di processo, un infortunio determini uno scostamento dal obiettivo iniziale ai fini di un miglioramento costante degli standard di sicurezza in azienda.
Perché il sistema sia efficacemente attuato è necessario che l’Azienda svolga una dettagliata ed approfondita analisi dei ruoli e delle funzioni aziendali, del mansionario, delle attività svolte e della natura aziendale ecc., come indicato nell’art. 30 comma terzo, e da tale analisi emerga una chiara scelta organizzativa e gestionale delle attività aziendali a tutti i livelli.
Con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale 13 febbraio sono state introdotte delle procedure semplificate che riguardano alcuni aspetti organizzativi e le relative modalità applicative per l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza di cui all’art 30 del DLvo 81/08.
Pertanto si deve sottolineare che un modello, efficacemente attuato, è necessario, in quanto costituisce:
1) elemento esimente della responsabilità ai sensi dell’art. 6, comma 1, e 7 D.Lgs. n. 231/2001
2) un elemento di riduzione della sanzione ai sensi dell’ art. 12, quando adottato e reso operativo prima dell’apertura del dibattimento di primo grado, ed evitare l’applicazione delle misure interdittive, (interdizione temporanea o definitiva dall’attività, divieto di contrattare con la Pubblica amministrazione, divieto di pubblicizzare beni e servizi) a condizione dell’integrale risarcimento del danno.
Fonti:
2014 - d.m. 13 febbraio 2014
Assolombarda Guida alla predisposizione di un modello organizzativo
2008 - D.lgs. 8 aprile 2008, n. 81
2001 - D.lgs. 8 giugno 2001, n. 231
Il D.Lgs. 231/01 ha istituito la responsabilità amministrativa per reati commessi da amministratori, dirigenti e dipendenti, nell'interesse o a vantaggio dell’azienda. La legge 123/07 ha introdotto nella serie dei reati di cui al D.Lgs. 231/01, anche i reati di omicidio colposo, lesioni gravi o gravissime in violazione delle norme antinfortunistiche.
L’entrata in vigore del Dlvo 81/08 ha arricchito con l’art 30 le responsabilità, le nuove ipotesi di reato, coinvolgono soggetti che prima si ritenevano in parte estranee alle ipotesi di reato di matrice dolosa.
L’inserimento di questa norma ha determinato la necessità di procedere ad una analisi del sistema organizzativo societario in relazione alle conseguenze che può subire la Società nel caso si realizzino determinati reati da parte di soggetti come datore di lavoro o dirigenti o dipendenti aziendali.
Il D.lgs. 231/01 prevede all’art. 6 una forma di esonero dalla responsabilità della persona giuridica se si dimostra di avere adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire la realizzazione dei reati contemplati dalla legge.
Con ciò si vuole garantire un sistema di protocolli (o procedure) che consente di verificare, non solo la stesura del DVR ma anche la sua effettiva applicazione aziendale e un suo costante aggiornamento, la vigilanza sulla sua attuazione e applicazione secondo i dettami normativi.
Pertanto i controlli, le procedure, le istruzioni, l’addestramento, la formazione ecc facenti parte del modello organizzativo sono determinanti per dimostrare la volontà della Società di prevenire le fattispecie di reato ex ante, con a quella matrice colposa.
Con ciò ci si rende immediatamente conto di come quanto previsto dall’art.30, contenga gli elementi fondanti della stesura corretta del DVR redatto ai sensi dagli artt. 15 e ss. del D.lgs. 81/08.
Pertanto il modello non può essere qualcosa di preconfezionato o acquistato in forma standardizzata ma calato nella realtà aziendale, ovvero un modello dinamico, capace porre in evidenzia come le procedure adottate non sono state efficacemente attuate e che possono essere migliorate così come ogni qual volta un’innovazione tecnologica, una modifica di processo, un infortunio determini uno scostamento dal obiettivo iniziale ai fini di un miglioramento costante degli standard di sicurezza in azienda.
Perché il sistema sia efficacemente attuato è necessario che l’Azienda svolga una dettagliata ed approfondita analisi dei ruoli e delle funzioni aziendali, del mansionario, delle attività svolte e della natura aziendale ecc., come indicato nell’art. 30 comma terzo, e da tale analisi emerga una chiara scelta organizzativa e gestionale delle attività aziendali a tutti i livelli.
Con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale 13 febbraio sono state introdotte delle procedure semplificate che riguardano alcuni aspetti organizzativi e le relative modalità applicative per l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza di cui all’art 30 del DLvo 81/08.
Pertanto si deve sottolineare che un modello, efficacemente attuato, è necessario, in quanto costituisce:
1) elemento esimente della responsabilità ai sensi dell’art. 6, comma 1, e 7 D.Lgs. n. 231/2001
2) un elemento di riduzione della sanzione ai sensi dell’ art. 12, quando adottato e reso operativo prima dell’apertura del dibattimento di primo grado, ed evitare l’applicazione delle misure interdittive, (interdizione temporanea o definitiva dall’attività, divieto di contrattare con la Pubblica amministrazione, divieto di pubblicizzare beni e servizi) a condizione dell’integrale risarcimento del danno.
Fonti:
2014 - d.m. 13 febbraio 2014
Assolombarda Guida alla predisposizione di un modello organizzativo
2008 - D.lgs. 8 aprile 2008, n. 81
2001 - D.lgs. 8 giugno 2001, n. 231
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