Nello studio dello psicoanalista
La prima consultazione con l'analista occupa una posizione del tutto speciale

La prima consultazione con l'analista occupa una posizione del tutto speciale. Nel primo incontro tra paziente e psicoanalista si trova il punto di divergenza e insieme di incontro per le successive considerazioni diagnostiche e le misure terapeutiche da perseguire. Argelander (1967, 1970) ha sottolineato la sua importanza in un certo numero di contributi.
In questo incontro possono verificarsi cambiamenti cruciali per il paziente: se la prima indagine è condotta in base a criteri adeguati, può diventare un primo incontro realmente introspettivo e foriero poi di prospettive terapeutiche. Nell’ ‘incontro psicoanalitico’ vi è l'essenza stessa della consultazione psicoanalitica, che è in nuce anche l’essenza stessa della terapia psicoanalitica.
La prima consultazione psicoanalitica differisce da una comune pratica medica, che consiste nell'effettuare la storia o anamnesi medica o un esame; nonché da un colloquio, per il fatto che c'è un cambiamento percettuale negli atteggiamenti. Per citare Freud nella sua Comunicazione preliminare (1893), «nella maggior parte dei casi, il semplice esame del paziente non è sufficiente per scoprire il punto di partenza», cioè «il processo che ha dato origine per la prima volta al fenomeno in questione» (p. 24).
Il cambiamento di atteggiamento rappresenta una concezione modificata della percezione, che apre la strada ad un incontro psicoanalitico iniziale. Secondo Glover (1955), «ciò che distingue la consultazione psicoanalitica è che noi permettiamo al paziente di raccontare la sua storia e lo incoraggiamo a farlo. Nella consultazione analitica il primo vero passo dipende dal paziente: e si possono trarre molteplici conclusioni utili dal suo comportamento, dal suo coinvolgimento e da come racconta la sua storia. Il paziente ha una partecipazione attiva nel determinare come debba svolgersi la conversazione e ha un suo ruolo nel processo che vi si determina che va ben oltre la semplice risposta alle questioni proposte.
A differenza di quanto accade in un'intervista, questo incontro non si basa sull'interesse, tipico degli interrogatori di qualsiasi genere, di ottenere informazioni specifiche. Le sfaccettature del transfert e del controtransfert possono essere espressi già nella prima consultazione psicoterapeutica, in virtù del fatto che essa offre uno spazio per il paziente tale da rivelare il suo status interno. Il risultato è lo sviluppo di una scena inconscia, la cui importanza può essere proficuamente investigata. Così il paziente può, già in questa fase, fare un’esperienza diretta di ciò che è la psicoanalisi.
Un primo incontro psicoanalitico così concepito non è sufficientemente descritto dal termine 'colloquio': in una parola, questo genere di comprensione è sia capire ciò che viene detto sia capire la persona che lo ha detto. Argelander (1970) richiama l'attenzione sull'importanza fondamentale della scena inconscia della consultazione psicoanalitica. Egli ritiene che solo quando questa viene presa in considerazione la situazione di consultazione psicoanalitica si verifica effettivamente. Gli elementi speciali includono non solo le attività inconsce del paziente, la rappresentazione inconscia della scena, ma anche il ruolo svolto dallo psicoanalista.
BIBLIOGRAFIA
ARGELANDER, H. (1967). Das Erstinterview in der Psychotherapie.
"Psyche", 21: 341.368, 1 2 9 -4 6 7, 473-512.
ARGELANDER, H. (1970). Das Ersinteruietu in der Psychothcvapie. Darmstzdt, Wisscnschaitliche Buchgesellschaft.
BALINT, M. & E. (1961). Psychotherapeutic Techniques in Medicine. London, Tavistock Publications.
EISSLER, K. R. (7.950). The Chicago Institute of Psychoanalysis and the sixth period of the developmentof psychoanalytic technique. J. Gen. Psychol., 42: 103-157.
FREUD, S. (1893). On the psychical mechanism of hysterical phenomena: prelirninary communication. S.E. 2. 1905. Fragment of an analysis of a case of hysteria. S.E. 7. (1933). New introductory lectures on psychoanalysis. S. E. 22.- (1937). Analysis terminable and interminable. S. E. 23.
GLOVER , E. (1955). The Technique of Psyrcoanalysis. New York, Int. Univ. Press.
KLAUBER, J. (1971). Personal attitudes to psychoanalytic consultation. Difficulties in the Analytic Encounter. New York and London, Jason Aronson, 1981, pp. 141-159.
In questo incontro possono verificarsi cambiamenti cruciali per il paziente: se la prima indagine è condotta in base a criteri adeguati, può diventare un primo incontro realmente introspettivo e foriero poi di prospettive terapeutiche. Nell’ ‘incontro psicoanalitico’ vi è l'essenza stessa della consultazione psicoanalitica, che è in nuce anche l’essenza stessa della terapia psicoanalitica.
La prima consultazione psicoanalitica differisce da una comune pratica medica, che consiste nell'effettuare la storia o anamnesi medica o un esame; nonché da un colloquio, per il fatto che c'è un cambiamento percettuale negli atteggiamenti. Per citare Freud nella sua Comunicazione preliminare (1893), «nella maggior parte dei casi, il semplice esame del paziente non è sufficiente per scoprire il punto di partenza», cioè «il processo che ha dato origine per la prima volta al fenomeno in questione» (p. 24).
Il cambiamento di atteggiamento rappresenta una concezione modificata della percezione, che apre la strada ad un incontro psicoanalitico iniziale. Secondo Glover (1955), «ciò che distingue la consultazione psicoanalitica è che noi permettiamo al paziente di raccontare la sua storia e lo incoraggiamo a farlo. Nella consultazione analitica il primo vero passo dipende dal paziente: e si possono trarre molteplici conclusioni utili dal suo comportamento, dal suo coinvolgimento e da come racconta la sua storia. Il paziente ha una partecipazione attiva nel determinare come debba svolgersi la conversazione e ha un suo ruolo nel processo che vi si determina che va ben oltre la semplice risposta alle questioni proposte.
A differenza di quanto accade in un'intervista, questo incontro non si basa sull'interesse, tipico degli interrogatori di qualsiasi genere, di ottenere informazioni specifiche. Le sfaccettature del transfert e del controtransfert possono essere espressi già nella prima consultazione psicoterapeutica, in virtù del fatto che essa offre uno spazio per il paziente tale da rivelare il suo status interno. Il risultato è lo sviluppo di una scena inconscia, la cui importanza può essere proficuamente investigata. Così il paziente può, già in questa fase, fare un’esperienza diretta di ciò che è la psicoanalisi.
Un primo incontro psicoanalitico così concepito non è sufficientemente descritto dal termine 'colloquio': in una parola, questo genere di comprensione è sia capire ciò che viene detto sia capire la persona che lo ha detto. Argelander (1970) richiama l'attenzione sull'importanza fondamentale della scena inconscia della consultazione psicoanalitica. Egli ritiene che solo quando questa viene presa in considerazione la situazione di consultazione psicoanalitica si verifica effettivamente. Gli elementi speciali includono non solo le attività inconsce del paziente, la rappresentazione inconscia della scena, ma anche il ruolo svolto dallo psicoanalista.
BIBLIOGRAFIA
ARGELANDER, H. (1967). Das Erstinterview in der Psychotherapie.
"Psyche", 21: 341.368, 1 2 9 -4 6 7, 473-512.
ARGELANDER, H. (1970). Das Ersinteruietu in der Psychothcvapie. Darmstzdt, Wisscnschaitliche Buchgesellschaft.
BALINT, M. & E. (1961). Psychotherapeutic Techniques in Medicine. London, Tavistock Publications.
EISSLER, K. R. (7.950). The Chicago Institute of Psychoanalysis and the sixth period of the developmentof psychoanalytic technique. J. Gen. Psychol., 42: 103-157.
FREUD, S. (1893). On the psychical mechanism of hysterical phenomena: prelirninary communication. S.E. 2. 1905. Fragment of an analysis of a case of hysteria. S.E. 7. (1933). New introductory lectures on psychoanalysis. S. E. 22.- (1937). Analysis terminable and interminable. S. E. 23.
GLOVER , E. (1955). The Technique of Psyrcoanalysis. New York, Int. Univ. Press.
KLAUBER, J. (1971). Personal attitudes to psychoanalytic consultation. Difficulties in the Analytic Encounter. New York and London, Jason Aronson, 1981, pp. 141-159.
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